La Terapia a Seduta Singola (TSS) è un metodo che permette di massimizzare in un unico incontro il tempo a disposizione per poter lavorare su un obiettivo posto dal cliente.

Infatti, dopo aver indagato il suo problema in termini operativi e aver stabilito quale può essere il suo obiettivo, ci si focalizzerà nel far emergere possibili soluzioni a partire dalla sua idea di cambiamento e dalle sue risorse.

Rifacendosi a un principio di empowerment della persona, il terapeuta ha il compito di guidare il cliente attraverso il colloquio a una maggiore consapevolezza delle sue strategie di coping e dei suoi punti di forza, che sono il motore di un cambiamento efficace e duraturo.

Già Erickson (in Haley, 1973) e de Shazer (1986) sottolineavano quanto sia importante identificare ed enfatizzare le risorse di ciascuno nel corso del trattamento.

La persona possiede il più delle volte già dentro di sé le caratteristiche e le capacità per far fronte agli eventi negativi che la vita ci propone.

Non a caso capita a tutti di riuscire a superare fatti anche piuttosto impattanti senza la necessità di ricorrere a un percorso psicologico. La Terapia a seduta singola permette al paziente di riscoprire i suoi punti di forza e di evidenziare il modo in cui questi possano essergli utili nel risolvere il problema portato in terapia. In questo processo è fondamentale quindi l’atteggiamento che ha lo psicologo nei confronti di chi ha di fronte.

Nella Terapia a Seduta Singola il terapeuta ha un ruolo attivo nell’aiutare la persona ad arrivare alla fine della seduta con delle possibili soluzioni al suo problema, allo stesso tempo mette da parte il suo sistema di riferimento e lascia che sia il cliente a stabilire di cosa abbia bisogno per stare bene.

Per questo, lo psicologo deve saper fare un passo indietro rispetto alla sua idea di cambiamento rispettando quelle che sono le caratteristiche e le preferenze della persona che ha di fronte. Questo principio si rifà a un’epistemologia costruttivista (von Glasersfeld) e non lontana da quella umanistica (Rogers) che mette la persona al centro.

Strategie per trovare le risorse

La Terapia a Seduta Singola è un approccio resource-based o strenght-oriented (Hoyt e Talmon, 2014), volto cioè a identificare i punti di forza e le risorse dell’individuo e a far sì che questo possa utilizzarli nella risoluzione dei suoi stessi problemi.

Ma come è possibile farlo in un unico incontro senza neanche conoscere la persona che abbiamo di fronte?

L’indagine delle risorse parte da quelle che sono le eccezioni positive. Secondo De Shazer (in Watzlawick e Nardone, 1997) le eccezioni sono “quello che avviene quando il disturbo non si manifesta”. Qualsiasi problema infatti presenta dei momenti in cui si manifesta di meno o in cui la persona è riuscita a fronteggiarlo.

Approfondendo queste eccezioni positive è possibile rintracciare ciò che la persona ha fatto in passato o sta già facendo per uscire dall’impasse psicologica.

Compito del terapeuta sarà quindi quello di sottolineare ciò che già sta funzionando e far emergere le strategie proprie del cliente utili a superare quella difficoltà. Stando sempre a de Shazer, questo è un processo che risponde al principio solution-focused “se qualcosa funziona, fallo di più”.

Quali risorse?

Ma cosa intendiamo nello specifico per risorse?

Per meglio orientarci nell’identificare i punti di forza individuali possiamo distinguere tra risorse interne e risorse esterne: le prime sono tutti quegli elementi interni caratteriali, attitudinali, emotivi, cognitivi, interpersonali e comportamentali che possono aiutare la persona a gestire meglio il suo problema.

Le risorse esterne fanno invece riferimento a mezzi, persone (familiari, amici, ecc.), risorse economiche, sociali, territoriali, ecc. (Cannistrà, Piccirilli, 2018).

Il terapeuta non deve far altro che aiutare il cliente a riscoprire queste capacità e a trasformarle in possibili strumenti per sviluppare il proprio potenziale.

Lo psicologo diventa quindi un facilitatore che accompagna l’individuo nel proprio percorso di crescita di fronte alle difficoltà della vita.

 

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Riferimenti bibliografici

Cannistrà, F., & Piccirilli, F. (2018). Terapia a seduta singola. Principi e Pratiche. Firenze: Giunti Psychometrics.

De Shazer, S., Berg, I. K., Lipchik, E. V. E., Nunnally, E., Molnar, A., Gingerich, W., & Weiner‐Davis, M. (1986). Brief therapy: Focused solution development. Family process, 25(2), 207-221.

Haley, J. (1973). Uncommon therapy: The psychiatric techniques of Milton H Erickson MD. WW Norton & Company.

Hoyt, M. F., & Talmon, M. E. (2014). Capturing the moment: Single session therapy and walk-in services. Crown House Publishing Limited.

Watzlawick, P., & Nardone, G. (Eds.). (1997). Terapia breve strategica. Milan: Cortina.