Per comprendere il modo o, meglio, i modi, in cui la terapia breve si occupa di valorizzare, supportare e sostenere attivamente le competenze dei clienti, restituendogliele come risorse per affrontare i loro problemi, è necessario innanzitutto, fare un breve focus su come le terapie brevi sono nate e come sono state costruite.
Le terapie brevi, rappresentano un insieme di approcci relativamente recenti, sviluppati in maniera specifica soprattutto per l’esigenza di attenzionare la questione relativa al tempo nell’intervento terapeutico (Hoyt, 2020).
Un primo punto da specificare: l’aggettivo “breve”, spesso oggetto di critica rispetto agli approcci più tradizionali a “lungo termine”, non ha a che fare con la velocità della terapia o col fare una terapia “in fretta”, quanto piuttosto con l’efficacia e l’utilità del lavoro che deve guidare terapeuta e paziente, da un punto A (il problema portato dalla persona) al punto B (la risoluzione del problema) (Hoyt, 2020).
Le terapie brevi, di fatto, vengono sistematizzate proprio per consentire alle persone di trovare ciò di cui hanno bisogno, nel numero di sedute necessarie, non una di più, parafrasando le parole di Steve de Shazer, uno dei padri di uno dei modelli di terapia breve più studiato al mondo, la Terapia Breve Centrata sulla Soluzione (de Shazer & Berg, 1986).
Anche nella ricerca, sono numerosi gli studi che mostrano che la durata media di una terapia va dalle tre alle otto sedute (Budman & Gurman, 1988), considerando che, la lunghezza media di un lavoro terapeutico è in realtà una seduta (Bloom, 1992; Hoyt, 2000; Talmon, 1990).
Cosa rende, allora, le terapie brevi in grado di aiutare efficacemente le persone a risolvere i propri problemi in tempi efficienti?
Dal lavoro sul problema al lavoro sulle risorse
Diversi autori (Budman, Friedman &Hoyt, 1992) hanno portato alla luce, sistematizzandoli, quelli che sono gli elementi costitutivi, gli ingredienti fondamentali, alla base delle terapie brevi, che insieme ne concorrono a sostenere l’efficacia e l’efficienza, nell’affrontare le diverse problematiche psicologiche, a partire dai casi complessi, fino a difficoltà più specifiche e circoscritte.
Uno di questi elementi fondanti, che accomuna i diversi approcci di terapia breve, è sicuramente quello che riguarda l’enfasi e l’attenzione prioritaria, sui punti di forza del paziente, sulle sue competenze e capacità di adattamento.
La visione costruttivista e sistemica alla base, è che ogni persona è portatrice di conoscenze e competenze: compito dell’intervento terapeutico, non è insegnare ma evocare, riattivare e rafforzare ciò che è già presente.
Lo stesso vale per la TSS -Terapia a Seduta Singola-, che annoveriamo all’interno del panorama delle terapie brevi e che trova tra i suoi interventi fondamentali, la necessità di individuare ed utilizzare le capacità e i punti di forza della persona, ovvero quelli che possiede già, per realizzare il cambiamento desiderato (Hoyt & Talmon, 2014).
Parlando di risorse del cliente e terapie brevi, non si può non citare il lavoro pionieristico e trasformativo nei confronti della psicoterapia, portato avanti da Milton Erickson, il quale sosteneva con solida convinzione, resa concreta da centinaia di casi trattati con successo, che ogni persona possiede in realtà tutte le risorse necessarie per risolvere i propri problemi (Barker, 1987).
Nel suo lavoro di terapia, Erickson era molto più interessato ad aiutare la persona ad avere accesso alle proprie risorse che ad esplorare la sua psicopatologia, identificando come scopo principale della terapia quello di ricordare alla persona quelle risorse, facendogliele riscoprire ed utilizzare per trovare nuove strategie per il suo cambiamento (Erickson, citato in Rosen, 1982, p.35, ed. it.).
Le competenze della persona diventano le risorse principali che muovono il cambiamento.
Le competenze del cliente come punto di partenza del cambiamento: il terapeuta breve come “fabbro di risorse”
Nella mitologia greca, Efesto è il fabbro degli dei che, con pazienza e ingegno, forgia e plasma armi e strumenti dotati di qualità straordinarie: nella sua fucina, non si batte soltanto il metallo, ma si forgiano possibilità.
Allo stesso modo, nelle terapie brevi, il terapeuta non “aggiusta” colui che porta il problema, ma si pone nel ruolo di facilitatore, che aiuta la persona a scoprire, ri-scoprire e modellare le proprie conoscenze e competenze, per metterle al servizio del problema e favorire il cambiamento.
Continuando su questo parallelismo, nelle terapie brevi la persona non assume mai la posizione di un contenitore da riempire, quanto piuttosto un di artigiano in potenza delle proprie soluzioni: ruolo del terapeuta è, dunque, guidarlo nella forgiatura di nuove percezioni, che rompano la rigidità di determinati schemi, stimolando nuovi comportamenti adattivi.
Vediamo allora alcune strategie e alcuni strumenti comunicativi, impiegati in terapia breve, per supportare la persona nella scoperta e valorizzazione delle proprie risorse:
Attivare le competenze del cliente attraverso le eccezioni
La Terapia a Seduta Singola, sebbene rappresenti una metodologia ovvero un metodo per fare terapia e consulenza psicologica, condivide i presupposi alla base delle terapie brevi, tra cui un approccio resource-based e strenght-oriented, ovvero un approccio orientato ad identificare le competenze e i punti di forza, con l’obiettivo di consentire alla persona di utilizzarle nel processo di cambiamento e di risoluzione del problema (Cannistrà & Piccirilli, 2018).
