La domanda del domani (o tomorrow question) viene utilizzata in Terapia Breve Centrata sulla Soluzione per indagare cosa accadrà nella vita del paziente una volta che le sue migliori aspettative si saranno realizzate.
Il potere delle domande nella Terapia Breve Centrata sulla Soluzione
I terapeuti possono rivolgere diverse domande ai pazienti. Alcune saranno volte ad indagare ed ampliare l’argomento problema. Altre sottolineeranno gli aspetti della soluzione.
La Terapia Breve Centrata sulla Soluzione predilige la seconda categoria.
“I clienti hanno le soluzioni ai loro problemi dentro di sé” (Joseph e Linley, 2006 in Cannistrà e Piccirilli, 2021). La Terapia Breve Centrata sulla Soluzione si basa sull’idea che i clienti abbiano già le risorse necessarie per risolvere i propri problemi.
Le domande giuste, quelle che vanno ad esplorare la soluzione, li aiuteranno a scoprire ed amplificare tali risorse.
Quando fare la Tomorrow Question
Già dalle prime battute di una Terapia Breve Centrata sulla Soluzione il terapeuta apre a scenari oltre il problema.
Il paziente viene infatti invitato a descrivere le sue migliori aspettative e questa descrizione aiuterà a definire la direzione generale che la terapia dovrà prendere.
A questo tipo di domanda è frequente che il paziente risponda con frasi ampie e generiche.
Questa genericità verrà poi meglio specificata proprio la Tomorrow Question, che aiuterà il paziente a descrivere il futuro preferito.
La Tomorrow Question viene genericamente formulata così: “Se domani, svegliandoti, le tue aspettative si fossero realizzate, quale sarebbe la prima cosa che noteresti?”.
Grazie a questa domanda si invita il paziente a descrivere una serie di elementi concreti che potrà notare nel futuro desiderato.
Il terapeuta dovrà arricchire la descrizione di tali elementi facendo attenzione a questi aspetti:
- Presenza, non assenza: capita di frequente che i pazienti possano descrivere il raggiungimento del futuro desiderato come assenza di qualcosa, per esempio “Non mi sentirò più triste”. Considerando che lo scopo di queste domande è quello di portare il paziente a notare delle differenze rispetto alla situazione attuale, sarà più facile per lui/lei notare la presenza di qualcosa, piuttosto che l’assenza. Il terapeuta quindi dovrà cercare di trasformare tutte le risposte di assenza date dal paziente in risposte di presenza. Alla risposta “Non mi sentirò più triste” il terapeuta potrà chiedere “E come ti sentirai, invece?”
- Dettagli, dettagli, dettagli: il terapeuta non dovrà accontentarsi in questo caso di risposte generiche. Più dettagli verranno descritti, più alta sarà la probabilità che il paziente possa notarli. E realizzarli.
- Importanza degli aspetti interazionali: la descrizione del futuro desiderato dovrebbe includere anche dettagli rispetto a cosa noteranno gli altri significativi. Questo aiuterà la persona ad ampliare, mettendosi nei panni degli altri, la descrizione del proprio scenario oltre il problema.
Tomorrow question o miracle question?
A livello di scopo, non vi è una vera e propria differenza tra le due domande. Entrambe vengono poste per stimolare l’immaginazione e la riflessione rispetto al futuro desiderato del cliente.
Tuttavia, la domanda del miracolo può risultare talvolta eccessivamente solenne o obsoleta. Pensare ad un miracolo può non essere facile per tutti e spesso il miracolo viene visto come qualcosa che accade, al di là del proprio impegno o volontà.
La tomorrow question, invece, può aiutare la persona a rimanere più sul concreto e a rendersi il vero protagonista del cambiamento.
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Riferimenti bibliografici
Cannistrà, F., Piccirilli, F., (2021). Terapia breve centrata sulla soluzione. Principi e pratiche. EPC Editore