In terapia, le resistenze sono un fenomeno comune, spesso manifestato dai pazienti attraverso difficoltà ad accettare o attuare il cambiamento nonostante il desiderio di migliorare la propria situazione. Queste resistenze rappresentano una forma di difesa psicologica che protegge la persona dall’ansia o dal disagio che il cambiamento potrebbe comportare. La gestione efficace di questi meccanismi è essenziale per facilitare un processo terapeutico rapido e mirato, orientato al benessere del paziente.

Cosa Sono le Resistenze?

Le resistenze sono quei meccanismi psicologici e comportamentali che i pazienti mettono in atto, consciamente o inconsciamente, per evitare di affrontare cambiamenti o situazioni emotivamente difficili. Questi meccanismi possono includere il rifiuto di accettare le proposte del terapeuta, la procrastinazione o il mantenimento di abitudini disfunzionali nonostante il riconoscimento della loro dannosità.

In terapia breve, le resistenze sono però anche preziosi strumenti che il terapeuta può utilizzare non solo per aiutare il paziente a liberarsi dei sintomi, ma anche per attuare un cambiamento consapevole e significativo. Di seguito verranno elencate alcune strategie che possono essere utili al terapeuta per gestire le resistenze.

Strategie per Gestire le Resistenza

1.Riformulazione del problema

Dato che spesso le persone vedono il proprio problema come statico e immutabile, una strategia efficace per lavorare sulle resistenze è quella di riformulare il problema in modo che venga percepito in modo diverso. Cambiare il modo in cui il problema viene descritto può aiutare il paziente a vedere nuove possibilità di intervento. Ad esempio, una persona che si sente “bloccata” in una relazione può essere aiutata a vedere la propria posizione come parte di un ciclo interattivo che può essere modificato, piuttosto che come un stallo definitivo.

2. Prescrizione del Sintomo

Questa tecnica consiste nel suggerire al paziente di intensificare volontariamente il comportamento che sta cercando di cambiare o che ritiene problematico. Si viene quindi a creare un paradosso: il paziente, seguendo l’indicazione, prende il controllo della situazione, e spesso riduce spontaneamente il comportamento indesiderato.
Se, ad esempio, una persona ha difficoltà a gestire l’ansia in determinate situazioni, potrebbe essere invitata a pianificare consapevolmente momenti in cui “preoccuparsi”, portandola a ridurre in modo naturale l’impatto dell’ansia nel resto della giornata.

3. Uso di metafore e storie

Le resistenze possono essere aggirate utilizzando metafore e racconti che offrono al paziente una nuova prospettiva senza creare un confronto diretto. Le metafore possono stimolare la riflessione e facilitare l’emergere di intuizioni senza che il paziente si senta costretto a cambiare in modo immediato. Ad esempio, un terapeuta potrebbe utilizzare la metafora di un giardiniere che, per far crescere una pianta sana, deve prima rimuovere con cura le erbacce, per aiutare il paziente a comprendere la necessità di affrontare le proprie resistenze come un passaggio verso la crescita personale.

4. Gestione del controllo

La resistenza spesso emerge quando il paziente sente il cambiamento come un’imposizione dall’esterno. Coinvolgere attivamente il paziente nel processo decisionale, permettendogli di scegliere come e quando affrontare certe sfide, riduce il senso di imposizione e facilita una maggiore cooperazione. Invece di proporre soluzioni predefinite, il terapeuta può chiedere al paziente quali cambiamenti ritiene di poter gestire e come preferirebbe implementarli, rendendolo così protagonista del proprio percorso.

5. Tecniche di Desensibilizzazione Graduale

In presenza di resistenze dovute alla paura del cambiamento o di ansie specifiche, una strategia utile è quella di introdurre piccoli cambiamenti graduali. Ciò permette al paziente di affrontare la novità senza sentirsi sopraffatto, riducendo il rischio di rifiuto o abbandono del processo terapeutico. Se una persona è riluttante a sperimentare una nuova attività o comportamento, il terapeuta può suggerire di farlo in contesti meno impegnativi o stressanti, aumentando progressivamente la difficoltà man mano che la persona diventa più sicura.

L’importanza dell’alleanza terapeutica

Un elemento chiave per gestire le resistenze è l’alleanza terapeutica, che stabilisce un rapporto di fiducia tra terapeuta e paziente. Tale rapporto è fondamentale per creare uno spazio sicuro in cui il paziente può esplorare le proprie difficoltà liberamente e senza timore di giudizio o critica.

L’alleanza si costruisce attraverso tre elementi fondamentali:

  • l’ascolto attivo, che permette al terapeuta di comprendere veramente ciò che preoccupa o prova il paziente, rispettando e ponendo attenzione per la sua esperienza soggettiva
  • La comprensione empatica, che implica il mettersi nei panni del paziente e riconoscere ciò che prova come valido e significativo
  • Il rispetto dei tempi e ritmi individuali, evitando di forzare cambiamenti e permettendo un processo graduale.

Conclusione

Le resistenze rappresentano un aspetto naturale e prezioso del percorso terapeutico e non devono essere viste come un ostacolo insormontabile. Attraverso strategie mirate, come la riformulazione del problema, la prescrizione del sintomo e l’interruzione dei pattern disfunzionali, il terapeuta può aiutare il paziente a superare le proprie barriere al cambiamento. Creare un clima di fiducia e sicurezza, infine, è essenziale per facilitare il processo di trasformazione e promuovere un cambiamento duraturo e positivo.

 

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Bibliografia

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Cannistrà, F., & Piccirilli, F. (2020). Terapia Breve centrata sulla soluzione. EPC Editore, Roma.

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