Dalla Logica Aristotelica alla Logica Strategica

Il primo modello di logica si deve ad Aristotele. Da tale modello erano escluse l’arte, la creatività, le contraddizioni e i paradossi. Per più di due millenni il pensiero occidentale è stato quindi condizionato dal razionalismo di tale logica. È vero, però, che nella vita di tutti i giorni e nelle dinamiche con gli altri e con il mondo ci si ritrova spesso di fronte a paradossi e contraddizioni facenti parte della cosiddetta logica delle ambivalenze.

La logica strategica, al contrario di quella aristotelica, ha studiato i fenomeni sulla base proprio delle ambivalenze logiche, utilizzando come strumenti operativi i paradossi, le contraddizioni, le profezie e gli autoinganni.

La scuola di Palo Alto ha dimostrato l’importanza dei processi non lineari facendo riferimento in tal modo a una causalità circolare che sostituisse la classica causalità lineare.

Giorgio Nardone, allievo di questa scuola, fu il primo a formalizzare un modello vero e proprio di logica strategica che con il tempo è diventato tecnologia di Problem solving strategico e che comprende modelli di soluzione, appunto, strategica sempre più efficaci ed efficienti, replicabili, trasmissibili e predittivi.

Il fondamento di ogni processo di Problem solving, e quindi anche del Problem solving strategico, prevede le fasi tipiche della ricerca scientifica descritte da Karl Popper (1972):

  • si inciampa su un problema;
  • si studiano i tentativi messi in atto come soluzioni;
  • si cercano soluzioni alternative;
  • le si applicano;
  • si misurano gli effetti;
  • si aggiusta la strategia fino a renderla efficace.

Se però la scienza ha come scopo quello di dare delle spiegazioni ai fenomeni studiati, il Problem solving rappresenta la tecnologia per trovare soluzioni. Aggiunge, inoltre, al processo di ricerca scientifico alcune tecniche che seguono la logica non lineare e che permettono di trovare soluzioni anche per ciò che sembra irrisolvibile.

Il Problem solving strategico serve quindi per ricercare la soluzione piuttosto che la spiegazione, dal momento che sono le soluzioni a spiegare i problemi e non il contrario. In tal modo non ci si concentra sulle cause passate ma sul rilevare cosa funziona e non funziona nel presente così da focalizzare l’attenzione verso il cambiamento (Aloisio V., 2023)

Fasi del processo di Problem Solving Strategico

  • Definizione del problema

Per prima cosa si deve analizzare cosa è il problema, chi ne è coinvolto, dove e quando si verifica, come funziona. In tal modo si cerca di vedere il problema da più prospettive e di renderlo più chiaro e definito evitando di sviluppare strategie influenzate dalle proprie idee. È inoltre importante ridefinire ripetutamente le caratteristiche del problema e dedicarci molto tempo all’inizio per poter risparmiarlo successivamente.

  • Concordare l’obiettivo

Definito il problema, il passo successivo prevede il concordare quali cambiamenti rappresentino per la persona un segno che le faccia ritenere il problema risolto. Il secondo passo prevede quindi la definizione dell’obiettivo da raggiungere.

  • Valutare le tentate soluzioni disfunzionali

Per individuare la soluzione più adatta al problema è necessario valutare quali sono stati i tentativi fallimentari messi in atto fino a quel momento nella speranza di risolverlo ma che non hanno fatto altro che mantenerlo. Ciò permette quindi di individuare cosa mantiene, appunto, il problema ma anche cosa lo può cambiare e risolvere.

  • Aggiustare il tiro progressivamente

Se la situazione problematica non permette di risolvere il problema tramite un’unica soluzione, può essere necessario utilizzare più soluzioni in sequenza. Si parte quindi dalla risoluzione del problema più raggiungibile per poi risolvere via via anche tutti gli altri. È importante in questo processo mantenere sempre una visione di globalità (Ambrogio D., 2016).

