Ecco 4 vantaggi d’intraprendere una terapia breve

1. Risultati efficaci in tempi brevi

Oggi giorno viviamo in un  mondo molto veloce e frenetico dove l’importanza del tempo è una priorità per molte persone.

Le persone spesso  hanno l’esigenza, il bisogno di risolvere i loro problemi in tempi brevi e in modo tempestivo ed efficiente.

Le terapie brevi offrono la possibilità  di risolvere i propri problemi in modo efficace e in tempi molto brevi.

Queste terapie si occupano principalmente di come si può arrivare ad un cambiamento superando le resistenze della persona, in un tempo inferiore rispetto alle classiche terapie a lungo termine.

A differenza delle terapie tradizionali come per esempio la psicoanalisi, la quale è nota per essere un approccio con una durata tra le 237 e le 971 sedute (De Maat, 2013), la durata media del percorso  nelle terapie brevi è al di sotto delle 20 sedute, in funzione della complessità del problema in esame.

Le terapie di questo genere sono molto adatte in casi di poca disponibilità economica, non tutti possono permettersi una terapia che duri anni o che preveda 1-2 incontri a settimana per un lungo indefinito periodo di tempo.

Secondo le terapie brevi i problemi e i disagi che persistono da molto tempo, non necessitino obbligatoriamente, per essere risolti, di un altrettanto lungo e sofferto trattamento terapeutico (Nardone, 1990).

In tanti casi, attraverso un piano strategico ben pianificato e ben applicato “si possono sbloccare”, in tempi rapidi, talvolta dopo un solo incontro, problemi e disturbi radicati da anni.

2. Valorizza le risorse della persona

Nelle terapie brevi il terapeuta si focalizza sul far individuare e far utilizzare alla persona le sue risorse, i suoi punti di forza, si concentra su come fare per amplificare il suo potenziale e le sue capacità.

Attraverso ciò la persona può rendersi conto di come può risolvere da sé anche problemi complessi, trovando ed elaborando così con il terapeuta delle strategie adeguate per le proprie difficoltà.

In questo modo la persona acquisirà nuove capacità, che la aiuteranno ad affrontare adeguatamente anche nuovi problemi nei quali potrebbe incorrere in futuro.

3. Una terapia personalizzata

L’intervento terapeutico non è improntato  su una teoria a priori assunta dal terapeuta, piuttosto considera rilevante l’obiettivo da raggiungere e le caratteristiche del problema da risolvere.

La terapia viene cucita su misura e adattata all’individuo e al suo contesto di vita.

Come suggerisce  Erickson ognuno di noi possiede caratteristiche uniche ed irripetibili, così come è altrettanto originale la nostra interazione con noi stessi, gli altri e il mondo.

La stessa interazione terapeutica è unica ed irripetibile.

Nelle terapie brevi è il terapeuta che adatta la propria logica ed il proprio linguaggio a quello dell’individuo (Erickson 1982). A differenza delle tradizionali teorie psicologiche, un terapeuta breve non utilizza definizioni come  normalità o patologia psichica, ma utilizza concetti come funzionalità o disfunzionalità di un determinato comportamento.

4. Focus sul presente

Il terapeuta breve cerca di far concentrare la persona maggiormente sul presente, non si focalizza molto sulle cause passate, se non per le basi di una corretta indagine anamnestica.

Sulla storia passata non ha possibilità d’intervento, piuttosto lavora sul come il problema funziona nel presente e su quali strategie siano più adatte a creare un cambiamento efficace e duraturo.

Come afferma Watzlawick tutti i problemi hanno origine nel passato – che sia un giorno o trent’anni fa – ma trovare le cause certe, semmai sia possibile, non porta praticamente mai alla soluzione del problema (Watzlawick, 2007).

Le terapie brevi dunque aiutano la persona a cambiare quelle percezioni e quei comportamenti presenti che sono disfunzionali per la sua vita, che la bloccano e che possono dare vita a diversi sintomi.

Bibliografia

De Maat, S., de Jonghe, F., de Kraker, R. & Leichsenring, F. (2013). The Current State of the

Empirical Evidence for Psychoanalysis: A Meta-analytic Approach. Harvard Review of Psychiatry, 21(3), 107-37.

Watzlawick, P. (2007). Guardarsi dentro rende ciechi. Milano: Ponte alle Grazie.

M.H. Erickson, E.L. Rossi, S.I. Rossi, Tecniche di suggestione ipnotica: induzione dell’ipnosi clinica e forme di suggestione indiretta, Astrolabio, Roma 1982.

Nardone, G. & Watzlawick, P. (1990). L’arte del cambiamento. Milano: Ponte alle Grazie.

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