[Il caso clinico descritto in questo articolo NON è reale. Si tratta di una narrazione esemplificativa di un intervento terapeutico breve strategicamente orientato che prende spunto da più situazioni modificate e rese opportunamente irriconoscibili]

 

Paolo (nome di fantasia) è un giovane ragazzo di 35 anni che lavora nel campo dell’informatica.

È la prima volta che prende un appuntamento per una consulenza psicologica, ma il motivo che lo porta da me è molto preciso e ben delineato nel suo racconto di apertura.

 

La definizione del problema

Il motivo che ha portato Paolo a richiedere questo primo incontro è la presenza da circa 3 settimane di una serie di pensieri – da lui definiti intrusivi e disagevoli– che si presentano soprattutto la sera e che gli impediscono di riuscire a riposare bene, posticipando di molto il suo addormentamento (“mi addormento quando ormai sono sfinito”) e causandogli profonda stanchezza il giorno successivo.

Nell’indagare il problema, seguendo il modello della diagnosi operativa, emerge una tipologia di pensieri svalutanti, di inadeguatezza e soprattutto di dubbi rispetto alle sue scelte recenti di vita, che si presentano praticamente ogni sera al momento di coricarsi, ad eccezione del mercoledì, unico giorno che non lavora in smart working ma si reca in ufficio in presenza e, il guidare circa 180 km andata e ritorno “lo sfinisce abbastanza”, facendolo addormentare di colpo una volta rincasato.

Un’altra eccezione è il weekend quando è impegnato con la pallavolo, che ha praticato tanti anni ad alto livello e che adesso svolge in maniera amatoriale e di supporto ai ragazzi più giovani (ricerca delle eccezioni).

In queste occasioni, i pensieri e l’angoscia sono meno intensi o comunque non interferiscono con il sonno.

Paolo mi dà alcuni dettagli sulla sua vita e mi racconta di essere stato per 10 anni a Dublino, dove ha lavorato per un importante brand sempre nel settore informatico.

Racconta brevemente di questi anni che definisce come i più belli della sua vita, sia dal punto di vista professionale, perché questa esperienza gli ha consentito di acquisire delle competenze di altissimo livello nel suo ambito, sia dal punto di vista relazionale, perché gli ha consentito di stringere rapporti di amicizia con persone con cui condivideva passioni, valori ed interessi.

L’arrivo del Covid nel 2020 e di alcuni problemi di salute della mamma, spingono Paolo però a tornare in Italia, soprattutto per non lasciare la mamma sola in questo periodo di fragilità.

Tornato a casa, non fatica a trovare un buon lavoro, visto il suo curriculum e l’esperienza maturata all’estero e fortunatamente anche la mamma riesce a superare i propri problemi di salute.

Tornando ad indagare il problema, Paolo mi spiega che “sente di essere tornato indietro di 10 anni” da quando è rientrato in Italia e, nonostante in quel posto ci sia nato e cresciuto, non riesce a trovare delle relazioni con cui condividere passioni ed interessi: anche con gli amici “di una volta” non si sente più a suo agio perché non riesce a trovare più alcun punto in comune.

Il lavoro è la vera nota dolente perché, sebbene abbia un lavoro ben retribuito, non riesce a trovare alcuna soddisfazione: “qui le persone sono felici se non lavorano, io mi sento inutile”.

Paolo mi spiega che sostanzialmente viene pagato anche se non ci sono progetti o attività da seguire e riempie questo tempo prendendo certificazioni per migliorare ancora di più le sue skills, ma questo non basta. A Dublino lavorava anche 12 ore al giorno e questo lo rendeva entusiasta e carico.

Nell’attuale posto di lavoro gli capita di non lavorare ad alcun progetto anche per due settimane di seguito e questo lo fa annoiare, sentire inutile e soprattutto gli fa venire dubbi se la scelta di rimanere in Italia sia giusta per lui, viste le sue ambizioni e obiettivi professionali.

Paolo desidera diventare capo progetto entro i prossimi 5 anni ed ha raggiunto già una buona posizione lavorativa che gli dà ottime possibilità di centrare questo obiettivo nei tempi che ha previsto.

Si definisce una persona determinata, responsabile, che fin da giovane si è impegnato per costruire il proprio futuro, senza mai tirarsi indietro davanti alle difficoltà e in questo riconosce che lo sport lo ha aiutato molto. Inoltre, afferma, che ha sempre centrato i suoi obiettivi, perché ha sempre saputo cosa è importante per lui e si è sempre impegnato per trovare i mezzi per ottenerlo, senza sconti o scorciatoie.

