Nel corso dei nostri studi universitari ci hanno insegnato che per un intervento efficace è necessario formulare una diagnosi il più precisa e accurata possibile. Abbiamo imparato a memoria i criteri diagnostici di ogni singolo disturbo, preparandoci nel modo migliore ad individuare e riconoscere problematiche più o meno gravi.

Ma nel processo terapeutico a cosa serve realmente la diagnosi?

La diagnosi nel modello sistemico-strategico

Noi di Istituto Icnos nel lavoro clinico preferiamo evitare le “etichette”, tipiche della classificazione psichiatrica dei disturbi psicologici, al fine di evitare il loro effetto in chi li riceve di “profezie che si autorealizzano”.

Nella pratica clinica scegliamo di utilizzare il termine problema e, non malattia per la sua connotazione non patologizzante e positivizzante.

Parlare con i pazienti in termini di problema, piuttosto che di malattie, significa costruire una realtà terapeutica orientata alla soluzione. Questa rappresenta una manovra comunicativa utile a ridefinire i disturbi,  spesso con proprietà di vero e proprio intervento terapeutico per la sua caratteristica di depatologizzazione dei sintomi.

Dal nostro punto di vista è il paziente il vero esperto del problema, non il terapeuta!

Secondo il nostro modello, infatti, il terapeuta è uno dei membri del sistema definito dal problema, ha una posizione paritetica, assolutamente non gerarchica. Il suo atteggiamento è collaborativo, umile come chi deve apprendere dal paziente, ma nello stesso tempo professionale, essendo un esperto della conversazione. Il terapeuta rinuncia anche a usare categorie nosografiche tradizionalmente psichiatriche, non ricerca cause e spiegazioni prime.

Le diagnosi del terapeuta sistemico-strategico somigliano di più ad etichette inventate sul momento, che diventano utili parole da usare e riusare nel corso delle sedute per spiegare a noi stessi e alla persona che abbiamo di fronte il suo modo di agire e pensare in relazione a situazioni e sistemi principali.

 

Ridefinire il sintomo per superare le etichette diagnostiche

Cosa può essere utile fare in terapia, invece di apporre etichette diagnostiche sulle persone?

Michael White, terapeuta della famiglia e direttore del Family Therapist Dulwich Centre di Adelaide, parla di “esteriorizzazione”. Si tratta di una mossa terapeutica che genera una ridefinizione percettiva e semantica del problema della persona.

L’esteriorizzazione permette, mediante definizioni, di ridefinire e cambiare il punto di osservazione, concedendo alla persona la possibilità di distaccarsi dal problema, come se il sintomo avesse vita propria e non fosse in nessun modo sotto il controllo e la volontà della persona stessa.

Ridefinire una condizione sintomatica, aiutando la persona a vedere in quello che finora ha etichettato come “disturbo” un problema che rappresenta solo una parte della sua vita e non la totalità, permette alla stessa di non avvertire il peso invalidante del disagio vissuto.

Questo modo di ridefinire la condizione problematica produce effetti positivi tanto sulla persona quanto sul suo sistema familiare poiché incoraggia la creazione di storie alternative della vita familiare dalle quali emergono “fatti” della loro vita e delle loro relazioni che non possono essere percepite nella descrizione saturata del problema.

Conclusioni

In conclusione riteniamo fondamentale ribadire come dal nostro punto di vista soffermarsi su etichette diagnostiche non incoraggia il cambiamento in terapia. Il terapeuta sistemico-strategico evita dunque le diagnosi, non si focalizza sui sintomi ma sulla persona.

Tale posizione critica nei confronti della diagnosi non è ascrivibile soltanto ai terapeuti strategici ma è condivisa da diversi approcci, come testimoniato dalle parole che seguono di C. G. Jung

«La diagnosi è una cosa del tutto irrilevante… Nel corso degli anni mi sono abituato a trascurare totalmente la diagnosi di specifiche nevrosi. Ciò che veramente conta è il quadro psicologico, che può essere disvelato nel corso della cura oltre il velame dei sintomi patologici»  (C.G.Jung)

Simonetta Bonadies
Psicologa, Psicoterapeuta

P.S.: vuoi saperne di più sulla nostra Scuola di Specializzazione in Psicoterapie Brevi Sistemico-Strategiche? Partecipa al prossimo Open Day gratuito: presenteremo la Scuola e vedrai un intervento sui 4 modelli di Terapia Breve insegnati (Terapia Strategica, Terapia Breve Centrata sulla Soluzione, Terapia Strategica Familiare e Terapia a Seduta Singola). L’evento è gratuito ma i posti sono limitati!
Iscriviti ora: clicca qui.