[Il caso clinico in questione NON è reale. Si tratta di un esempio che prende spunto da più situazioni modificate e rese irriconoscibili]

Paola (nome di fantasia) ha 23 anni, è sempre stata una brava studentessa ma ora, al secondo anno di farmacia, non riesce più ad andare avanti con gli esami: è stata bocciata a giugno in chimica e, da quel giorno, non si è più presentata agli appelli successivi, rimandando gli esami con una scusa o con un’altra.

Questa cosa fa arrabbiare i suoi genitori che la minacciano continuamente di non pagare più né l’Università né altre attività tipo palestra, uscite con le amiche, vestiti, ecc. La tensione in casa è altissima e, nel periodo di convivenza forzata, la situazione sta esplodendo.

Paola mi chiama durante la quarantena per un incontro on line. È una bella ragazza ma non sembra curarsi molto del suo aspetto: si collega in pigiama, seduta sul letto a gambe incrociate, tra coperte e vestiti abbandonati dove capita, struccata e spettinata, con la faccia di chi non ha passato una bella nottata.

Come prima cosa mi parla dei suoi problemi con lo studio e mi dice che, da quando è stata lasciata dal fidanzato, a novembre, non ha più avuto voglia di fare niente e da allora vive in uno stato di perenne apatia. Mi dice che la sua reazione e questo abbandono non è normale e che dopo tanti mesi avrebbe dovuto rassegnarsi e invece non riesce a darsi pace.

[Apertura e proposta della TSS]

La fermo subito e le propongo di lavorare come se quello fosse il nostro unico incontro: alla fine del colloquio deciderà se va bene così o se vuole un altro appuntamento. In ogni caso ci tengo a dirle che potrà chiamarmi in qualsiasi momento e che la mia porta, o meglio, il mio account di skype, sarà sempre attivo! Paola ride e, in modo malinconico, mi dice che per risolvere tutti i suoi problemi non basterebbe una vita di terapia…

[Fase iniziale: definizione degli obiettivi]

Paola “Mi sento come un criceto nella ruota: giro giro ma sto sempre lì, non so da che parte cominciare…”

Letizia “Comincia a fermarti un momento, smetti di girare la ruota, stai sprecando tante energie e questo fino ad ora mi sembra che non ti abbia aiutato. Se affrontiamo un problema alla volta possiamo farcela. Proviamo a stabilire qual è per te l’obiettivo più importante in questo momento. Mi hai parlato di blocco con l’Università, di non riuscire a superare la rottura con il tuo ragazzo e di avere problemi con i tuoi genitori. Qual è per te la cosa più importante da affrontare in questo momento?”

P. “Beh, quello che mi fa stare più male adesso è che Marco mi ha lasciata senza motivo. Dell’Università non me ne importa niente e, sinceramente, non me ne importava nemmeno prima; con i mie genitori non sono mai andata d’accordo, soprattutto con mia madre …. quindi sì, è Marco il problema”

L. “Ok. Ti fa stare più male il fatto che non state più insieme o che ti ha lasciato senza motivo?”

P. “Più che senza motivo, senza spiegazione, ecco è questo che mi fa stare peggio: mi ha lasciata con
un messaggio, senza poterci spiegare guardandoci negli occhi. Sono passati 5 mesi ma più passa il
tempo e più mi sento sul punto di perdere la testa, non mi sembra di aver metabolizzato la cosa in
modo sano. L’altra notte ho sognato …. ti posso raccontare un sogno?”

L.”Vai, sono pronta”

P.”Ho sognato che lui mi bloccava sui social e il dolore che ho provato durante il sogno e al risveglio
mi sembra eccessivo. Per tutto il giorno ho pensato al sogno, mi sono sentita scioccata, nemmeno
quando ho sognato la morte di un parente ho provato tanto dolore. Che lui mi rimuova dai social
non è una cosa così improbabile e potrebbe tranquillamente accadere da un momento all’altro… Mi
chiedo, dunque, che reazione avrò se ciò dovesse accadere? Sono completamente fuori di testa e i
miei atteggiamenti verso questa situazione non rientrano nella normalità. Mi sembra di rasentare i
livelli di follia di mio cugino che è schizofrenico.”

L.”Se ho capito bene questo sogno ti ha veramente turbata. Mi hai detto che la cosa che più ti ha
fatto stare male del sogno è che lui ti ha bloccato sui social, è così?”

P. “Sì, è così, non è tanto che mi ha lasciato quanto che mi possa bloccare, e questa cosa potrebbe
succedere realmente e se succedesse non avrei più una possibilità per riconquistarlo”

L. “Dunque vorresti provare a riconquistarlo?”

P. “Sì, ma non so come fare, sembra che a lui non interessi un fico secco di me …”

L. “Ascolta Paola, nel sogno Marco ti aveva bloccato ma nella realtà questo non è successo. Nella
situazione attuale e reale, di quali benefici puoi godere? Cioè, che vantaggi hai nell’essere tra le sue
amicizie di facebook e di instagram?”

P. “Beh, mantengo buoni rapporti, almeno nelle apparenze, e posso mostrarmi in un certo modo a
lui, mandandogli ad esempio dei messaggi impliciti”

L. “Ok, quindi, dal momento che non ti ha bloccata , ad oggi hai due cose che giocano a tuo
vantaggio: una è che comunque i rapporti sono “buoni” o almeno civili, diciamo così ; l’altra è che hai
la possibilità di mostrargli quello che vuoi di te, sia le cose più belle che quelle più brutte : secondo te
lui potrebbe essere più interessato ai tuoi successi o ai tuoi insuccessi?”

