Il concetto di umorismo

L’umorismo, secondo la definizione data dal Dizionario della lingua italiana di Zingarelli, costituisce un “modo intelligente, sottile e ingegnoso di vedere, interpretare e presentare la realtà, ponendone in risalto gli aspetti o lati insoliti, bizzarri o divertenti”.

È importante porre una differenziazione tra l’umorismo e altre forme umoristiche quali ad esempio l’ironia, il sarcasmo, la satira, la parodia, la caricatura e la barzelletta, in quanto il primo richiede un importante lavoro mentale e psichico.

Tramite l’umorismo è possibile rielaborare gli eventi della vita e dare un valore nuovo alle emozioni sperimentate. Per di più, stimola la mente, migliora le capacità di apprendimento e accresce l’autostima (Sbattella F., Molteni M., 2008).
L’umorismo, inoltre, detiene un ruolo nelle relazioni sociali in quanto diminuisce il nervosismo, favorisce la comunicazione e conduce ad un rafforzamento dei rapporti umani tramite il divertimento.
Da un punto di vista prettamente terapeutico aiuta l’evolversi di tale relazione diminuendo la distanza sociale e consolidando il processo di aiuto.

L’idea principale si basa sull’assunto che l’umorismo possa aiutare in modo positivo una persona che si trova in difficoltà fisica o, in questo caso, psicologica.

Sono diffuse varie teorie che ne spiegano l’utilizzo. In particolare, la Teoria del sollievo vede l’umorismo come uno strumento che aiuta a ridurre la tensione dovuta a una situazione stressante.  In tal modo il soggetto sperimenta uno stato di sollievo e rilassamento fisico ed emotivo.

Sigmund Freud riconosceva nell’umorismo una scarica emozionale psicologica. Secondo lui, infatti, esso costituiva un mezzo per diminuire le tensioni sessuali e aggressive represse tramite la fuoriuscita, in un modo socialmente accettabile, delle pulsioni biologiche presenti in ogni persona.
Sono da citare anche la Teoria della superiorità e la Teoria dell’assurdo o dell’incongruenza.

Secondo la prima, eventi umilianti che accadono ad altre persone diventano per noi umoristici in quanto ci permettono di sentirci migliori.

La seconda teoria, invece, postula che ci siano situazioni che possono diventare umoristiche in caso di conseguenze impreviste in contesti conosciuti e familiari. Si fa in questo caso riferimento al divertimento che si prova di fronte alle discrepanze che contraddicono le aspettative.

La causa della risata sarebbe dovuta, quindi, alla percezione di una contraddizione (Cadei L., 2017).
L’umorismo è caratterizzato da quattro stili umoristici:

  • Affiliativo: utilizzato per facilitare le relazioni con gli altri;
  • Autorinforzativo: per mantenere un atteggiamento positivo di fronte alle situazioni avverse della vita cogliendo gli aspetti divertenti dell’evento;
  • Autodenigratorio: utilizzato per guadagnare l’approvazione e il compiacimento degli altri tramite commenti che ridicolizzano la propria persona;
  • Aggressivo: il cui scopo è di sminuire l’altro tramite la sua derisione.

Correlati fisiologici ed effetti psicologici del riso

Il riso viene generalmente considerato la manifestazione esterna dell’umorismo. Infatti, la nozione di umorismo si concretizza in un comportamento scherzoso che implica correlati fisiologici come il riso e il sorriso.
A livello fisiologico il riso favorisce l’ossigenazione del sangue, l’accelerazione e conseguente diminuzione del battito cardiaco, l’aumento del cortisolo, la contrazione e distensione della muscolatura volontaria e involontaria, e l’aumento della temperatura corporea e delle difese immunitarie. Può rappresentare, in un certo senso, un antidoto contro lo stress.

Come confermato dalla psiconeuroendocrinoimmunologia, infatti, la risata così come gli stati mentali e le emozioni hanno un’influenza sul sistema immunitario tramite i canali neuroendocrini.

Oltre agli effetti fisiologici sopra menzionati, sono evidenti anche effetti psicologici che dimostrano quanto la risata possa condurre a esiti positivi sia a livello corporeo che di psiche.

Condividere la risata favorisce, infatti, la relazione tra le parti e costituisce un ponte sociale.

Tramite gli effetti contagiosi della risata si evidenzia un’attivazione psicologica e sociale che conduce ad ulteriori episodi di entusiasmo, risate e umorismo subito dopo il riso (Sbattella F., Molteni M., 2008).

Il contributo dell’umorismo in terapia

Sono da tempo riconosciuti l’efficacia e i benefici dell’umorismo in terapia.

Come diceva Erikson “Dovete ricordarvi di usare il vostro umorismo in terapia, visto che i pazienti portano con sé già abbastanza sofferenza e non hanno bisogno di altro dolore e dispiacere. Dovete riuscire a metterli subito in un altro stato d’animo”.
A parer suo e di vari studiosi di scuole diverse, l’umorismo permette di rendere più leggere situazioni di per sé angoscianti.

Può essere un alleato nel processo di cambiamento e può facilitare la costruzione dell’alleanza terapeutica (O’Hanlon B., Beadle S., edizione italiana a cura di John Fantechi C., 2004).

È importante però tenere in considerazione il rischio che può derivare dall’utilizzo dell’umorismo in terapia, in quanto possibile vittima di equivoci.

In tal senso, utilizzare l’umorismo in terapia potrebbe far sentire la persona non considerata seriamente e potrebbe condurre a una valutazione del terapeuta come insensibile.

In alternativa, potrebbe portare la persona a percepire l’utilizzo dell’umorismo come una strategia per censurare i propri pensieri o argomentazioni.

È altresì possibile che il terapeuta stesso utilizzi tale modalità comunicativa come difesa di fronte a problemi particolarmente difficili.

Per tali motivi è sempre importante concentrare particolare attenzione a come i commenti umoristici sono recepiti dalla persona che si ha di fronte e al loro effetto sui sentimenti e sulle percezioni di quest’ultima (Cadei L., 2017).

Allo stesso tempo, però, l’umorismo può far sperimentare ai pazienti un assaggio di quelle esperienze positive che vorrebbero vivere. Può aiutarli a sdrammatizzare la situazione, a vederne il lato divertente tramite la trasformazione delle emozioni negative in positive e può, inoltre, facilitare il processo terapeutico.

Infine, come affermato precedentemente, l’umorismo può condurre al cambiamento della persona. Per ottenere ciò, il terapeuta deve assicurarsi che il cliente si senta accettato e può utilizzare giochi di parole o battute senza cadere nel sarcasmo (O’Hanlon B., Beadle S., edizione italiana a cura di John Fantechi C., 2004).

Per concludere, l’umorismo rappresenta, tra le altre cose, uno strumento terapeutico eventualmente utilizzato dal terapeuta durante il percorso di cura di un paziente. Può condurre, se usato consapevolmente, all’aumento del benessere della persona e degli esiti positivi della terapia.

 

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Riferimenti bibliografici

Cadei L. (2017). Quale spazio per l’umorismo nelle professioni d’aiuto? Consultori Familiari Oggi. 25, 154-165

O’Hanlon B., Beadle S., edizione italiana a cura di John Fantechi C. (2004). Psicoterapia breve. 51 metodi semplici ed efficaci. Milano. Franco Angeli

Sbattella F., Molteni M. (2008). L’umorismo in emergenza. Milano. Quaderni di Psicologia dell’Emergenza. Unità di Ricerca di Psicologia dell’Emergenza.

https://www.stateofmind.it/umorismo/ (consultato in data 25/11/2022)