[Il caso clinico in questione NON è reale. Si tratta di un esempio che prende spunto da più situazioni modificate e rese irriconoscibili]

Si può superare l’ansia da esami in tempi brevi?
In questo articolo vedremo come poche semplici prescrizioni possano sbloccare un problema estremamente invalidante.

Studio studio…e alla fine scappo!

Si presenta nel mio studio Thomas (nome di fantasia), 19enne iscritto al primo anno di giurisprudenza.

È estremamente giù di morale, racconta di cominciare a dubitare delle sue capacità.

“Eppure alle superiori andavo bene! Non capisco cosa mi stia succedendo”.

Mi faccio raccontare cosa lo stia preoccupando.

Fare giurisprudenza è sempre stato il suo sogno, le materie gli piacciono, lo appassionano. Ma quando si tratta degli esami…

“Che succede quando ti devi presentare ad un esame?”

“Che succede SE mi presento, dottoressa. Al momento ne ho indietro sei, e temo che ben presto altri si aggiungeranno alla pila dei fallimenti”

“Spiegami meglio…”

Thomas racconta come gli unici esami in cui è riuscito a presentarsi fossero scritti.

Quando invece deve approcciarsi ad un orale, la paura di venire giudicato negativamente dai professori lo paralizza. Nei giorni prima comincia a provare una fortissima ansia, ansia che arriva al suo picco il giorno dell’esame.

Finora, ogni volta che avrebbe dovuto presentarsi ad un esame orale l’ansia era talmente forte da farlo correre via non appena arrivato in Università. Le ultime volte non è nemmeno uscito di casa.

Analisi delle tentate soluzioni disfunzionali

Dal racconto fatto da Thomas emerge come l’evitamento sia la principale strategia messa in campo dal ragazzo per proteggersi dall’ansia da esami orali.

Questa strategia però non è per nulla funzionale in quanto lo ha portato a collezionare una serie di “non presenze” che ora stanno cominciando a pesare. E a fargli dubitare delle sue capacità.

L’evitamento, infatti, è una delle principali tentate soluzioni disfunzionali quando si parla di ansia. Evitare ci fa sentire protetti e al sicuro, ma diventa ben presto un’arma a doppio taglio. Evitare infatti convince la persona di non essere in grado di superare le situazioni ansiogene, creando un circolo vizioso di evitamenti sempre maggiori.

Manovre terapeutiche

Come primo intervento ho quindi ristrutturato a Thomas il fatto che i suoi evitamenti, nati per proteggerlo dall’ansia, siano diventati i principali fattori di mantenimento del problema.

“Thomas, vorrei farti notare che ogni volta che eviti ottieni due effetti. Il primo è quello di proteggerti dall’ansia, e quindi è un effetto apparentemente positivo. Il secondo effetto però è quello di darti conferma di non avere capacità di affrontare queste situazioni. Più eviti e più diventerà difficile affrontare il problema, perché ogni volta che eviti ti confermerai di non essere capace.”

Ho poi prescritto a Thomas la peggiore fantasia. Questa tecnica consiste nel chiedere alla persona di evocare quotidianamente, per 30 minuti al giorno, tutto ciò che provoca l’ansia, cercando di esasperare l’ansia stessa. L’effetto di tale tecnica è paradossale, e farà si che “aggiungendo legna al fuoco” l’ansia si estinguerà.

Infine, chiedo a Thomas di dichiarare il proprio perturbante segreto al prossimo esame orale.

“La prossima volta che avrai un esame orale, che non eviterai per i motivi che abbiamo visto prima, ti chiedo di fare questa cosa. Stabilisci quanto sei agitato su una scala da 0 a 10. Stabilisci poi qual è la soglia critica per ritenere l’ansia sopportabile e, se la superi, dichiara apertamente la tua agitazione al professore, anticipando le tue difficoltà e scusandoti”.

Questa tecnica produce due effetti.

Da una parte mira ad aumentare l’empatia dell’esaminatore, che ci ascolterà con un atteggiamento più accogliente.

Dall’altra ha lo scopo di aiutare la persona in ansia a non dover focalizzare le proprie energie per nascondere i segnali d’ansia che trasmettiamo. Spesso, chi ha l’ansia da performance, usa tantissime energie per “mascherare” i segnali d’ansia. Si schiarisce di continuo la voce, si sforza di non tremolare, cerca di non arrossire… tutti tentativi che in realtà mostrano la nostra ansia, invece che nasconderla!

Dichiararla, invece, farà sì che non dovremo più utilizzare le nostre energie per nasconderne i segnali.

Effetti delle prescrizioni

Rivedo Thomas a metà sessione, e mi comunica con soddisfazione di essere riuscito a dare ben tre esami orali!

La peggiore fantasia ha avuto fin dall’inizio un effetto calmante, al punto che non ha nemmeno avuto bisogno di svelare il suo perturbante segreto agli esaminatori, perché l’ansia non ha mai superato la soglia critica!

 

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