A cosa può servirci la scala in Terapia Breve?

Utilizzando la tecnica della scala, il terapeuta mette nelle mani del cliente uno strumento per focalizzare il suo futuro desiderato e le risorse che lui ha per raggiungerlo.

Una sorta di faro che punta direttamente alla soluzione e mette in luce tutte le possibili strade per raggiungerla.

Questo aiuta le persone a diventare più creative e incisive e consente loro di attivare tutte le risorse necessarie per trovare la “migliore” soluzione.

La scala può essere intesa come un espediente per aiutare il cliente a visualizzare la sua situazione: non si tratta di una valutazione oggettiva ma piuttosto soggettiva del cliente, consentendogli di analizzare il modo in cui è arrivato al punto in cui si trova focalizzandosi sui suoi punti di forza e sulle azioni compiute per arrivare dove è arrivato.

Si apre così uno scenario che consente a entrambi, cliente e terapeuta, di scoprire cosa il cliente pensa riguardo ai propri progressi e ai propri obiettivi.

La miracol question è centrale in questo processo perché sposta la visione del cliente dal “problema” alla “soluzione” e ciò implica il salto da un livello di consapevolezza ad un altro.

La miracol question è stata utilizzata per la prima volta da Steve de Shazer e Insoo Kim Berg con l’obiettivo di aiutare il cliente a cambiare prospettiva, seguendo un percorso ascendente lungo il quale la persona segue e risolve il problema stesso.

Dopo aver posto la miracol question al cliente viene chiesto di descrivere dove si trova o si sente in questo preciso momento collocandosi su una scala che va da 0 a 10, dove 0 rappresenta il problema e 10 la soluzione.

Nel fare questo e nel descrivere dettagliatamente ciò che desiderano, le persone accompagnano le descrizioni con piccoli movimenti del corpo, espressioni del volto, movimenti delle mani, come se stessero sperimentando le sensazioni che la dimensione “oltre il problema” gli consentirebbe di vivere.

In quanti modi possiamo usare la scala in Terapia Breve?

I modi in cui possiamo utilizzare la tecnica della scala sono potenzialmente infiniti, basti pensare che si potrebbe costruire una scala per ogni problema presentato dal cliente.

La formula è sostanzialmente la stessa ma il terapeuta ha il compito di declinarla in base a ciò che porta il cliente e in base al suo mondo: “in una scala da 0 a 10, dove 0 rappresenta il problema e 10 è il momento in cui avrai raggiunto il tuo futuro desiderato, dove ti trovi in questo momento?”.

Questa scala viene definita scala del presente ed ha lo scopo di aiutare il cliente a focalizzare il futuro desiderato e di definire l’obiettivo della terapia. Generalmente questa scala viene proposta in prima seduta e può essere poi riutilizzata per:

• Definire l’obiettivo e le azioni concrete per raggiungerlo: “cosa devi fare per salire un gradino più su?”

• Indagare le risorse: “come hai fatto ad arrivare a questo punto?”

• Individuare i singoli obiettivi: se il raggiungimento del 10° gradino implica una serie di sotto obiettivi si può chiedere al cliente di suddividere i micro obiettivi in singole scale ciascuna delle quali verrà analizzata individualmente e costituirà una parte del percorso terapeutico.

Una variante dell’uso della scala, soprattutto in questa ultima modalità di funzionamento, è la tecnica dello scalatore, usata nella terapia breve strategica di Giorgio Nardone.

La tecnica dello scalatore si ispira ad una modalità utilizzata dagli alpinisti di alta quota che, nel progettare una scalata, partono dalla vetta (problema risolto), e idealmente scendono a terra a piccoli passi definendo il percorso a ritroso in modo che la tappa inferiore presenti una situazione immediatamente precedente a quella superiore.

Per cominciare a salire si deve cominciare subito a fare qualcosa, mettendo in moto il processo che porterà alla soluzione del problema.

Come utilizzare la scala per evidenziare le risorse?

L’uso della scala per indagare ed evidenziare le risorse del cliente è particolarmente interessante perché parte dal principio che il modo più efficace per aiutare il cliente è quello di metterlo nelle condizioni di aiutarsi da solo e di convincersi da solo che ha tutte le carte per farlo.

Per citare un aforisma di Blaise Pascal: “Di solito, ci si convince meglio con le ragioni trovate da se stessi che non con quelle venute in mente ad altri”.

Ciò però implica la necessità di restituire alla persona una immagine adeguata di sé e delle proprie capacità.

In tal modo l’indagine accurata delle risorse, cioè di tutte quelle cose che il cliente ha già fatto da solo per superare il proprio problema, tutte le competenze messe in atto fino ad ora e che l’hanno portato a quel livello sulla scala, costituisce un anello fondamentale per il buon esito della terapia.

Dopo aver posto la formula classica per indagare a quale gradino si trova sulla scala, la persona definirà il suo livello.

Aquesto punto il terapeuta procede chiedendo le ragioni di quel livello, chiederà cosa gli fa dire di essere lì e non a meno, indagherà come ha fatto ad arrivare fino a lì, cosa l’ha portato a visualizzarsi su quel gradino e non su uno più basso.

Attraverso una serie di domande formulate con in testa l’obiettivo di far riconoscere al cliente tutto ciò che ha fatto fino ad ora, le strategy questions, il terapeuta lo accompagna verso l’auto riconoscimento del proprio valore e gli fa dire spontaneamente ciò che sta funzionando, senza bisogno di convincerlo con la razionalità. Anche in questo caso si attua un salto di livello: dalla dimensione razionale a quella emotiva, con l’intento di far sperimentare al cliente una vera e propria esperienza emozionale correttiva.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Cannistrà, F., & Piccirilli, F. (2018). Terapia a seduta singola. Principi e pratiche. Giunti
Cannistrà, F., & Piccirilli, F. (2021). Terapia Breve Centrata sulla Soluzione. Principi e pratiche. Roma: EPC Editore.
de Jong, P., & Kim Berg, I. (1998). Interviewing for Solutions. Brooks.
de Shazer, S. (1986). Chiavi per la soluzione in terapia breve. Astrolabio.
Nardone, G. (2009). Problem solving strategico da tasca. L’arte di trovare soluzioni a problemi irrisolvibili. Milano: Ponte alle Grazie.
O’Connel, B., & Palmer, S. (2014). Solution-Focused Therapy. Sage Publications Ltd (Tr. It. Manuale di Terapia Centrata sulla Soluzione. Libri Liberi, 2018).
https://www.flaviocannistra.it/2019/10/01/come-trovare-le-risorse-del-paziente-la-tecnica-della-scala/ (consultato in data 20/05/2021)