Al centro le risorse della persona
Nella terapia a seduta singola si raggiunge l’obiettivo terapeutico sfruttando le risorse del paziente. Infatti “piuttosto che rielaborare il punto di vista soggettivo del cliente all’interno della teoria formale del terapeuta, integriamo qualunque teoria che possa adattarsi alle sue credenze personali, privilegiando così le percezioni del cliente nel selezionare le scelte terapeutiche” (Duncan e Miller 2000, pp178-179).
Si utilizza quindi la teoria del cambiamento del cliente per stabilire l’obiettivo della seduta e le sue stesse risorse per raggiungerlo.
Questo nell’ottica di creare un cambiamento più facilmente perseguibile dal paziente e più calzante alle sue modalità di agire e di affrontare le problematiche della vita, infatti, come afferma Blaise Pascal “Di solito, ci si convince meglio con le ragioni trovate da sé stessi che non con quelle venute in mente ad altri”.
Ciò permetterà di agire in modo efficiente ed efficace sia in termini di brevità della terapia che nel creare più consapevolezza e senso di autonomia ed autoefficacia nel cliente.
Per fare ciò quindi innanzitutto, dopo aver chiarito il problema e definito l’obiettivo, sarà necessario indagare le risorse della persona. Sono definite risorse tutte quelle caratteristiche utili del repertorio cognitivo, emotivo, attitudinale, comportamentale della persona (risorse interne), o tutti quegli elementi esterni cui la persona può attingere per potenziare le risorse interne come la famiglia, gli amici, il lavoro, la realtà sociale, il contesto sportivo… tutto ciò che può rappresentate un veicolo grazie al quale mettere in atto le risorse personali interne (risorse esterne).
Infatti le risorse interne ed esterne possono anche intersecarsi tra loro andando a costituire il repertorio della persona.
Come indagare ed utilizzare le risorse
Erickson sosteneva: “Molto spesso le persone perdono di vista le risorse che possiedono. Scopo del processo è portarle a ricordare che quanto di cui hanno bisogno è già in loro possesso”.
Le risorse vanno perciò sollecitate nella terapia a seduta singola, tale sollecitazione può avvenire tramite l’esplorazione delle eccezioni al problema. Si chiederà ad esempio alla persona come abbia resistito alla difficile situazione che lamenta, come abbia fatta a non arrabbiarsi, a non avere ansia, a continuare la sua vita nonostante la problematica.
Qualsiasi problema ha di fatto dei momenti in cui si manifesta di meno o in cui la persona è riuscita a fronteggiarlo.
Questo permette di ristrutturare nella persona l’idea che ha del suo problema: da assoluto e onnipresente a circostanziato, circoscritto ad alcune situazioni.
Tale indagine porta quindi a rintracciare ciò che la persona ha fatto in passato, fa attualmente o cosa farebbe in futuro per affrontare il problema.
Tecniche per elicitare le risorse
Ci sono diverse tecniche nella terapia a seduta singola per indagare le eccezioni e quindi le risorse della persona. Una di queste è la tecnica dello Scaling: collocarsi su una scala da 0 a 10, dove 10 è lo scenario in cui il problema non è più presente e 0 l’esatto opposto.
Tale tecnica fa collocare la persona su un determinato punto ragionando poi sul perché si trova a quel punto e non più in basso. Ad esempio se la persona si colloca a 4 si potrà chiedere “perché non a meno? Perché non a 3?”.
L’obiettivo del terapeuta è far riconoscere al paziente tutto ciò che ha messo in atto fino ad ora, tutto ciò che già spontaneamente sta funzionando e che lui stesso, il paziente, sta facendo funzionare e che gli permette di essere oggi a quel punto della scala e di aver superato fasi più critiche in passato. Restituendogli così che egli ha già degli strumenti, le sue risorse appunto, per affrontare la situazione che lo affligge.
Di fatti, come sempre Erickson asseriva: “Dentro di noi, possediamo tutte le risorse di cui abbiamo bisogno per far fronte alle nostre sfide evolutive”.
Altra tecnica può essere la Miracle Question: “Immagini che stanotte, mentre dorme, accada un
miracolo e il problema di cui abbiamo parlato scompaia. Poiché stava dormendo non si è accorto
di nulla. Ciò nonostante, una volta sveglio, qual è la prima cosa che noterebbe e che le farebbe capire che qualcosa è cambiato?” (de Shazer, 1994). Essa rimanda la persona al di là del problema e permette al paziente di osservarsi in un momento in cui sta mettendo in gioco abilità comportamenti che sono per lui funzionali.
Quindi gran parte del lavoro del terapeuta, come abbiamo visto lo stesso Erickson sosteneva, è far emergere le risorse della persona e farle capire come poterle utilizzare.
Scarica gratis l'ebook sulle Terapie Brevi
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Cannistrà, F., & Piccirilli, F. (2018). Terapia a seduta singola. Principi e pratiche. Giunti
Cannistrà, F., & Piccirilli, F. (2021). Terapia Breve Centrata sulla Soluzione. Principi e pratiche. Roma: EPC Editore.
Bohart, A. C. & Tallman, K. (1999). How Clients Make Therapy Work: The Process of Active Self-Healing. Washington, DC: American Psychological Association.
De Shazer, S. (1994). Words were originally magic. WW Norton & Co.
Duncan B. L., Miller S.D. (2000), “The client’s theory of change: consulting the client in the integrative process”, Journal of Psychoterapy Integration, 10 (2), 169-187
Haley, J. (1973). Uncommon therapy: The psychiatric techniques of Milton H Erickson MD. WW Norton & Company.