Il problema: La “narrazione” 

A seguito di un comportamento di un bambino ritenuto sbagliato uno degli interventi frequentemente conseguenti da parte dell’adulto, nel tentativo di non far ripetere l’evento, consiste nella ripetizione reiterata di medesime richieste di modificazione di azioni. In altri termini: nell’adozione delle medesime tentate soluzioni disfunzionali (Scarlaccini F., Cannistrà F., Da Ros T., 2017).

Nel momento in cui si presenta una problematica in un determinato contesto, infatti, ne consegue una tendenza a far ricorso alla propria esperienza pregressa mediante la riproposizione di azioni risolutive risultate adeguante in situazioni analoghe. Anche in caso di inefficacia, frequentemente non si predilige l’impiego di soluzioni nuove alternative ma bensì si tende ad adottare e riproporre, anche con maggior vigore, la strategia iniziale (Watzlawick, Weakland e Fisch, 1974).

La reiterazione di una stessa soluzione disfunzionale, oltre ad essere inefficace, aggrava il problema. Commenti come “fai sempre così” o “sei il solito ed è sempre la stessa cosa” e le puntualizzazioni conseguenti fungono da rinforzatori al problema stesso (Scarlaccini F., Cannistrà F., Da Ros T., 2017).

Tale ripetizione, infatti, dà vita ad un complesso processo di retroazioni in cui gli sforzi risolutivi disfunzionali inefficaci contribuiscono a mantenere immutata la condizione problematica. Il sistema tende al mantenimento di quell’equilibrio (Jackson, 1957). In questo senso, le tentate soluzioni divengono il problema stesso (Watzlawick, Weakland e Fisch, 1974).

Sia il bambino che l’adulto rischiano inoltre di acquisire l’ideologia che il bambino è così come viene descritto e definito, nei termini e modi ad esso riferiti durante i rimproveri. La narrazione subita va a definire la persona, soprattutto, se tale narrazione non viene messa in discussione.

Le parole che vengono impiegate “creano” la realtà: descrivere un evento con una frequenza repentina conduce ad una maggiorazione della difficoltà di cambiamento, fino ad un’immobilizzazione della condizione (Scarlaccini F., Cannistrà F., Da Ros T., 2017).

Il metodo: Tecnica del “come se” di Watzlawick

La tecnica “come se”, definita e delineata da Watzlawick (Watzlawick, 1990), è stata ideata con l’intento di introdurre un cambiamento in grado di innescare una ricaduta a catena di altri cambiamenti che conducano al sovvertimento di un sistema o condizione problematica pregressa. In altri termini, la tecnica ha il fine di innescare un’esperienza emozionale correttiva.

L’attuazione di piccoli cambiamenti nelle azioni “come se” comporta una graduale ma concreta modificazione dell’interazione tra il soggetto e la sua realtà. Ne risulta la reale esperienza del vissuto costruito “come se” possibile. Il cambiamento concreato esperito, da una variazione delle azioni iniziali, conduce gradualmente ad un’alterazione di credenze e percezioni relative alla propria persona e alla propria realtà (Nardone e Salvini, 1997; Nardone, 1998).

Un ulteriore vantaggio che merita di essere sottolineato risiede nel fatto che la tecnica “come se” conduce e accompagna il soggetto all’ideazione e realizzazione di una propria soluzione. La tecnica infatti non prevedere l’invito a prescrizioni dirette da parte del terapeuta ma bensì è la persona che fa valere la sua spontaneità durante l’adozione di un’ideologia “come se” la condizione problematica non sia presente.

La soluzione: Intervenire ogni volta “come se” fosse la prima

La tecnica di intervento “come se” trova in questo caso applicazione nell’indicazione di “intervenire ogni volta come se fosse la prima”.

L’indicazione è volta a contrastare la cronicizzazione di un problema o il mantenimento di un ruolo problematico. La tecnica costituisce una componente del protocollo Scarlaccini in cui si prevede l’utilizzo di quattro indicazioni prescritte durante la prima seduta, rivolte agli adulti, in merito alla modalità di interazione con bambini e adolescenti. L’obiettivo delle indicazioni è quello di interrompere le interazioni disfunzionali fino a quel momento adoperate (Scarlaccini F., Cannistrà F., Da Ros T., 2017).

L’ intervento si basa sull’eliminazione di un atteggiamento problematizzante al fine di aprire la possibilità ad un’evoluzione diversa degli eventi problema. Facendo parte, infatti, della categoria tecnica “come se” (Watzlawick, 1990), si basa l’intervento sull’approccio al problema “come se” fosse la prima volta e si porta la situazione problema in una nuova prospettiva. In parallelo ciò comporta un allontanamento terapeutico da quanto accaduto e cronicizzato di negativo in precedenza – evitando così anche un circolo vizioso di peggioramento. Il comportamento problema diviene, sulla base della rinnovata percezione, trattato e concepito come un’eccezione e non come una problematica consuetudine (Scarlaccini F., Cannistrà F., Da Ros T., 2017).

Le conseguenze da apporre ai comportamenti negativi devono tenere in considerazione l’indicazione di considerazione dell’evento come se fosse accaduto per la prima volta, dunque con stupore di fronte al comportamento negativo ed evitamento delle punizioni che favorirebbero una tendenza alla reiterazione del comportamento stesso. La risposta da privilegiare dovrebbe essere quella volta ad incrementare la responsabilizzazione e la trasmissione di fiducia.

Viceversa, infine, è importante in parallelo che i comportamenti positivi non vengano sottolineati come eccezioni ma bensì rinforzati (Scarlaccini F., Cannistrà F., Da Ros T., 2017).

 

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Bibliografia

Jackson D. D. (1957) The Question of Family Homeostasis. The Psychiatric Quarterly Supplement, Vol. 31, 79 – 90.

Nardone G. (1998), Psicosoluzioni, Rizzoli, Milano; (Psychosolutions, Du Seuil, 1999).

Nardone G., Salvini A. (1997), “Logica matematica e logiche non ordinarie come guida per il problem-solving strategico”, in P. Watzlawick, G. Nardone, (a cura di), Terapia breve strategica, Cortina, Milano, pp.53-61.

Scarlaccini F., Cannistrà F., Da Ros T., (2017) Aiutami a diventare grande. EPC, Roma

Watzlawick, P. (1990). L’invenzione della realtà contributo al costruttivismo. Du Seuil.

Watzlawick, P., Weakland,H. J., Fisch, R. (1974) Change: sulla formazione e la soluzione dei problemi. Astrolabio