“Contesto di competenza” come premessa all’alleanza terapeutica nella co-progettazione della terapia

La co-progettazione di una terapia efficace si sviluppa all’interno di un “contesto di competenza” (Hoyt, 2014, p. 67) caratterizzato dalla condivisione, veicolata dall’alleanza terapeutica, di obiettivi e risorse tra terapeuta e la persona che richiede di intraprendere una terapia.

Come sostiene l’approccio costruttivo minimalista (Hoyt, 1994b, 1996a; Talmon, 2014), a prescindere dal quadro teorico terapeutico di riferimento, la percezione di incoraggiamento e responsabilità a carico della persona risulta prodromica a cambiamenti sostanziali nella costruzione di sé e della propria esperienza mediante meccanismi di propagazione attraverso sistemi interiori e interpersonali (Cannistrà e Piccirilli, 2018).

Come sottolineato in particolare dalla base teorica su cui pone le fondamenta l’approccio di terapia a seduta singola: la terapia è della persona che la richiede e in quanto tale procede in modo esaustivo quando il lavoro è incentrato e asseconda la “teoria del cambiamento” della persona stessa (Cannistrà e Piccirilli, 2018).

In altri termini: la terapia seguirà la rappresentazione della persona riguardante la modalità con cui attende un cambiamento risolutivo del quesito terapeutico.

Co-progettazione, chiarezza e trasparenza promuovono infatti uno stato di autenticità nella relazione terapeutica.

Vivere il momento presente nella co-progettazione dell’agenda terapeutica

Il concetto di cambiamento nella terapia a seduta singola è inquadrato all’interno di una cornice di “consapevolezza di possibilità”.

Tale cornice è co-determinata dalla consapevolezza della temporalità necessaria al verificarsi di un cambiamento come realtà rapida all’interno dell’esperienza umana. In ambito terapeutico l’esperienza emozionale correttiva (Alexander, 1946) ne è chiaro un esempio.

Poter attendere un cambiamento in una seduta singola è possibile, in particolare quando si assume attivamente un atteggiamento proattivo verso di esso.

Essere “presenti” nel momento presente è la chiave (Talmon, 2014).

Emblematica a riguardo risulta la definizione della cornice spazio-tempo dell’incontro terapeutico come “dono della terapia” (Yalom, 2002).

Cruciale risulta la risposta del terapeuta a questo dono mediante la restituzione di senso, risorse e di una nuova prospettiva che conferisca speranza e senso di agentività – all’interno della cornice di consapevolezza della potenzialità del momento presente (Talmon, 2014).

La terapia avviene infatti “una seduta per volta” e ogni sessione è completa nel suo complesso (Cannistrà e Piccirilli, 2018). A partire da questa consapevolezza si realizza la co-progettazione dell’agenda terapeutica.

Creazione di una realtà terapeutica basata sulla co-progettazione

La creazione di una realtà terapeutica pone le sue radici sulle consapevolezze condivise, tra terapeuta e persona, in merito alle possibilità di risoluzione della richiesta in termini tempistici e operativi (Cannistrà e Piccirilli, 2018).

Le persone stesse sono co-responsabili del successo della terapia (Duncan e Miller, 2000) e in quanto tali è cruciale sottolineare il concetto di co-progettazione della stessa.

La co-definizione di obiettivi di trattamento, che siano definiti e realizzabili, permette la strutturazione di un’alleanza terapeutica.

La co-progettazione della terapia si basa sulla consapevolezza del ruolo della persona come individuo agente nella relazione d’aiuto. Il terapeuta, infatti, orienta il percorso terapeutico verso l’obiettivo condiviso tenendo in considerazione le rappresentazioni della realtà e l’attitudine operativa della persona.

Non spetta individualmente al terapeuta definire il problema e le rispettive soluzioni, bensì deve co-progettare con la persona il processo finalizzato alla risoluzione dell’analisi della domanda di terapia.

Tutto il percorso si configura dunque come un processo congiunto e la persona è valorizzata ed esortata nella sua agentività (Cannistrà e Piccirilli, 2018).

Non deve essere dunque il punto di vista della persona a dover essere rielaborato verso una pre-concezione terapeutica ma bensì deve essere la terapia ad integrarsi alla teoria del cambiamento della persona, privilegiando e salvaguardando le propensioni terapeutiche della persona stessa (Duncan e Miller, 2000).

Deve essere dunque una co-progettazione perché «La terapia è diversa per ogni caso. Quando un medico mi dice che segue rigorosamente questo o quel metodo, ho i miei dubbi sull’efficacia della sua terapia. È stato scritto tanto sulla resistenza che oppone il malato, da far sembrare quasi che il medico voglia tentare di imporgli qualcosa, mentre la cura dovrebbe provenire spontaneamente dal malato stesso» (Jung, 1925).

 

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Bibliografia:

Alexander S. M., French T. M. (1946). Psychoanalytic therapy: principles and application, Ronald Press, New York.

Cannistrà, F., Piccirilli, F. (2018). Terapia a seduta singola. Principi e pratiche. Giunti Psychometrics

Duncan B. L., Miller S. D., (2000), The client’s theory of change: consulting the client in the integrative process”, Journal of Psychotherapy Integration, 10 (2), 169-187.

Hoyt M. F. (1994b). Single Session Solutions. In M. F. Hoyt (ed.), Constructive therapies, Guilford Press, New York, pp. 140-159

Hoyt M. F. (1996a). Constructive therapies, vol. 2, Guilford Press, New York.

Hoyt M. F. (2014). “Psychology and my gallbladder: An insider’s account of a single session therapy”. In M.F. Hoyt M. Talmon (eds.), Capturing the Moment: Single Session Therapy and Walk-In Services, Crown House Publishing, Bethel, pp. 53-72

Jung C. G. (2003). Psicologia analitica. Appunti del seminario tenuto nel 1925. Magi Edizioni, Roma

Talmon M. (2014). “When less is more: maximizing the effect of the first (and often only) therapeutic encounter”. In M. F. Hoyt, M. Talmon (2014a) (eds.), Capturing the moment. Single Session Therapy and walk-in services, Crown House, Bancyfelin, pp. 27-40).

Yalom I. D. (2002). The gift of therapy: an open letter to a new generation of therapists and their patients, Little Brown Book Group, London (trad. it. Il dono della terapia, Neri Pozza, Vicenza 2014).

 

Articolo di: Gloria Castelletti