Tutte queste risorse vengono restituite a Paolo attraverso degli opportuni feedback, risorse che saranno fondamentali proprio per aiutarlo a superare questo momento di difficoltà.

 

Definizione dell’obiettivo dell’intervento

Rispetto alla definizione dell’obiettivo, Paolo mi dice che si accorgerà che il nostro lavoro sarà utile per lui se, innanzitutto, riuscirà a riposare bene la notte, perché per il suo benessere 7/8 ore di sonno sono indispensabili e, in seconda battuta, se riuscirà a quietarsi rispetto a questi dubbi sul suo futuro professionale in Italia.

Concordiamo di partire dall’obiettivo di ristabilire una buona qualità del sonno, al fine di ripristinare anche un buon funzionamento diurno.

 

Le tentate soluzioni di Paolo 

Nel chiedere a Paolo cosa avesse fatto fino a quel momento per risolvere il problema, mi racconta che si era limitato a sforzarsi di non pensare a questi pensieri angoscianti sul suo futuro professionale, sull’idea se rimanere in Italia fosse una buona idea (tentativo di controllo che di fatto causa il persistere dei pensieri).

Durante il weekend e il mercoledì riusciva ad addormentarsi senza problemi all’orario consueto (e quindi a riposare bene) perché le giornate in qualche modo erano piene e impegnate e questo lasciava poco spazio ai pensieri.

Paolo parla di questi suoi dubbi solo con gli amici di Dublino, che sente frequentemente e sono per lui una grande risorsa: con la famiglia, invece, non ne parla perché ha paura di dispiacere i genitori, mentre con gli amici di sempre ci ha provato ma senza buoni risultati: anzi, secondo loro è molto fortunato perché chiunque desidererebbe essere pagato senza dover lavorare.

 

Le tecniche e manovre utilizzate nei primi 3 incontri

Alla fine del primo incontro con Paolo, viste le tematiche diffuse e le sue innumerevoli risorse, decido di lavorare sulla cornice del malessere e prescrivo a Paolo lo strumento della “Lista degli Impatti” (di Grassi e Leonardi, 2021 “Manuale di psicoterapia strategica”, Erickson Editore) una tecnica che ha tra i suoi obiettivi, quello di portare la persona ad individuare analiticamente e concretamente tutto ciò che impatta negativamente sulla propria vita (al fine di disinnescare ciò che provoca il malessere). Questa lista va poi letta ogni giorno per 10 minuti (preferibilmente ad alta voce e guardandosi allo specchio) con indicazione di farlo fino all’incontro successivo.

 

Al secondo incontro, Paolo arriva molto entusiasta rispetto all’utilizzo della lista perché gli ha consentito di “ristrutturare alcune sue idee e vederle da un punto di vista diverso” e il fatto di scriverle nero su bianco gli avevo dato la possibilità di una nuova prospettiva da cui guardare.

Mi racconta che probabilmente sarebbe entrato un progetto molto importante su cui lavorare e che era uscito anche con alcuni degli amici di una volta: era stata anche una serata piacevole perché aveva incontrato una persona con cui aveva intrattenuto una chiacchierata molto stimolante sulla cucina.

Conclude questo racconto con una battuta significativa “non sono poi così tutti male qui, qualcuno di interessante c’è”.

Rispetto ai pensieri angoscianti sul suo futuro professionale e sulle sue scelte, ci sono ancora, ma sono meno disturbanti: il fatto di aver scritto ha reso alcune sue posizioni “meno catastrofiche”, anche se permaneva ancora la difficoltà ad addormentarsi.

Alla fine della seconda seduta, decido di prescrivere a Paolo un compito di scrittura del suo flusso di pensieri: ogni sera, quando sarà il momento di coricarsi dovrà prendere un taccuino e far fluire tutti i pensieri dalla sua mente, farli scivolare attraverso il braccio e consegnarli al foglio davanti a lui. Quando si sentirà soddisfatto, dovrà chiudere il taccuino e non dovrà rileggere quanto scritto (per approfondire le tecniche di scrittura, Leonardi, F., Tinacci, F. 2021, Manuale di psicoterapia strategica, Erickson Editore).

