“Portai alle labbra un cucchiaino di tè, in cui avevo inzuppato un pezzetto di madeleine. Ma nel momento stesso che quel sorso misto a briciole di biscotto toccò il mio palato, trasalii, attento a quanto avveniva in me di straordinario”.

Nel libro “Alla ricerca del tempo perduto” Marcel Proust descrive una piccola madeleine, che risveglia in lui ricordi lontani.

Quando si parla di cibo ed alimentazione non si parla solo di ciò che si mangia, ma di una percezione riguardo a ciò che si mangia.

Questo lo sa bene chi soffre di Binge Eating.

Sgarrare humanum est, digiunare diabolicum est

In genere i disturbi alimentari sono accompagnati dal controllo e dai sensi di colpa. Ad esempio la persona che soffre di Binge Eating avverte l’impulso di mangiare senza riuscire a controllare né la quantità, né la qualità del cibo.

Questi episodi di abbuffate si alternano a regimi di digiuno o semi-digiuno.

La dinamica che si crea è perciò quella dell’abbuffata, che corrisponde alla perdita di controllo, cui segue un periodo di digiuno o alimentazione molto ristretta, che dà l’illusione di riprendere il controllo, per poi sfociare di nuovo in una perdita di controllo…

Al contrario della bulimia nervosa, il Binge Eating non include il vomiting.

Secondo Nardone (2014) chi soffre di Binge Eating vive “l’effetto pitone” (2014), ovvero come questi serpenti, che dopo aver divorato la loro preda si deformano, si bloccano e devono aspettare alcuni giorni prima di ricominciare a nutrirsi, anche il soggetto che si abbuffa usa, come tecnica compensativa, un periodo di pausa dal cibo.

Ma è proprio questo digiuno prolungato la tentata soluzione che alimenta il problema, poiché finirà per esaltare il desiderio di cibo, portando la persona a perdere il controllo e a ricorrere nuovamente all’abbuffata.

Abbuffarsi e digiunare: questo è il problema?

Questo tentato controllo del cibo può portare delle conseguenze sia fisiche che psicologiche.

In primis la fluttuazione del peso corporeo e il rischio di sviluppare alcune malattie come l’arteriosclerosi, le malattie cardiovascolari, i disturbi del respiro e del sonno, ecc…

Per quanto riguarda l’aspetto psicologico, le persone con Binge Eating si sentono come un pendolo oscillante tra l’eccesso di controllo (ovvero il digiuno) e la perdita di controllo (le abbuffate compulsive).

Ciò porta spesso la persona ad isolarsi sia per vergogna del proprio stile alimentare sia per il proprio aspetto fisico.

Se te lo concedi puoi rinunciarvi, se non te lo concedi sarà irrinunciabile

Per uscire dal circolo vizioso del Binge Eating si può usare, nella prima fase dell’intervento, la manovra della “paura del digiuno”, che può essere comunicata sotto questa forma:

“Se una persona si vede grassa, in genere pensa che la migliore soluzione per dimagrire sia il digiuno, poiché è convinta che più restringe l’alimentazione e più dimagrirà… In realtà, quello che vorrei che tu iniziassi a pensare è che dovresti aver paura di digiunare, poiché ogniqualvolta ti astieni prepari l’abbuffata… Inoltre, se una persona alterna digiuni e abbuffate, finisce per assimilare ancora di più e così non dimagrisce, anzi… Quindi vorrei che tu iniziassi a pensare che il digiuno è pericoloso, perché ogni volta che digiunerai poi finirai per abbuffarti, e questo ti porterà ad ingrassare, non a dimagrire”.

Questa ridefinizione riguardo al concetto di digiuno predisporrà il paziente con Binge Eating alla concessione di un piacere controllato, imparando a lasciare andare il controllo, per poi riprenderlo gradualmente, sviluppando un controllo flessibile di se stessi e del cibo. D’altronde come dissero gli antichi: “ La virtù sta nel mezzo”.

 

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Riferimenti Bibliografici

Nardone, G. Milanese, R. Verbitz, T. (1999): “Le prigioni del cibo. Vomiting, anoressia, bulimia: la terapia in tempi brevi”. Milano, Ponte alle Grazie.

Nardone, G. (2003): “Al di là dell’amore e dell’odio per il cibo. Guarire rapidamente dalle patologie alimentari”. Milano, RCS Libri.

Nardone, G. (2007): “La dieta paradossale. Sciogliere i blocchi psicologici che impediscono di dimagrire e mantenersi in forma”. Milano, Ponte alle Grazie.

Nardone, G. (2013): “Psicotrappole. Ovvero le sofferenze che ci costruiamo da soli: imparare a riconoscerle e a combatterle”. Milano, Ponte alle Grazie.