Il Caso di Sigmund,  un giovane con Anginofobia Moderata

Il Caso di Sigmund, un giovane con Anginofobia Moderata

In questo articolo vorrei parlarvi della risoluzione di un caso di anginofobia moderata, risolto in modalità self -help. Cioè senza il supporto diretto del terapeuta, utilizzando però alcune delle  tecniche della terapie brevi.

 

CHE COS’È L’ANGINOFOBIA

L’anginofobia rappresenta la paura di morire soffocati da un pezzo di cibo andato di traverso. E’ un disturbo disturbo fobico in crescente aumento. Aumento dovuto anche al cambio di routine  delle abitudini alimentari causati dalla pandemia. Anche dal nuovo comportamento emerso del masticare tenendo la mascherina davanti la bocca.

L’anginofobia appartiene allo spettro fobico-ossessivo. In generale la Terapia Breve si distingue per elevati livelli di efficacia ed efficienza nella risoluzione del problema.

 

SVILUPPO DEL SINTOMO

La persona affetta da anginofobia in seguito all’esperienza traumatica sviluppa dei pensieri ossessivi riguardo al pasto e al cibo, ed è terrorizzata da quel che può verificarsi con la deglutizione, ovvero il soffocamento. L’avvicinarsi dei pasti viene vissuto con terrore e il verificarsi di veri e propri attacchi di panico.

Va sottolineato che in questo problema la paura non dipende dall’azione del deglutire in sé, ma dagli effetti che si teme possano scaturirne.

 

DESCRIZIONE DEL PROBLEMA

Sigmund è un ragazzo di 38 anni atletico e in salute che lavorava come cameriere in un hotel della Riviera Romagnola. Il suo problema era diventato quello di ingerire pezzi solidi,  principalmente brioche, pane e tutti prodotti simili della stessa consistenza.

 

In particolare il problema si presentava al mattino quando andava a lavorare alle 7:30 dov’è prima di iniziare a lavorare faceva colazione con altri colleghi. Piano piano il problema si era esteso anche ad altri momenti della giornata come il pranzo le merende e la cena

 

L’esperienza traumatica scatenante si era verificata  una mattina prima di andare a lavorare. Il giovane Sigmund dopo essersi fatto una camminata al mare per vedere l’alba, era andato a mangiare un bombolone con la crema alle 7:15 del mattino in pasticceria.   Sigmund è una persona tendenzialmente ansiosa, preoccupata e frettolosa. Quella mattina Infatti, ricorda che stava mangiando in modo abbastanza rapido per arrivare in tempo al lavoro e non essere rimproverato.

 

Mentre mangiava era  impegnata in altre azioni, come bere  il cappuccino, scrivere al cellulare e guardarsi intorno. Ad un certo punto il bombolone gli andò  di traverso. Come era solito fare ( in situazioni simili) prese un po di acqua acqua cercando di far scendere boccone. Ma quella volta questa tecnica non funzionò. Infatti inizio a sentire che l’acqua è il pezzo di bombolone si erano mischiati  e  non scendevano creando la sensazione di soffocamento.  Sigmund era sicuro di morire

 

Sigmund era convinto che  quello sarebbe stato il suo ultimo giorno di vita.  Le persone intorno a lui si allarmarono e si bloccarono  osservandolo.  Fortunatamente attraverso dei tentativi di tossire e piegandosi verso il basso, Sigmund riuscì a tirare fuori il pezzo del bombolone. Sigmund era salvo ma sconvolto per l’accaduto.

 

La paura fu grande ma ancor peggio le conseguenze di quella paura

 

TENTATE SOLUZIONI

Sigmund, non aveva mai sviluppato questo tipo di sintomo.  Ricorda solo qualche episodio in passato dove mangiando velocemente e   senza masticare appieno, aveva avuto una lieve sensazione di soffocamento. Solitamente se la faceva passare bevendo un goccio d’acqua.

 

Dopo l’episodio traumatico, Sigmund inizio ad attuare  comportamenti con il tentativo di risolvere il problema (tentate soluzioni)  peggiorando la situazione.

