Quando si parla di terapia a seduta singola, è necessario chiarire innanzitutto un aspetto fondamentale, onde evitare facili fraintendimenti ed equivoci.

La terapia a seduta singola non è stata concepita per far sì che, necessariamente, la persona riesca a risolvere il problema che porta, l’obiettivo che si prefigge di raggiungere, nell’ambito di quell’unica seduta.

Non è per questo che la Terapia a Seduta Singola è stata studiata e sistematizzata, da oltre un trentennio.

La Terapia a Seduta Singola è prima di tutto un metodo, un modo di fare consulenza psicologica e psicoterapia: la sua finalità è massimizzare l’efficacia di ogni singolo incontro, promuovendo, di fatto, la probabilità, che quell’incontro possa anche essere l’unico (e aprire, quindi, la possibilità alla persona di poter usufruire della Terapia a Seduta Singola al bisogno…).

Ma cosa significa massimizzare l’efficacia di ogni singolo incontro?

E soprattutto, come è possibile massimizzare l’effetto di ogni singolo incontro?

Sebbene i diversi metodi di Terapia a Seduta Singola ad oggi conosciuti e praticati in tutto il mondo siano ormai oggetto di studio e ricerca da oltre trent’anni, uno degli aspetti più complessi per praticare adeguatamente una terapia a seduta singola, è sviluppare un corretto “mindset a seduta singola”.

Nessun terapeuta, infatti, sarà in grado di praticare una efficace Terapia a Seduta Singola, senza prima aver lavorato adeguatamente sul proprio atteggiamento mentale: se si è convinti che in una seduta è impossibile ottenere qualsiasi tipo di cambiamento, allora sicuramente sarà così.

Ma è possibile cambiare il proprio minset?

Carol Dweck ci dice che è possibile: introducendo la differenza tra un mindset statico e un mindset dinamico, individua alcuni elementi fondamentali, indispensabili per favorire lo sviluppo dell’intelligenza e del mindset:

• Imparare: chi ha un mindset dinamico tende a considerare le esperienze di apprendimento come indispensabili;
• Lavorare duramente: chi ha un mindset dinamico, considera l’impegno indispensabile per acquisire nuove conoscenze e competenze;
• Affrontare le battute d’arresto: chi è caratterizzato da un mindset dinamico, considera gli errori come esperienze preziose di crescita.

Al di là delle qualità innate, dunque, la Dweck sostiene che è possibile intervenire sul proprio atteggiamento mentale proprio a partire dal nostro comportamento.

Vediamo allora quali sono gli elementi principali che, come terapeuti, dovremmo acquisire per sviluppare un mindset a seduta singola (elementi che sono sintetizzati, per ragioni espositive, dai brillanti contributi di Hoyt, Talmon, Slive, Bobele, Cannistrà, Piccirilli).

Gli elementi principali per un mindset a seduta singola

• Avere a disposizione addirittura un’intera ora: pensare di “avere solamente un’ora” rende di fatto l’idea di avere a disposizione un tempo non sufficiente. Al contrario, pensare di avere a disposizione “addirittura un’ora intera” ci pone nella migliore condizione di sfruttare quel tempo nel modo più efficace possibile.
• Rimanere focalizzati: avere la certezza di ulteriori sedute, potrebbe portare il terapeuta ad essere meno attento. In un mindset a seduta singola è indispensabile, invece, rimanere focalizzati sulla persona e sul lavoro con quest’ultima.
• Mettere la persona al centro: è necessario che il terapeuta abbracci la teoria del cambiamento della persona e che sia disposto a lavorare con essa. Sebbene la propria teoria di riferimento rimanga una guida preziosa, è indispensabile favorire un processo di conoscenza della persona, definire operativamente il problema che la persona porta a partire sai suoi significati.
• Grandi problemi non richiedono sempre grandi soluzioni: se è credenza del terapeuta che problemi complessi richiedano necessariamente percorsi complessi, di fatto viene invalidata la possibilità che nell’ambito di una seduta si possa ottenere qualche tipo di cambiamento. Si consideri, inoltre, che l’idea che problemi complessi richiedano soluzioni complesse, è un presupposto teorico tutto da dimostrare.
• Concepire ogni incontro come completo in sé: questa è davvero la cornice che caratterizza il mindset a seduta singola che ogni terapeuta dovrebbe applicare per praticarla al meglio. In ottica di Terapia a Seduta Singola ogni incontro viene concepito secondo una logica verticale, ovvero come completo in sé (e non orizzontale come tradizione vuole).
• Fare un passo alla volta e non correre: la Terapia a Seduta Singola, al contrario di quanto ingenuamente si potrebbe pensare, non prevedere in alcun caso che si corra o che si brucino le tappe per arrivare al risultato. Al contrario, il terapeuta che si appresta a praticare una Terapia a Seduta Singola deve fare un passo alla volta, lasciare spazio all’esplorazione del problema e non giungere a conclusioni affrettate.
• Identificare, evidenziare e rafforzare le risorse e i punti di forza della persona: un ultimo punto fondamentale del mindset a seduta singola è quello di individuare e portare alla luce le risorse che la persona già possiede per affrontare il problema. Non si vuole insegnare un nuovo modo per affrontare il problema, un modo “più giusto”, ma fare leva su ciò che la persona è già in grado di fare per affrontare da sola la propria problematica.

Alla luce di quanto descritto, appare chiaro come la possibilità di massimizzare l’efficacia di ogni singolo incontro di TSS sia legata alla necessità di intervenire prima di tutto sul mindset del terapeuta, mindset che deve necessariamente settarsi su quegli elementi indispensabili per mettere la persona nelle migliori condizioni possibili di divenire la vera e unica responsabile del successo della terapia.

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Riferimenti bibliografici

Cannistrà F., Piccirilli F. (2018). Terapia a seduta singola. Principi e pratiche. Firenze: Giunti Psychometrics S.r.l.

Dweck, C. (2008). Mindset and math/science achievement. Teaching, leadership: managing for effective teachers and leaders. Papers prepared for the Carnegie-IAS Commission on Mathematics and Science Education, New York.