La Scuola di specializzazione in Psicoterapia Sistemico-Strategica dell’Istituto Icnos è la prima in Italia a formare i propri allievi nei principali approcci di Terapia Breve Sistemica e Strategica.

Tra questi, oggi vi proponiamo un focus sulla Terapia Strategica Familiare (BSFT) di Jay Haley. Nello specifico proveremo a fornirvi qualche spunto di riflessione sulle applicazioni pratiche e sugli ambiti principali di intervento.

Quadro di riferimento

La Terapia Strategica Familiare (BSFT) si è sviluppata a partire dagli anni Sessanta presso il Centro di Studi Familiari dell’Università di Miami.

Inizialmente influenzato dal modello di Palo Alto e dal lavoro di Milton Erickson, Jay Haley ne ha preso successivamente le distanze teorizzando così un modello la cui idea principale è che determinati problemi possano originarsi dall’incongruenza gerarchica all’interno della famiglia e dalle conseguenti sequenze disfunzionali di atti connotati da alleanze e giochi di potere.

Partendo dagli assunti sistemici, Jay Haley considera la famiglia un sistema che influenza tutti i suoi membri. Essa ha caratteristiche uniche e proprietà che emergono solo quando i membri interagiscono tra di loro.

La famiglia, inoltre, ricopre un ruolo critico nello sviluppo, nel mantenimento e nel trattamento dei problemi comportamentali di ciascun membro. La BSFT ha, quindi, come obiettivo il fornire alle famiglie gli strumenti necessari per superare sia le problematiche del singolo sia le disfunzioni familiari che spesso ne derivano.

Alcuni ambiti applicativi

L’età evolutiva rappresenta uno degli ambiti di intervento in cui la BSFT si è mostrata molto efficace.

La teoria clinica e la ricerca hanno identificato particolari modelli di interazione familiare legati ai problemi comportamentali degli adolescenti. È raro, infatti, che i problemi di comportamento durante l’adolescenza appaiano isolati, è molto comune, invece, che si presentino raggruppati in combinazioni di comportamenti problematici che si manifestano in svariati contesti (scuola, gruppo dei pari, famiglia ecc…).

Il fatto che la maggior parte degli adolescenti non scelga volontariamente di intraprendere un percorso di psicoterapia ma venga inviato da terzi (scuola, genitori, servizi sociali ecc..), rende il trattamento di non facile realizzazione. In questi casi, sviluppare strategie d’intervento centrate sulla famiglia permette all’adolescente di uscire dal ruolo di “paziente designato”, di guardare al comportamento come fosse una responsabilità condivisa ovvero un sistema all’interno del quale ogni membro gioca un ruolo fondamentale al mantenimento dello stesso.

I principi della BSFT non sono efficaci solo in ambito familiare ma in tutti i contesti che caratterizzano la vita delle persone in generale. Parliamo anche dei contesti organizzativi all’interno dei quali la risoluzione di problematiche e/ conflitti richiede necessariamente l’utilizzo di una lente di natura sistemica per comprendere ed intervenire adeguatamente.

 

Spunti per l’applicazione pratica

Ecco alcune indicazioni terapeutiche per l’applicazione della BSFT nei più comuni contesti lavorativi:

  1. Definire gli obiettivi della terapia
  2. Costruire un alleanza terapeutica: il terapeuta non deve affrettarsi a cambiare il sistema familiare, deve anzi guadagnarsi il suo posto all’interno di tale sistema terapeutico!
  3. Progettare strategie: il terapeuta si basa sul qui ed ora, ovvero su quello che la famiglia fa durante le sedute terapeutiche, e non su ciò che la famiglia dice di fare al di fuori della seduta. L’interesse non è sul perché sono iniziati i problemi ma sulle interazioni presenti e osservabili.
  4. Cambiamento ristrutturante: ovvero interventi usati per aiutare le famiglie ad allontanarsi dagli schemi di interazione inadeguati per sceglierne altri più salutari.
  5. Conclusione del trattamento: non è determinata dal numero di sedute messe a disposizione ma dal miglioramento in specifici criteri di comportamento. La BSFT è stata messa a punto per risolversi in 12-16 sedute guidate ed attive, con sedute ausiliari di completamento se necessarie.

 

Perché apprendere i principi della BSFT?

Noi della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Sistemico-Strategica riteniamo che il terapeuta dev’essere in grado di lavorare anche con la famiglia e la coppia, riconoscendo e interrompendo le disfunzionali alleanze, interazioni e relazioni che mantengono in vita i problemi presentati.

Il terapeuta formato anche in Terapia Strategica Familiare è in grado, infatti, di comprendere come alcuni sintomi e comportamenti del paziente possano configurarsi come tentativi di gestire le interazioni con gli altri membri della famiglia/coppia.

Apprendere ed utilizzare i principi della BSFT in terapia offre ai terapeuti la possibilità di approcciarsi al problema in maniera più ampia e sistemica. Questo atteggiamento clinico mette il terapeuta nella condizione di poter passare da un sistema all’altro al momento opportuno e di individuare quale sia quello su cui intervenire in quel dato momento al fine di raggiungere gli obiettivi terapeutici prefissati.

 

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Bibliografia

  • Horigian, V. Robbins, M. Szapocznik (2004). Terapia breve strategica familiare. Rivista Europea di Terapia Breve Strategica e Sistemica n. 1
  • Weakland, J. (1983). “Family therapy” with individuals. Journal of Strategic and Systemic Therapy, 2 (4), 1-9