In questo articolo parleremo di come lavorare con il sistema famiglia attraverso le terapie brevi e illustreremo brevemente diversi approcci attraverso cui lo psicoterapeuta breve può intervenire a livello familiare quando la problematica o il sintomo riguardano tutto il sistema.

Molti degli approcci brevi sono nati proprio in seno al trattamento del malfunzionamento familiare.

La storia della nascita del Mental Research Institute deve le sue origini proprio nella terapia sistemica: le teorie cibernetiche diedero il la all’analisi del sistema familiare inteso non come la somma di singoli individui ma come un sistema dinamico che possiede un suo pattern comunicativo, uno schema gerarchico e dei confini e una stabilità più o meno rigidi.

In quest’ottica, il disagio del singolo diventa espressione di malfunzionamento dell’intero sistema familiare e il terapeuta ha il compito di lavorare con la famiglia stabilendo un obiettivo che sia comune e che vada a scardinare quei pattern interazionali che hanno portato alla formazione o al mantenimento del problema.

A differenza della terapia familiare classica, il lavoro terapeutico è focalizzato sul presente e non sul vissuto passato della famiglia o dei singoli membri; inoltre non vengono coinvolte necessariamente tutte le generazioni passate ed è possibile lavorare anche senza la presenza di tutti i membri della famiglia. Vediamo come.

La terapia indiretta

Alla base delle terapie brevi familiari, c’è il pensiero che si possa intervenire sul sistema famiglia modificando i comportamenti di un qualsiasi membro di tale sistema perché di conseguenza si modificheranno anche gli altri membri.

Questo concetto è la spiegazione della terapia indiretta, quella per cui non è necessario che siano presenti tutti i membri coinvolti per fare terapia con le famiglie.

I genitori, che di solito sono i primi a fare richiesta di un intervento psicologico quando riscontrano difficoltà nei propri figli, assumono un ruolo decisivo nella risoluzione del problema e per questo rivestono il compito di “co-terapeuti”.

Essi infatti sono i primi a conoscere meglio di chiunque altro la problematica e i figli stessi, per cui usando le parole di Nardone (2012), il terapeuta deve facilitare il processo di sblocco del sintomo aiutando i genitori ad aiutare i figli.

Questo viene fatto intervenendo sul comportamento o molto più spesso sulla comunicazione disfunzionale che si è venuta a cristallizzare tra i membri della famiglia e che in virtù della sua funzione cardine nello stabilire le relazioni del sistema, può determinare la qualità delle relazioni stesse.

La comunicazione infatti gioca un aspetto centrale nelle famiglie, poiché da essa passano la strutturazione dei ruoli all’interno del sistema e la gerarchia familiare, sebbene il modello tradizionale di famiglia in Italia sia ormai sempre meno gerarchizzato e sempre più tendente verso quello amicale o permissivo.

L’approccio strategico

Come accennato pocanzi, la terapia strategica nasce in seno all’approccio sistemico ma a differenza di questo prevede anche la terapia indiretta.

L’obiettivo della terapia è quello di individuare e disinnescare le tentate soluzioni disfunzionali che il sistema ha messo in atto per cercare di risolvere il problema, finendo però per consolidarlo e mantenerlo.

Il terapeuta interviene in modo piuttosto direttivo e propone delle prescrizioni o compiti da mettere in pratica tra una seduta e l’altra.

Alcuni di questi possono consistere nel blocco diretto di alcuni comportamenti (ad esempio smettere di parlare in continuazione del problema o osservare senza intervenire), altri invece di natura più strategica facendo uso di prescrizioni paradossali o stratagemmi cuciti su misura per il tipo di problema e per la dinamica familiare che viene presentata.

Il terapeuta diviene quindi facilitatore di dinamiche più funzionali, evitando la stigmatizzazione del singolo portatore del sintomo e abolendo anche l’uso di etichette diagnostiche.

La Terapia breve centrata sulla soluzione per le famiglie

Uno dei modelli brevi utilizzati per la terapia familiare è anche la Terapia breve centrata sulla soluzione (TBCS).

Proprio nel Brief Family Therapy Center di Milwaukee i fondatori della TBCS Steve de Shazer e Insoo Kim Berg svilupparono questo metodo a partire dalla ricerca delle eccezioni al problema e successivamente la messa a punto della Miracle Question.

Questo approccio, piuttosto che analizzare il problema nel suo manifestarsi in modo sistemico, si concentra infatti sulle possibili soluzioni future, lasciando che sia la narrazione stessa dei membri della famiglia a costruire scenari alternativi al problema.

Questo tipo di terapia pone il suo accento sulle risorse dei singoli membri e attraverso l’analisi delle eccezioni al problema permette di far emergere cosa ha già funzionato e cosa no nell’affrontare il disagio e il problema portato dalla famiglia.

Un unico incontro: la Terapia a Seduta Singola

Infine, nell’ambito delle Terapie brevi, anche la Terapia a seduta singola può essere annoverata tra le metodologie utili per sbloccare problemi familiari.

Può un solo incontro essere sufficiente per risolvere una difficoltà sistemica?

Molti studi ci dimostrano di sì e proprio nel Bouvery Center, in Australia, la Terapia a seduta singola viene molto utilizzata con le famiglie.

Attraverso la focalizzazione su un obiettivo concordato con la famiglia e una particolare attenzione al fattore tempo, il terapeuta può guidare i membri della famiglia verso quello che loro ritengono essere un cambiamento accettabile per tutti e che non vada in contrasto con le necessità dei singoli.

Mediante una comunicazione più diretta e semplice e una relazione terapeutica trasparente, è possibile co-costruire con la famiglia un piano di cambiamento adeguato per il sistema.

 

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BIBLIOGRAFIA

Cannistrà, F., & Piccirilli, F. (2018). Terapia a seduta singola. Principi e pratiche.

Cannistrà, F., & Piccirilli, F. (2021). Terapia breve centrata sulla soluzione: Principi e pratiche. EPC srl.

Leonardi, F., & Tinacci, F. (2022). Manuale di psicoterapia strategica: 80 tecniche di intervento. Edizioni Centro Studi Erickson.

Nardone, G. (2012). Aiutare i genitori ad aiutare i figli. Ponte alle Grazie.

Nardone, G., Giannotti, E., & Rocchi, R. (2012). Modelli di famiglia. Ponte alle Grazie.