La storia recente, la pandemia, la riorganizzazione scolastica e della vita sociale legata al COVID 19, ha avuto grande impatto sulla vita di ciascuno, con risvolti particolari sugli adolescenti.
Ricerche recenti hanno evidenziato come un adolescente su 4 ha sintomi di depressione, la pandemia ha raddoppiato i casi in due anni.
Un’ampia metanalisi pubblicata su Jama Pediatrics (che ha incluso 29 studi condotti su oltre 80 mila giovani) ha evidenziato che 1 adolescente su 5 mostra segni riconducibili ad un disturbo d’ansia.
Tutto questo rischia di mettere a rischio l’evoluzione della salute mentale dei giovani.
In che modo possono essere utili le Terapie Brevi?
Considerando l’attuale quadro le Terapie Brevi possono rivelarsi di grande aiuto nel supportare famiglie e adolescenti in questa fase di profonda crisi.
L’adolescenza rappresenta un crocevia fondamentale per lo sviluppo psicologico della persona, è quindi di cruciale importanza gestire adeguatamente disagi e problematiche che si dovessero manifestare in questo periodo.
L’adolescenza è la fase della vita in cui i problemi che si presentano sono i più complessi e diversi che ciascuna persona possa affrontare e fronteggiare. Una concentrazione di mutazioni che se non bene “gestite” e accompagnate possono essere esplosive.
Da bambini si passa a giovani, ci si trova a fare i conti con una nuova persona che ha bisogno di svincolarsi dalla sua famiglia rendendosi autonoma e socialmente riconosciuta (e accettata!).
I cambiamenti riguardano il corpo, le relazioni, le emozioni, la performance.
Durante l’adolescenza i giovani premono sull’autonomia ed aumenta il bisogno di indipendenza, i genitori passano in secondo piano e le relazioni con i coetanei diventano il nutrimento quotidiano.
La terapia che si può proporre in questa fase della vita può essere diretta (con il giovane) oppure indiretta (con i genitori), già questo consente di intervenire a prescindere dalla disponibilità del giovane.
Ogni percorso diretto deve comunque tener conto della condivisione e collaborazione con le figure genitoriali, orientando tutti (figlio, genitori e terapeuta) verso la medesima direzione.
I vantaggi delle Terapie Brevi con gli adolescenti
Tra i vantaggi delle Terapie Brevi c’è l’offrire all’adolescente un percorso strutturato e limitato nel tempo, l’idea della durata (non eterna!) aiuta a costruire una migliore alleanza, aggirando l’opposizione al trattamento che sovente dimostrano gli adolescenti.
Questo aiuta a fronteggiare la scarsa motivazione al trattamento che numerose volte gli adolescenti palesano, trovandosi nello studio dello psicologo non sempre per scelta ma spesso su “consiglio” di qualche altra persona (genitori, scuola, etc.).
I percorsi di Terapia Breve sono quindi molto indicati nel lavoro con gli adolescenti proprio perché l’idea di temporalità limitata e definita incoraggia il giovane a fare da solo e svincolarsi, mettendolo al sicuro da un’eventuale (ed eccessiva) dipendenza dal terapeuta.
Utilizzare le Terapie Brevi nel lavoro con gli adolescenti richiede alcune linee guida e presupposti che il professionista deve tenere in mente.
Vediamone alcuni.
Evitare le etichette
Rapportarsi alla persona, rimettendola al centro, lasciando da parte stigmatizzazioni che se usate (e reiterate) rischiano di fissare credenze che fungeranno da substrato alla costruzione di personalità distorte.
Il concetto deve essere chiaro tanto al professionista quanto ai genitori, che dovranno evitare di usare aggettivi per “bollare” il comportamento, considerando ciascuna persona come essere unico, focalizzandosi sulle risorse piuttosto che sul comportamento problema.
Etichettare rischia di creare profezie che si auto-avverano, spesso le raccomandazioni preventive degli adulti finiscono per invitare l’adolescente a fare proprio quanto si è chiesto di non fare.
Lavorare sulle risorse
Come visto in altri articoli di questo blog 0 (zero) è il numero più frequente di sedute in psicoterapia, questo significa che abbiamo le risorse per fronteggiare gli eventi che la vita ci propone.
La traccia da seguire è identificare, utilizzare e amplificare le risorse che l’adolescente porta in terapia. Aiutare la persona a identificare le proprie risorse apre scenari positivi, facilita la visione di prospettive praticabili. La Miracle Questions già trattata in altri articoli di questo blog favorisce questo processo.
Lavorare con la rete
Bisogna analizzare non solo come il minore percepisce il proprio problema (a patto che lo percepisca!) ma anche come gli adulti di riferimento percepiscono e reagiscono al problema.
è fondamentale creare un’alleanza sia con l’adolescente sia con la famiglia, a tal proposito sospendere il giudizio e “lavorare con” piuttosto che “lavorare per” è la strada maestra da seguire.
Prescrizioni
Ben si sposano con la vitalità e voglia di azione tipica dell’età adolescenziale. Le prescrizioni, usate in sessione o tra una sessione e l’altra, consentono all’adolescente di toccare con mano da subito il cambiamento.
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Bibliografia
Cannistrà, F. , Piccirilli, F. (2018), Terapia a Seduta Singola. Giunti, Firenze
Cannistrà, F. , Piccirilli, F. (2020), Terapia Breve centrata sulla soluzione. EPC Editore, Roma
Nardone, G. , Giannotti, E. , Rocchi, R. 2001, Modelli di famiglia. Conoscere e risolvere i problemi tra genitori e figli, Ponte alle Grazie, Milano
Horigian, V. Robbins, M. Szapocznik (2004). Terapia breve strategica familiare. Rivista Europea di Terapia Breve Strategica e Sistemica n. 1
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Rizzi, A., Verrastro, V. (2014) Evolving solution-oriented Brief Family Therapy Approach with difficult adolescents. QUALE psicologia, 2014, 2.
Scarlaccini, F., Cannistrà, F. (2017). Aiutami a diventare grande. EPC editore, Roma.