La premessa a tale prescrizione è stata una ristrutturazione fatta in seduta sull’evitamento dei pensieri: è proprio il tentativo di evitare di pensare certi pensieri che li rende così insistenti e persistenti nella mente.

Viene, infine, prescritto di continuare anche con la lista.

 

Al terzo incontro, Paolo arriva entusiasta: riesce ad addormentarsi ad un orario per lui congeniale per avere il giusto riposo e si sente liberato dalle angosce che si portava e aveva costruito.

Scrivere quei pensieri gli aveva liberato la mente e non doveva più rinnegarli: mi racconta, inoltre, che aveva riscoperto il piacere della lettura, grazie anche al padre che gli aveva consigliato dei libri.

Anche durante il pomeriggio, nei momenti “morti” a lavoro, si dedicava alla lettura e alle chiacchiere con il padre che è un grande appassionato di libri e storia e aveva dimenticato come fosse piacevole ascoltare i suoi racconti.

Per quanto riguarda il lavoro, mi dice che al momento era entrato un grande progetto in azienda e che si sarebbe voluto dare un anno di tempo per vedere l’evoluzione della sua carriera.

Non viveva più l’Italia come un limite ma come un posto con possibilità diverse che potevano essere comunque interessanti per la sua evoluzione professionale.

Aveva anche riscoperto il piacere di uscire con gli “amici di una volta”, scoprendo anche delle cose che lo avevano piacevolmente sorpreso.

Mi racconta infine, che grazie al lavoro fatto insieme, aveva maturato la consapevolezza di voler trovare una sua indipendenza e che avrebbe cominciato a cercare una casa tutta per sé.

Congedo Paolo, alla fine del nostro terzo incontro, con l’indicazione di continuare con le prescrizioni indicate fino al nostro successivo appuntamento.

 

Gli ultimi 2 incontri e il consolidamento dei risultati

Il lavoro con Paolo è durato complessivamente 5 incontri.

Durante gli ultimi due incontri di consolidamento, Paolo mi riporta una situazione di ritrovato benessere, sta organizzando la vacanza in Spagna con gli amici di un tempo e tornerà anche a Dublino a fare visita ai suoi amici ed ex colleghi.

Ha iniziato, inoltre, ad un uscire con una ragazza ed è molto contento, anche se, vuole andare piano piano.

Durante questi ultimi incontri, ho utilizzato delle tecniche Terapia Breve Centrata sulla Soluzione per aiutare Paolo a costruire i suoi nuovi obiettivi lavorativi e i passi che dovrà fare per realizzarli: in particolare, la tecnica della scala ha aiutato Paolo a visualizzare concretamente tutti i passi che dovrà fare, le risorse necessarie e soprattutto gli indicatori che gli diranno di aver compiuto quei passi (per approfondire la “tecnica della scala”, Cannistrà, F., & Piccirilli, F. , 2021, Terapia breve centrata sulla soluzione: Principi e pratiche. EPC Editore).

 

Lavoriamo anche attraverso delle parafrasi e ristrutturazioni ad hoc, alla possibilità di andare incontro a nuovi momenti di difficoltà e sconforto: Paolo ne è molto consapevole e sente che questi strumenti che ha appreso durante il nostro lavoro e la ritrovata fiducia nelle sue risorse che da sempre lo hanno accompagnato in ogni sfida della vita, saranno per lui preziosi in futuro.

In aggiunta a questo, prescrivo infine a Paolo una domanda da porsi almeno con frequenza quindicinale, al fine di mantenere la rotta “Cosa dovrei fare se volessi volontariamente e deliberatamente rovinare tutto?” e ribadisco che la mia porta rimarrà sempre aperta per lui.

 

Dal nostro ultimo incontro, ho sentito Paolo per regolari feedback a 3 mesi e 6 mesi: tutto procede al meglio, la ricerca della casa prosegue e anche se sul lavoro sono tornati ad esserci dei “momenti morti” riesce a gestirli in maniera efficace senza esserne impattato. Anzi, mi racconta di essere salito un ulteriore gradino sulla scala e di essere arrivato ad 8 (ci eravamo lasciati al 7 gradino).

 

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Bibliografia

Cannistrà, F., & Piccirilli, F., (2021).  Terapia breve centrata sulla soluzione: Principi e pratiche, Roma: EPC Editore
Grassi, G. (2019). Autostima fai da te, Milano: Rizzoli Editore
Leonardi, F., Tinacci, F., (2021). Manuale di psicoterapia strategica, Trento: Erickson Editore