P. “Penso proprio ai miei successi. Generalmente ci interessiamo ai successi delle persone,
soprattutto se le abbiamo perse per qualche motivo. Almeno a me capita così, davanti a foto di
lauree, premi, viaggi, fidanzamenti…”

[Fase mediana: indagine delle risorse e delle eccezioni al problema]

L. “Anche a me capita così…..in base a quanto mi hai detto ora, ti viene in mente qualcosa che
potresti fare?”

P. “Sicuramente riprendermi e ricominciare a vivere può giovarmi…e avrei qualcosa da mostrare”

L. “Ci sono stati dei momenti della tua vita in cui puoi dire di “aver vissuto?”

Paola annuisce con la testa e l’espressione sconsolata.

L. “Mi vuoi raccontare cosa facevi di diverso da ora?”

P. “Sicuramente i momenti più felici della mia vita erano quelli in cui venivo apprezzata dal sesso
opposto (anche se a me poi quelle persone non interessavano)… Non so perché ma quando
qualcuno prova interesse e stima nei miei riguardi mi sento felice, forse più di quanto accade ad
altre persone. Posso dire di essere stata felice quando sono dimagrita o quando sono stata a fare un
viaggio in Francia, un anno fa. Forse potrei aggiungere anche quando ho iniziato a cantare in un
gruppo o quando andavo molto bene a scuola. Ma tutte queste cose le ho fatte perché mentre le
facevo avevo l’approvazione degli altri, che per queste cose mi stimavano”

L. “A volte è difficile capire qual è il punto da cui comincia un cerchio: tutte queste cose che ti
facevano stare bene, le facevi perché eri apprezzata o eri apprezzata perché le facevi? Non
possiamo saperlo. Di fatto, quando le facevi eri apprezzata, quindi questo significa che è un circolo
virtuoso che, se comincia, si autoalimenta dando risultati eccellenti. Tutto sta a cominciare. Supponi
di essere già dentro al cerchio, cioè che c’è già qualcuno che ti apprezza ma che ti apprezzerebbe di
più se tu facessi le cose che ti fanno stare bene. Quindi comincia a farle, e falle sempre di più.
Comincia dalla cosa più piccola e vai avanti, più fai più avrai la stima degli altri”.

Paola abbassa lo sguardo e resta in silenzio.

L. “Tu stimeresti una persona che sta in pigiama tutto il giorno a mangiarsi le unghie o i cioccolatini e
a pensare a quanto è sfortunata? Ti innamoreresti di un ragazzo così? O ti piacerebbe di più un
ragazzo con degli obiettivi, un progetto di vita, un ragazzo che si impegna, anche con molta fatica,
per raggiungere uno scopo, che sia economico, lavorativo, affettivo…?”

P. “Sì… apprezzerei di più un ragazzo che si dà da fare”

Ancora un attimo di silenzio.

[Fase finale: complimenti, accordi sul follow-up]

L. “Ti sembra che siamo state in linea con quanto ci eravamo dette all’inizio? Cioè siamo state sul tuo
problema?”

P. “Mi sembra di sì”

L. “Allora siamo arrivate a un punto importante, ti faccio i complimenti per come sei riuscita a
riconoscere le tue risorse … sono veramente tante le cose che ti possono dare la forza per scendere
dalla ruota del criceto e salire su una scala”

P. “Sì, penso di farcela. A pensarci bene, se ricomincio a vivere e volermi un po’ di bene magari non
riuscirò a riconquistare Marco, ma non c’è solo lui al mondo …”

L. “Brava, l’importante è non farsi cogliere impreparati dalla vita e <> [M. Erickson]”

Paola mi guarda: ha una luce diversa negli occhi.

L. “Facciamo così, sentiamoci fra una quindicina di giorni così mi dici come va. Chi si ricorda prima
chiama l’altra ok?”

P. “Va bene … magari, se in questi 15 giorni non mi è ancora tornata la voglia di studiare parliamo di
quello?”

L. “Certo, di tutto ciò che vuoi, sempre una cosa per volta però, ok?”

P. “Ok!”

[Follow-up]

Ci sentiamo dopo due settimane, la chiamo io. Paola si sta concentrando su un esame, non quello di
chimica, ha deciso di lasciarlo stare per un po’ e dedicarsi ad altro.

Il periodo di isolamento non l’ha aiutata e tante cose che avrebbe voluto fare in realtà non ha potuto farle: avrebbe voluto riprendere le lezioni in palestra, ricominciare a frequentare all’Università, uscire un po’ con qualche amica ma tutto ciò, per ora, non è stato possibile.

Mi dice però che il solo fatto di aver pensato e desiderato di uscire dal suo torpore l’ha messa di buon umore e ha cominciato a fare qualcosa dentro casa: ha sistemato la sua camera buttando via tante cose inutili, ha cominciato a preparare qualche dolce e si è iscritta ad un canale youtube di cucina salutare sperimentando qualche ricetta e uscendo per reperire gli ingredienti necessari.

Mi dice che per ora la situazione sembra sotto controllo e che mi farà sapere come andrà l’esame.