Lara (nome di fantasia) si rivolge a me per cercare di risolvere il conflitto con il suo capo svalutante.
T: “Cosa vorrebbe riuscire a risolvere oggi?”
L: “Vorrei riuscire a risolvere il mio senso di inquietudine quando mi relaziono con il mio capoufficio. Quando mi rivolgo a lui non riesco ad esprimere il mio punto di vista e mi sento inibita dal modo di fare di Lui, che, forse pensando di essere simpatico, fa delle battute svalutanti nei miei confronti, sminuendo il ruolo di noi donne all’interno dell’ufficio, anche delle mie colleghe!”.
T: “Cosa fa per risolvere questo senso di inquietudine?”
L: “Non faccio poi molto. Quando il capoufficio si comporta così mi sento inibita nel rispondere e ormai ho sviluppato un senso di inquietudine ogni qual volta devo fare delle presentazioni o delle nuove proposte sui progetti in corso.
Dottore io credo che questo sia scaturito – mi racconta – da un momento della mia infanzia in cui, mentre raccoglievo dell’acqua in una fontana, sono caduta e sono stata canzonata da un mio amico. Ho interpretato questo come l’inizio della mia paura del giudizio degli altri. Da tutto ciò credo, sia emerso il mio senso di sfiducia nelle mie capacità”.
T: “Se lei dovesse uscire da questa stanza e dirmi: “grazie Dottore, penso di aver risolto il mio problema”, cosa dovrebbe accadere?”
L: “Sicuramente mi piacerebbe essere come la mia amica Chiara, per me fonte di ispirazione, perché è capace di esprimere in modo chiaro ed efficace le sue emozioni e i suoi desideri, senza tuttavia, ne offendere e ne aggredire gli altri”.
T: “Da cosa si accorgerebbe che la terapia ha funzionato?”
L: “Vorrei diventare più e fiduciosa delle mie capacità. Vorrei superare questo senso di inquietudine, ma soprattutto non avere questa paura del giudizio degli altri.”.
T: “Le chiedo allora di pensare di andare a dormire e di immaginare che stanotte avvenga un miracolo. Lei si sveglia domani mattina senza avere più il problema del giudizio degli altri e senza sapere che il miracolo è avvenuto. Quale sarebbe la prima cosa di cui si accorgerebbe che Lei domani non ha più più questo problema?”
L: “Beh sicuramente mi sveglierei più tranquilla e senza quel senso di inquietudine”.
T: “E cos’altro?”
L: “Sicuramente non subirei più la svalutazione del mio capo”.
T: “In che modo non subirebbe la svalutazione del suo capo?”
L: “Sarei in grado di esporre le mie progettualità con molta serenità”.
T: “Cos’altro sentirebbe di diverso?”
L: “Non sentirei più quella paura del giudizio e anzi mi comporterei naturalmente senza la sensazione di sentirmi continuamente svalutata”.
T: “Chi si accorgerebbe per primo che Lara è cambiata?”
L: “Il primo ad accorgersene sarebbe il mio capo, ma anche le mie colleghe che mi vedrebbero più rilassata”.
T: “Su una scala da uno a dieci in cui 1 è la massima insicurezza e 10 è la massima fiducia in se stessa dove si trova ora?”
L: “Mi sento a 4”.
T: “Perché non mi ha detto 3 oppure 2?”
L: “Perchè comunque prima ho tentato di capire prima da sola il mio problema, e anche se non ci sono riuscita, non mi sono scoraggiata, quindi ho deciso di venire in terapia per affrontare le mie paure”.
T: Cosa le dice questo di lei?
L: “Che comunque penso di essere una persona che ha voglia di affrontare le sue difficoltà”.
T: “Immagini ora che invece di essere a 4 lei si trova a 5 nella scala. Cosa cambia? Cosa c’è di diverso?”
L: “Mi sento in grado di comportarmi con maggiore sicurezza quando mi relaziono col mio capo”.
In ogni caso il mio obiettivo è quello di essere fiduciosa nella vita in ogni occasione.”
Dopo aver riassunto i punti salienti della seduta ed aver parlato un po’ del concetto di controllo e della possibilità di lasciarsi andare al «flusso» degli avvenimenti della vita, le ho chiesto di notare tutte le volte in cui, questa settimana, si fosse sentita più fiduciosa nella vita.
Seconda Seduta
È stata indagata la settimana precedente e il cambio di percezione rispetto allo scorso incontro.
T: “Salve Lara come si è sentita in questa settimana?”
L: “Ci sono state due situazioni in cui mi sono sentita più sicura di me durante la settimana passata.
Di ritorno a casa dal precedente incontro, ho avuto problemi alla macchina, ma non mi sono fatta prendere dal panico come accadeva in passato quando accadevano degli imprevisti.
Inoltre ho affrontato in modo sereno l’incontro con il mio datore di lavoro. Pensi che ho presentato il muo progetto senza sentirmi inquieta. Ma la cosa incredibile è che non ho subito la svalutazione del mio capo e ho potuto esporre le sue idee con molta serenità”.
T: “Cosa ha fatto per riuscire a non sentirsi svalutata?”
“Semplicemente non l’ho più considerato e non mi sono concentrata su quello che diceva o sulle battute che faceva. Penso che questo lo abbia un po’ spiazzato, infatti non ha continuato a fare battute”.
T: “In che punto della scala si sente oggi?”
L: “Ora mi sento ad 8, mi sento più sicura di me e più fiduciosa di riuscire a gestire le varie difficoltà della mia vita.
Sono soddisfatta della terapia e mi sento pronta per continuare da sola il mio percorso”.
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