Induzione e falsicabilità

Popper critica il concetto di induzione e sostiene, che essa non possa essere un fondamento adeguato per costruire il sapere scientifico e cerca un nuovo criterio, che permetta di distinguere, ciò che è scienza da ciò che non lo è.

Questo criterio non è più la verificabilità, ma la falsificabilità, che si ritrova anche nelle Terapie Brevi, che pure si fondano su un criterio scientifico, teso a esaminare le ipotesi e le soluzioni, proposte nel corso della seduta e verificare poi, la loro efficacia.

Secondo Popper il metodo della scienza è un susseguirsi di congetture e confutazioni e la verità è un processo di ricerca sempre attivo.

In quest’ottica le Terapie Brevi si ricollegano al pensiero popperiano e propongono un approccio terapeutico, basato sull’evidenza e sull’adattamento continuo del paziente.

Analogie tra le Terapie Brevi e Popper

L’induzione è quell’evoluzione logica, che dovrebbe consentire di ricavare tesi o leggi universali a partire da osservazioni particolari.

Se io, però, volessi veramente verificare una proposizione universale, dovrei fare infinite osservazioni, che dovrebbero sempre confermare la mia legge universale, ma questa sarebbe un’operazione impossibile.

D’altra parte per falsificare la mia teoria, è sufficiente una sola osservazione, che neghi la mia legge universale. La scienza quindi, non può fondarsi sull’induzione.

Un’analogia interessante tra le Terapie Brevi e Popper sta nel valorizzare la sperimentazione e la ricerca empirica. Per Popper sono scientifiche le teorie potenzialmente falsificabili, cioè quelle che fanno previsioni specifiche su ciò che accadrà e che si espongono a una possibile falsificazione.

La scienza va sempre alla ricerca di falsificatori potenziali e di esperienze cruciali, che mettano in crisi le proprie teorie.

La scienza non è un insieme di verità certe, ma di ipotesi che finora hanno resistito alla falsificazione.

Secondo Popper, la conoscenza scientifica è sempre fallibile, perché può essere smentita da osservazioni o esperimenti futuri e neanche le procedure di falsificazione possono essere definitive, perché non è possibile verificare se una teoria sia vera.

E’ possibile invece, dimostrare che sia falsa, quindi l’esperienza è già orientata dalla teoria.

Noi aspiriamo alla verità e poiché non possiamo mai essere sicuri di averla trovata, cerchiamo di eliminare i possibili errori, che ci mostrano che non è la verità quella che abbiamo raggiunto e che la nostra ipotesi è falsa. Noi tentiamo, cioè, di confutare le nostre stesse ipotesi.

L’importanza di testare la teoria

Popper evidenzia l’importanza di esaminare le teorie attraverso l’osservazione dei risultati ottenuti durante le sedute terapeutiche per vagliare gli interventi proposti.

Le Terapie Brevi e Popper propongono un percorso fondato sulla necessità di verificare le ipotesi attraverso l’osservazione diretta dei fenomeni.

Le Terapie Brevi comunicano la necessità di vagliare continuamente le ipotesi e le soluzioni proposte durante le terapie per sperimentare la loro validità e apportare eventuali modifiche, relativamente ai risultati ottenuti.

Le Terapie Brevi si uniformano al pensiero di Popper, che evidenzia l’importanza di testare la teoria attraverso l’osservazione e la sperimentazione e pertanto, trovano in Popper la sorgente di un approccio terapeutico, costruito sull’evidenza e sul continuo adeguamento ai bisogni dei pazienti.

 

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Bibliografia

da  Rai Teche, Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche, 1994.

K.R. Popper, Lo scopo della scienza, Armando, Roma, 2000.

K.R. Popper, Logica della scoperta scientifica, [1934], Il Mulino, Bologna, 2009.