La fobia sociale riguarda quella sensazione d’intensa ansia e di persistente disagio che la persona sperimenta in situazioni in cui si trova al centro dell’attenzione o a contatto con gli altri. Tale sensazione è dovuta all’erronea convinzione di essere costantemente sotto il giudizio altrui e dal timore di essere rifiutato e percepito come ridicolo, inadatto, incapace, di fare “brutta figura”.

A questo timore del giudizio si aggiunge la diffidenza. Nei casi più severi ogni forma di contatto sociale viene vissuta come rischiosa e pericolosa. Ciò porta a comportamenti di evitamento, isolamento ed attenzione costante nei confronti degli altri.

Gradualmente, questi comportamenti e restrizioni rendono la persona sempre più incapace di relazionarsi.

L’intensità della fobia sociale può variare:

  • timidezza e limitazione delle interazioni con gli altri
  • senso di insoddisfazione derivato dal ritiro sociale
  • disagio e costante stato di inquietudine
  • ansia, con manifestazioni fisiche (sudorazione, tremori, gola secca, nausea ecc.) anche significative (si può arrivare fino all’attacco di panico).

L’ansia sociale o fobia sociale non è rara e sembra essere un problema in aumento, attualmente affligge il 61% degli italiani e il 33% dice di sentirsi più ansioso della maggior parte delle persone.

Tentate Soluzioni Disfunzionali

La Terapia Breve parte dal presupposto che la realtà della persona è vera, il lavoro terapeutico si focalizza poi sull’individuare e bloccare le strategie disfunzionali (Tentate Soluzioni Disfunzionali) che essa mette in atto per cercare di risolvere la situazione di paura e timore che prova nelle situazioni sociali.

Queste strategie inizialmente consentono alla persona di non sentire il disagio, ma mantengono o aggravano il problema.

Quelle più comunemente messe in atto da una persona con fobia sociale sono:

  • L’Evitamento, con cui la persona evita le situazioni che le causano ansia.

Il non mettersi alla prova nelle situazioni sociali crea l’effetto disfunzionale di rafforzare la  convinzione di non essere in grado di affrontarle. Così il dubbio iniziale di non essere in grado si tramuta in certezza sempre più radicata;

  • Il Controllo, con cui la persona tenta di controllare comportamenti spontanei per mascherare l’inadeguatezza e la goffaggine che ritiene di avere.

Tuttavia, tali sforzi di controllo hanno invece l’effetto contrario, aumentando la percezione da parte degli altri di una persona rigida, insicura e maldestra;

  • Il ritiro dall’interazione o dalla comunicazione, con cui la persona non rinuncia alle situazioni sociali, ma durante esse non interagisce con gli altri.

Questo ritiro dall’interazione può portare o al tentativo da parte degli altri di coinvolgere la persona in disparte aumentandone il disagio, oppure alla sua emarginazione creandole vissuti di esclusione;

  • L’uso di sostanze o farmaci (senza controllo medico o utilizzati in modo non terapeutico) per ridurre l’ansia durante le situazioni sociali.

L’effetto disfunzionale psicologico è delegare alla sostanza il proprio senso di competenza, tale per cui la persona non riuscirà poi a sentirsi competente senza tale supporto chimico. Anche in questo caso, come nel caso dell’evitamento, la persona conferma a se stessa la sua incompetenza sociale.

Soluzioni Funzionali

La Terapia Breve utilizza strategie efficaci per permettere alla persona di bloccare le Tentate Soluzioni Disfunzionali. La guida a ritrovare le proprie risorse per renderla consapevole delle sue capacità sociali e autonoma nell’utilizzarle nel quotidiano.

Le strategie saranno create in base alla persona e alle sue risorse, in modo che possa risolvere l’ansia sociale nei modi e nei tempi (comunque brevi) migliori per lei. Tuttavia ci sono delle strategie comunemente utilizzate per la fobia sociale nella Terapia Breve:

  • Evitare di evitare, quindi interrompere la tentata soluzione dell’evitamento;
  • Dichiarare il perturbante segreto che consiste nell’esplicitare agli altri cosa si sente, esprimendo il proprio disagio e premettendo la possibilità di imbarazzo o insicurezza con frasi come:“Mi sento un po’ in difficoltà, però ascolta…”, “A fare questa cosa mi sento imbarazzato, quindi ti dico già che diventerò rosso in faccia”, “Forse quello che sto per dire ti sembrerà da sciocco, ma…”.
  • Sperimentare piccole interazioni quotidiane. Consiste in un allenamento alle interazioni sociali partendo da situazioni più semplici per la persona. A tal proposito, può essere utile chiamare al telefono qualcuno, chiedere l’ora ad uno sconosciuto o fare una commissione in un negozio. Queste interazioni permettono alla persona di esporsi gradualmente alle situazioni sociali, aumentando la capacità di fronteggiarle autonomamente. Ciò le permetterà di constatare le proprie risorse ed aumentare la fiducia nelle proprie capacità.

 

La psicoterapia, e in particolare la Terapia Breve, si rivelano il modo migliore per superare questo disagio in poche sedute. Se seguite con attenzione le prescrizioni del/della terapeuta breve già in poche sessioni si otterrà lo sblocco e si tornerà a vivere le situazioni sociali.

 

Scarica gratis l'ebook sulle Terapie Brevi

 

Bibliografia

Cannistrà, F. (2010). Questa esperienza mi ha aperto gli occhi: l’esperienza emozionale correttiva. In Psicologia in movimento, 62/63.

Nardone G. (1999). Psicosoluzioni. Milano: BUR.

Nardone G. (2000). Oltre i limiti della paura. Milano: BUR.

Nardone, G. (2003). Non c’è notte che non veda il giorno. Milano: Ponte alle Grazie.

Novelli, E. (2017). Vergogna. L’emozione dimenticata. Roma: EUR.