Un passaggio fondamentale del lavoro all’interno della terapia a seduta singola è proprio quello in cui si indagano tutti quegli elementi, interni ed esterni, alla persona, che possano aiutarla nella risoluzione del problema: per fare questo, vengono anche esplorate le cosiddette eccezioni positive, costrutto centrale nella prima fase di messa a punto della Terapia Breve Centrata sulla Soluzione (de Shazer, et al., 1988).
Il cliente è l’esperto della propria vita – come ci ricorda Steve de Shazer
(de Shazer, 1985; trad. it. in Cannistrà & Piccirilli, 2021, Terapia Breve Centrata sulla Soluzione)
Le eccezioni positive rappresentano tutte quelle situazioni in cui la persona è riuscita a fronteggiare il problema o in cui il problema non si è presentato: esplorandole e dando alla persona la possibilità di ripercorrerle, è possibile identificare conoscenze e competenze che la persona già possiede e che potrebbe mettere al servizio della risoluzione del problema.
Indagare le competenze e le strategie di coping, attraverso un linguaggio costruttivo e orientato alla soluzione – piuttosto che al problema- si pone come passaggio cruciale della terapia a seduta singola, in quanto rappresenta il modo più efficace ed efficiente per aiutare una persona, guidandola nel riscoprire ciò che possiede già.
Il terapeuta non interpreta, non fornisce spiegazioni ne impartisce insegnamenti: piuttosto facilita l’autonarrazione positiva e il riconoscimento della capacità da parte della persona.
L’uso delle metafore, dei racconti e degli aneddoti come strumenti maieutici di risorse
L’utilizzo di racconti metaforici in psicoterapia è da sempre molto diffuso, ciononostante, è davvero scarsa la letteratura di riferimento.
Nella pratica clinica, gli aneddoti e i racconti impiegati per fini terapeutici, hanno quasi sempre un contenuto metaforico, ovvero, non si interessano in modo diretto del problema specifico, ma si collegano ad esso in modo indiretto.
Per aiutare la persona a ritrovare i propri punti di forza, le proprie competenze, oltre all’utilizzo di metafore vere e proprie, possono essere utili anche delle immagini, presentate come analogie dirette o all’interno di racconti
Un importante contributo su questo aspetto fondamentale e trasformativo del lavoro clinico, lo dobbiamo sempre a Milton Erickson: nella sua pratica, come ci racconta chi ha descritto il suo immenso lavoro sul campo, ricorreva spesso ai racconti, proprio per ricordare alla persona che aveva imparato molte cose utili nel passato e che, forse, le aveva semplicemente dimenticate (Barker, 1987, p.37).
Complimenti e feedback per rimarcare le risorse e renderle replicabili
Un altro aspetto fondamentale, che caratterizza le terapie brevi, ma soprattutto la terapia a seduta singola, tanto da costituirne uno degli interventi fondamentali, riguarda l’utilizzo di complimenti e feedback durante la seduta: questi hanno l’obiettivo determinante di rimarcare le risorse alla persona, di restituirgliele e permetterle di replicarle in diversi contesti e situazioni, in favore del problema (Cannistrà & Piccirilli, 2018).
Valorizzare e sostenere le competenze della persona, non è solamente una scelta di logica di intervento, ma anche una scelta di utilità clinica ed etica. I diversi modelli di terapia breve condividono l’idea che il cambiamento possa avvenire, rapidamente, utilizzando ciò che la persona possiede già e che questo possa essere messo a servizio del problema.
L’utilizzo di un certo tipo di linguaggio, evocativo e suggestivo, unitamente a strategie orientate alla soluzione, rendono ogni seduta un’opportunità imprescindibile per sostenere e riattivare le risorse personali e favorire il cambiamento.
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Bibliografia di riferimento
Barker, P. (1987). L’uso della metafora in psicoterapia. Roma: Casa Editrice Astrolabio
Bloom, B.L. (1992). Planned Short-Term Psychotherapy. Boston: Allyn & Bacon
Budman, S.H., Gurman, A.S. (1988). Theory and practice of Brief Therapy. New York: Guildford Press
Budman, S.H., Hoyt, M.F., Friedman, S.H. (a cura di) (1992). The first session in Brief Therapy. New York: Guildford Press
Cannistrà, F., Piccirilli, F. (2018). Terapia a seduta singola. Principi e Pratiche. Firenze: Giunti Editore
Cannistrà, F., Piccirilli, F. (2021). Terapia breve centrata sulla soluzione. Roma: EPC Editore
de Shazer, S. (1985). Keys to solution in Brief Therapy. New York: W.W. Norton & Company
de Shazer, S., Berg, I.K., et. Al, (1986). Brief Therapy: focused solution develompment, Family Process, 25, p.207-2022.
Hoyt, M.F., Talmon, M. (2014). Capturing the Moment: Single Session Therapy and Walk-in Services, Bethel: Crown House Publishing
Hoyt, M.F. (2000). Some stories are better than others: doing what works in Brief Therapy and managed care. Philadelphia: Brunner-Mazel
Hoyt, M.F. (2020). Psicoterapie brevi. Principi e Pratiche. Roma: Cisu
Rosen, S. (Ed.) (1982). My voice will go with you: the teaching tales of Milton H. Erickson, M. D. New York: Norton. Trad. it., La mia voce ti accompagnerà. I racconti didattici di Milton H. Erickson, Roma, Astrolabio, 1983.