La caratteristica di questa tecnica è quella di non parlare direttamente del problema che il paziente sto affrontando in terapia

 

In questo articolo parleremo di una tecnica molto utilizzata in terapia breve centrata sulla soluzione che  prende il nome della tecnica del Problem-free talk.

La conversazione prende in considerazione gli aspetti positivi e i punti di forza della persona. Non si parla del problema che la persona porta in terapia, è a tutti gli effetti una conversazione “senza problemi”

 

Molto volte questa tecnica  viene utilizzata nel primo incontro dove è importante stabilire un rapporto con la persona. Il paziente sembra quasi non rendersene conto perché la conversazione si svolge in modo del tutto molto naturale per conoscersi meglio

La tecnica del problem free talk permette al terapeuta di acquisire informazioni che potranno essere utili per il resto della terapia qualora ve ne fosse bisogno

Tecnica del Problem-free talk, in cosa consiste?

Possiamo immaginare questa tecnica  come una semplice chiacchierata dove non vengono menzionati assolutamente i problemi che hanno portato la persona in terapia. Infatti le domanda non hanno la caratteristica di indagare il problema. È più una conversazione sciolta che permette al terapeuta di conoscere meglio chi ha davanti

Su questa base si possono identificare tre punti principali che connotano in modo chiaro questa tecnica:

  1. Questa tecnica permette allo specialista attraverso le prime interazioni di entrare in relazione con la persona piuttosto che con il suo problema
  2. Consente al terapeuta di “scegliere” il paziente con cui dovrà lavorare, nel senso che si sceglierà di lavorare con un aspetto del paziente che emergerà in seguito alla conversazione.
  3. Permette di raccogliere indizi e informazioni  che permetteranno al terapeuta strutturare la terapia a prescindere dal problema che ha portato il paziente in studio

Grazie a questa tecnica è possibile notare come il paziente sia in grado di rilassarsi e di distaccarsi già al primo incontro favorendo così un buon rapport tra terapeuta e paziente

Come si svolge la conversazione con la tecnica del Problem-free talk

Nella tecnica del Problem free talk si somministrano una serie di domande che non hanno nulla a che vedere con il problema che ha portato la persona in studio, ma si analizzano aspetti della vita del paziente

“Come passi la tua giornata?” (questa è la domanda preferita di de Shazer) “Raccontami di te”, “oppure cosa fai nella vita?” sono domande tipiche che si possono fare utilizzando questa tecnica in modo da  mettere in evidenza gli aspetti più interessanti della vita del paziente.

Il risultato di questo tipo di conversazione è che permette al terapeuta di osservare la persona e non il problema.

Un esempio reale di conversazione Problem-free talk

Nell’esempio seguente si riporta un caso di studio di Yasmin Ajmal, terapeuta del BRIEF. Il paziente è un bambino di 9 anni che è stato indirizzato alla terapia dalla scuola.

Terapeuta: Cosa hai fatto oggi a scuola?

Paziente: Scienze! (entusiasta)

Terapeuta: Ti piace?

Paziente: Sì.

Terapeuta: Raccontami cosa hai fatto in scienze.

Paziente: Stiamo studiando l’elettricità.

Terapeuta: E cosa hai imparato?

Paziente: Come l’elettricità può darti la scossa.

Terapeuta: Oh!

Paziente: E anche come la gomma che avvolge il filo evita che prendi la scossa, e abbiamo creato i nostri circuiti.

Terapeuta: Parlami di questi circuiti, sono fatti con dei fili?

Paziente: Sì, con fili, luci e motori.

Terapeuta: Sembra molto interessante.

Paziente: Ho preso una scatola e ho costruito ruote e luci, due luci e motori e ho realizzato la scatola a forma di auto.

Terapeuta: Davvero?

Paziente: Si, davvero!

Terapeuta: Quattro motori! Perché quattro motori? Per renderla più veloce?

Paziente: Per darle più potenza.

Terapeuta: Certo.

Paziente: E l’ho accesa, le luci si sono accese e ha camminato in avanti.

Terapeuta: Davvero! Ed era veloce?

Paziente: Sì, non ho potuto prenderla!

Terapeuta: Perché era troppo veloce?

Paziente: Sì, è caduta dal tavolo in una pentola d’acqua e si è rotta.

Terapeuta: Oh, caro!

Paziente: Non fa niente.

Terapeuta: Non ti dispiace?

Paziente: No perché so come ricostruirla.

Questa breve conversazione permette di far emergere  un ragazzino come una persona entusiasta, genuina e fiduciosa dei rapporti sociali. Ma anche come bambino simpatico,  educato, pacifico e giocoso.

La “scelta” del paziente

Ora possiamo chiarire meglio il concetto di “scegliere” il paziente con cui lavorare.

La dottoressa Ajmal attraverso questa conversazione ha scelto di lavorare con una rappresentazione del ragazzo che era completamente diversa da quella che era stata descritta nella lettera di presentazione, della scuola, che lo ritraeva come un ragazzo problematico ai limiti dell’ esclusione permanente della scuola.

 

Questa conversazione, mettendo in evidenza gli aspetti positivi, che non erano stati individuati precedentemente dall’insegnante, ha creato delle buone condizioni per costruire un lavoro di cooperazione con il bambino e il terepeuta per il futuro percorso

Il lavoro successivo

Questo caso specifico si è articolato in quattro sessioni. La dott. Ajmal ha mantenuto il bambino competente e collaborativo al suo fianco permettendo così al ragazzo stesso un percorso per una vita più gratificante e  piena di successi scolastici

Dalla vita quotidiana alla Terapia Breve centrata sulla Soluzione

Dalle nostre conversazioni quotidiane possiamo notare molto di ciò che viene poi utilizzato in questa tecnica. Infatti questa tecnica riprende quello che noi già sappiamo fare fin dalla nascita e che apprendiamo attraverso le normali conversazione

Quando incontriamo una persona nuova con cui non abbiamo mai avuto una conversazione in precedenza, andiamo alla ricerca di zone in comune che potrebbero farci  apprezzare quella persona di più e farcela piacere di più

I terapeuti centrati sulla soluzione hanno riadattato questo tipo di conversazioni della vita quotidiana facendola diventare una tecnica da utilizzare in un contesto terapeutico.

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