Tecniche utilizzate: focus sulla Tecnica dello scenario oltre il problema

  • Tecnica del come peggiorare, “Se vuoi drizzare una cosa, impara prima tutti i modi per torcerla di più”

Questa tecnica aiuta ad individuare le tentate soluzioni disfunzionali e tutti i modi per peggiorare ulteriormente la situazione. In tal modo si avrà un effetto paradossale in quanto la mente tende a creare avversione ed evitamento verso i comportamenti peggiorativi. Per di più, spingere la mente verso tali pensieri conduce all’elaborazione di soluzioni alternative.

La tecnica del come peggiorare permette inoltre di aggirare la resistenza del paziente e sbloccare le sue risorse e la sua creatività (Aloisio V., 2023).

  • Tecnica dello scalatore, “Anche il viaggio più lungo inizia con il primo passo”

Prende il nome da quello che fanno gli alpinisti nel pianificare la scalata di una montagna. In questo caso, nel programmare il percorso, non si partirà dalla base della montagna ma dalla vetta e si individueranno i passi da fare per giungere a ritroso al più piccolo passo da mettere in atto. In questo senso, spesso è utile partire dall’obiettivo da raggiungere e tornare indietro fino al punto di partenza così da suddividere l’obiettivo in micro-obiettivi (Aloisio V., 2023).

A ciò può essere collegata la tattica dei piccoli passi secondo cui, per sbloccare una situazione problematica, bisogna iniziare dal più piccolo ma concreto cambiamento ottenibile. Di fronte alla nostra incapacità di mettere in atto grandi azioni, si può iniziare dal passo più semplice. Questo permette inoltre di ridurre la resistenza al cambiamento del paziente e del sistema su cui si agisce (Nardone G., 2009).

  • Tecnica dello scenario oltre il problema, “Non aspettare il momento opportuno: crealo”

In questo caso la persona si deve immaginare lo scenario ideale al di là del problema. Si chiede al paziente di pensare a quale sarebbe lo scenario una volta risolta la problematica, nel caso di una situazione da cambiare, oppure una volta raggiunto del tutto l’obiettivo, in caso si voglia ottenere un miglioramento. Si deve quindi condurre la mente a immaginare tutte le caratteristiche della situazione ideale, o realtà ideale, nel momento in cui venga ottenuto il cambiamento strategico. In tal modo la persona è spinta a vedere cose che altrimenti non potrebbe concepire se si concentrasse solo sulla realtà presente e passata. Questa tecnica serve per rendere libera l’immaginazione e scegliere solo in seguito gli aspetti concretamente realizzabili per agire in tale direzione. Si sposta quindi l’attenzione del soggetto dal presente problematico al futuro senza problema.

Questa strategia mentale era una delle preferite di Leonardo da Vinci. Ad esempio, nel suo studio del volo progettò vari tipi di macchine che perfezionò progressivamente scartando i progetti peggiori e quelli irrealizzabili. Per questo decise di bocciare il suo primo progetto che dava troppo conto alla forza del pedale dell’uomo. Non avendo altre risorse come il motore a scoppio, inventato solo successivamente, decise di scartare il progetto in quanto irrealizzabile. In seguito pensò però intuitivamente all’utilizzo delle spinte naturali delle correnti d’aria e della propulsione del profilo alare sostenuto tramite il movimento della macchina. Grazie a tale intuizione, e all’osservazione dei rapaci che sfruttano le correnti aeree, Leonardo riuscì finalmente a inventare l’aliante.

Questo esempio è una dimostrazione del fatto che è possibile immaginare lo scenario al di là dei problemi anche se questi risultano complessi e persistenti (Nardone G., 2009).

 

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Riferimenti bibliografici

Nardone G. (2009). Problem Solving Strategico da tasca. L’arte di trovare soluzioni a problemi irrisolvibili. Milano. Ponte alle grazie

https://giorgionardone.com/it/formazione-soluzione-dei-problemi/#:~:text=LO%20SCENARIO%20OLTRE%20IL%20PROBLEMA&text=In%20pratica%20si%20tratta%20di,obiettivo%20prefissato%20fosse%20completamente%20raggiunto. (consultato in data 24/04/23)

https://www.centroditerapiastrategica.com/larte-del-problem-solving-strategico-conoscere-un-problema-attraverso-la-sua-soluzione/ (consultato in data 24/04/23)

https://www.danielaambrogio.it/blog/12/il_problem_solving_strategico.html (consultato in data 24/04/23)