Questi comportamenti lo portarono  a cambiare alcune delle sue abitudini alimentari:

 

  • Attenta selezione del cibo e analisi del processo di deglutizione.
  • Controllo ossessivo del processo di spezzettamento masticazione del cibo: controllo sulla respirazione, posizione del cibo nella bocca, tempo di masticazione e quantità di saliva presente nella bocca
  • Lasciare il cibo senza finirlo e abbandonare la colazione.
  • La colazione al mattino corrispondeva anche ad un momento sociale con i colleghi. Sigmund infatti, smise di mangiare in presenza degli altri
  • Evitare di parlare in pubblico cosa che lo distrae dal controllo sulla deglutizione.
  • Durante la mattinata di lavoro continuava a pensare a come avrebbe potuto affrontare il pasto successivo elaborando possibili strategie che lo avrebbe aiutato.

 

 

La situazione si sta mettendo davvero complicata per Sigmund. Specialmente perché al mattino quando arrivava il suo capo controllava tutto quello che mangiavano i ragazzi dello staff.

 

Effettivamente Sigmund mangiava un po’ di più del consentito, perché per lui la colazione era molto importante. Infatti lui percepiva che Il suo stipendio non era proporzionato per gli sforzi che face, così  compensava con il cibo.

 

Questa condizione di stress del capo sommata all’episodio traumatico del bombolone furono i due ingredienti fonte del problema.

 

STRATEGIE FUNZIONALI

Sigmund in quel periodo è un Tirocinante di psicologia e  stava proprio studiando la terapia breve strategica. Attraverso la lettura di un articolo di una collega circa l’anginofobia Sigmund  Si rese conto che poteva dare una svolta al suo problema. Decise così di sperimentare un percorso di self – help

 

  • La prima cosa che riconobbe fu il fatto che molte delle cose che stava facendo avevano generato un loop patologico. Il controllo sulla deglutizione e evitare di mangiare avevano creato un circolo vizioso. Più evitava di masticare e deglutire più aveva  paura di soffocare
  • La prima cosa che Sigmund fece fu quella di escludere la causa organica, aprendo l’ipotesi della paura irrazionale legata all’esperienza del bombolone e della costante presenza del suo al suo capo stressante
  • Fino a quel momento lui non ne aveva parlato con nessuno. Così decise di parlarne con un collega ma senza specificare che il problema lo  riguardava direttamente.  Questo lo aiutò a normalizzare la situazione
  • Tornò a fare colazione con i suoi colleghi però evitando di parlare. Si metteva più una posizione di ascolto attivo
  • Quando prendeva i pezzi di pane o di brioche li mangiava concentrandosi solo sul cibo che stava mangiando.
  • Non si distraeva con altre cose come scrivere al cellulare o guardare fuori il paesaggio
  • Una cosa che gli metteva sicurezza era avere sempre qualcosa di liquido di fianco a sé
  • Sigmund smise di “sfidare” il capo mangiando più del dovuto.

 

Piano piano queste strategie diventarono sempre più parte del comportamento abitudinario di Sigmund.  I sintomi si fecero più lievi fino a  quasi scomparire. Ma la cosa più importante è che Sigmund riuscì a riprendere tutte le sue attività senza preoccuparsi. Durante la giornata Poteva fare le sue cose senza essere troppo ossessionarsi di come affrontare la colazione giorno dopo.

 

 

FOLLOW – UP 

Al giorno d’oggi non possiamo dire che Sigmund abbia completamente risolto il suo problema.  Quello che lui sente è di essere tornato alla stessa situazione iniziale, cioè prima del problema invalidante. Al momento si sente completamente più consapevole di tutto quello che gli succede.  Riesce anche a riconoscere momenti in cui il comportamento di masticazione deglutizione, è totalmente spontaneo.

Sigmund e anche tornato a mangiare in situazioni sociali stressanti  (pranzi e cene di lavoro ad alta tensione). Riesci anche a godersi il cibo e le brioches e il pane. È tornata addirittura a mangiare i bomboloni ma sempre con un cappuccino di fianco a diluire il tutto.

 

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Riferimenti Bibliografici

Nardone G. (1993) Paura, panico, fobie. La terapia in tempi brevi. Editore: Ponte alle Grazie

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