[Il caso clinico in questione NON è reale. Si tratta di un esempio che prende spunto da più situazioni modificate e rese irriconoscibili]

Il sonno viene come l’avanzare della marea, ma a volte proprio tra le onde del sonno si può scatenare un vero e proprio tsunami.

E alle prime luci dell’alba si contano i danni.

E’ successo di nuovo.

Il lettino è di nuovo zuppo di pipì.

L’enuresi notturna è un disturbo che si manifesta nei bambini di età superiore ai 5/6 anni con un’emissione involontaria di urina durante il sonno.

Nonostante colpisca il 10%- 15% dei bambini intorno ai 6 anni, questo fenomeno tende a risolversi spontaneamente, ma questa risoluzione spontanea non avviene sempre.

Cosa si nasconde sotto al lettino bagnato

L’enuresi notturna spesso è sintomo di un periodo di malessere e disagio per il bambino:

-la nascita di un fratellino o di una sorellina;

– l’ingresso a scuola, un trasloco;

– la separazione dei genitori;

– un’ospedalizzazione prolungata.

Si tratta prevalentemente di eventi che stravolgono la vita del bambino, minando le sue certezze e i suoi punti fermi, influenzando il ritmo e lo stile della vita familiare.

Tutto ciò ha inevitabili ripercussioni sul bisogno di sicurezza, di attenzione e di dipendenza del bambino.

Basta cambiare le lenzuola… e qualche abitudine

Solitamente i genitori si accorgono dell’enuresi notturna al risveglio, e tutti sappiamo quanto sia già difficile affrontare la mattina.

Il lavoro che ci attende, la sveglia che non ha suonato, la colazione da preparare, il bambino da accompagnare a scuola… ed il lettino da cambiare !!

L’ira sorge spontaneamente e si riversa verso il “responsabile” del lettino bagnato, andando ad incrementare ancor più il problema.

L’ira è poi seguita da punizioni e dall’introduzione di pannolini, come tentata soluzione per arginare il fiume in piena durante la notte.

Per evitare questo scenario si può “prevenire per curare” anche se questo comporterà comunque un piccolo sacrificio. Anzi: una vera e propria ordalia.

L’ordalia della pipì

Per chi non conosce le tecniche paradossali, in particolare quella dell’Ordalia, questa cosa sembrerà strana, bizzarra, o inefficace.

Però non è così, dato che sull’argomento ci ha scritto un intero libro Jay Haley, che è stato uno dei più grandi esperti di Terapia Breve e Terapia Sistemico Familiare, massimo esponente della scuola di Palo Alto, grande allievo di Milton Erickson, Gregory Bateson, Salvador Minuchin.

Insomma un autore da tenere in considerazione.

L’antica ordalia designava quelle prove a cui le persone si dovevano sottoporre e il cui successo o fallimento avrebbe decretato il giudizio di Dio nei confronti della persona stessa.

La stessa prova verrà richiesta ai genitori e soprattutto al bambino stesso, al fine di non ricevere il giudizio di Dio, bensì la grazia “divina” di risolvere il problema dell’enuresi.

I genitori dovranno mettere la sveglia ogni ora, nel corso della notte, non appena suonerà la sveglia accompagneranno il bambino al bagno, anche qualora non avesse bisogno di urinare, se invece, il lettino sarà già bagnato si chiederà al bambino stesso di cambiare le lenzuola e le mutandine. Ogni ora per tutta la notte.

A cosa serve questo rituale?

Sembra qualcosa di più sconveniente e faticoso rispetto al problema stesso.

Ma logica da seguire è proprio quella per la quale si chiede al paziente di fare un compito che può essere gravoso o faticoso più del sintomo, al punto che la persona, piuttosto che metterlo in atto abbandona il sintomo stesso.

E poi si sa: se si se vogliono ottenere dei risultati eccezionali, bisogna sottoporsi…a un duro lavoro!

In tal modo quando ci si perderà nel soffice sonno, come su un veliero, ci si potrà spingere in sicurezza alla deriva, attraverso l’incantata oscurità verso il purpureo ed asciutto mattino…

 

Riferimenti bibliografici

Nardone G. “ Aiutare i genitori ad aiutare i figli”, Ponte alle Grazie