[Il caso clinico in questione NON è reale. Si tratta di un esempio che prende spunto da più situazioni modificate e rese irriconoscibili]

Laura è una ragazza di 21 anni che mi chiama perchè dice: “ Non ce la faccio più! Ho bisogno di aiuto per capire cosa fare della mia vita!”

Definizione del problema

Appena inizia a parlare si capisce subito quanto la sua situazione le pesi.

Laura mi dice di essere in un momento della sua vita molto particolare.

Ha appena iniziato l’università e, nel contempo, sta facendo un corso di grafic novel.

Sono le sue grandi passioni ed ha cercato e trovato un modo per portarle avanti entrambe.

In più ha un fidanzato, una comitiva fissa di amici e una famiglia affiatata con cui ama passare il tempo.

Tutto questo però la confonde!

“Io lo so che dovrei essere felice e godermi tutti questi doni, ma la realtà è che non ce la faccio più! Sono sempre nervosa e frustrata!” e aggiunge “Non riesco a godermi nulla di quello che faccio, perché non ho tempo di fare tutto e mi sembra sempre di trascurare qualcosa!

Continuo a rincorrermi senza raggiungermi! Non ce la faccio davvero più!”

Si ferma e con le mani si copre il viso, sopraffatta dall’emozione.

Io resto in silenzio.

“ Mi dispiace” mi dice dopo qualche secondo “non mi aspettavo di piangere!”

Mi guarda ed io le sorrido

“Si, bè, me l’aspettavo, certo, solo che non pensavo che avrei pianto all’inizio! Pensavo che avrei pianto alla fine!”

“E come va ora?”

“Meglio, grazie!”

Le restituisco l’importanza di piangere, quando ci si sente sopraffatti.

Sottolineando il fatto che è importante non soffocare le proprie emozioni.

E le chiedo “Quindi, correggimi se sbaglio, mi stai dicendo che sei qui perché ti senti confusa e frustrata, perché stai facendo molte cose che ti piacciono ma, invece di sentirti contenta come dovresti, hai la continua sensazione di non fare abbastanza e di trascurare qualcos’altro”

“Si, esatto!”

“E cosa succede quando inizi ad avere questi pensieri?”

“Inizio a farmi mille domande e ad avere mille dubbi!… Per esempio penso di  aver chiesto troppo a me stessa, di non essere in grado di gestire la mia vita e mi chiedo come posso fare a far tutto. Ogni volta che questi pensieri mi entrano in testa, non riesco a mandarli via!

Sono come un tarlo che rosicchia tutte le mie energie e mi sento sfinita e incapace di portare a termine quello che stavo facendo! E quindi, alla fine, mi dico che non ce la faccio più e, semplicemente, smetto di fare tutto”

Definizione degli obiettivi e delle priorità

“Prima di tutto vorrei farti i complimenti per tutto l’impegno che metti nel fare le cose. Si vede la tua passione e si vede che ti stai spendendo per realizzare tuoi sogni. È una cosa davvero notevole!

“Grazie!”

“A questo punto, vorrei capire meglio come posso aiutarti e qual è il tuo obiettivo per questa seduta. Quindi ti chiedo: sei qui perché ti senti sopraffatta dalla mole di tutte le cose che stai facendo e dai pensieri invasivi che ti vengono in questi momenti. Su quale, tra queste due cose, vorresti lavorare oggi?”

“Penso su entrambe! Nel senso che, se riuscissi a gestire meglio le mie attività, riuscirei anche a scacciare più facilmente i pensieri!”

“Bene! Quindi, in questo senso, la priorità è la gestione delle attività”

” Si, credo di sì!’

“E come potresti migliorare la gestione delle attività?”

“Forse ritagliandomi uno spazio dedicato per ogni attività”

“E come potresti farlo?”

“Forse potrei dedicare il fine settimana agli amici e alla famiglia e il resto della settimana concentrarmi sullo studio e sul corso”

“Questo come ti aiuterebbe?”

“ Be, penso che avere del tempo dedicato mi darebbe delle certezze, dei punti di appoggio e se arrivasse il pensiero “non ce la faccio più” potrei dirmi non devi farlo tutto ora, ma hai questo tempo x per farlo!”

“Ok, quindi, correggimi se sbaglio, mi stai dicendo che, se riuscissi a gestire meglio le tue attività, riusciresti anche a scacciare più facilmente i pensieri negativi, e che ritagliarti degli spazi dedicati sarebbe un buon modo per riuscire a gestire meglio le tue attività!”

“ Si esatto!”

Chiusura e “Porta Aperta”

“Bene Laura, mi sembra sia stata una seduta molto impegnativa per te, ma credo che tu ci abbia messo davvero tanto impegno e che sia riuscita a chiarirti le idee su cosa vuoi fare e come!”

“Si, infatti”

“ Sei arrivata qui dicendomi <non ce la faccio più> e sentendoti sopraffatta per la mole di lavoro che avevi in carico. Nel corso del colloquio abbiamo capito che gestire meglio tutte le attività che devi e vuoi fare, poteva essere il famoso bandolo della matassa, ossia il filo da tirare per dipanare tutto quel turbinio di domande e recriminazioni che ti portavano a dire <non ce la faccio più>”

“Esatto”

“Nella fine della seduta ci siamo concentrate nel cercare di definire il più possibile questa gestione: hai deciso di dedicare il lunedì e il mercoledì all’università, mentre martedì e venerdì, i giorni in cui hai il corso, ti dedicherai a quello. Ti lascerai comunque ogni giorno dei tempi vuoti in cui gestire gli imprevisti o le circostanze particolari e avrai giovedì, sabato e domenica per amici, fidanzato e famiglia.

Credi che questa programmazione possa essere una soluzione efficace per te? Come ti senti adesso?”

“Molto meglio! Sono davvero più tranquilla! Pensavo di sbagliare nel voler fare troppe cose ed ero arrivata a pensare di non essere in grado di fare tutto quello che volevo fare. Invece ora che le cose sono più organizzate mi sento più tranquilla e penso di essere in grado di gestire la situazione!”

“Perfetto! Ti rinnovo i miei complimenti, sia per l’impegno, che per la passione che metti in ciò che fai! Credo che siano davvero notevoli! E, posto che la mia porta rimane sempre aperta, vorrei adesso chiederti se vuoi prendere un altro appuntamento o se vogliamo risentirci fra 15 giorni per capire come vanno le cose e decidere se rivederci o meno”

“Visto come stanno ora le cose non credo di aver bisogno di un altro appuntamento, quindi direi che ci sentiamo tra due settimane e poi vedremo”

“Molto bene, ci sentiamo tra due giovedì, allora!”

“Arrivederci!”

 

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