Cosa significa creare e costruire l’alleanza terapeutica? in che modo si può mantenere l’alleanza terapeutica? Come si stabilisce l’alleanza terapeutica nella terapia a seduta singola (TSS) e con quali modalità?

 

IL CONCETTO DI ALLEANZA

Alleanza è, come emerge in qualsiasi definizione in vocabolario, una unione, un accordo, un patto una intesa, una collaborazione e una cooperazione.

Il concetto di alleanza apre a quello di relazione, di coinvolgimento reciproco e di incontro.

Creare alleanza significa fidarsi ed affidarsi, “concedersi reciprocamente il rispettivo appoggio in vista del raggiungimento di un determinato scopo” utilizzato in contesto politico, bellico, per partiti, enti, organismi, associazioni.

Alleanza è reciprocità.

 

L’ALLEANZA TERAPEUTICA E LA RELAZIONE TERAPEUTICA

Il concetto di alleanza terapeutica si sviluppa in ambito psicoanalitico e riguarda la relazione terapeutica. Creare alleanza in terapia significa rendere il lavoro tra paziente e terapeuta collaborativo e con comunione di intenti e di obiettivi, stabilire obiettivi condivisi.

Il successo di una terapia è determinato inevitabilmente dalla costituzione di una ottima alleanza terapeutica, non basta conoscere i processi in un intervento, nella diade clinica la relazione e la alleanza hanno un peso schiacciante.

“L’efficacia della psicoterapia dipende più dalla personalità dello psicoterapeuta che dalla psicoterapia utilizzata.” Se il terapeuta si mostra interessato e coinvolto, crea un rapporto empatico, di dialogo profondo, collabora con il paziente, crea le basi per un intervento di successo.

Il terapeuta è certamente l’esperto del processo ma dovrà essere aperto e genuino il più possibile nei confronti del cliente.

Il terapeuta si porrà di fronte al paziente considerandolo come un individuo unico e speciale e nella unicità e nella specificità stabilirà rapporto, collaborazione ed intesa.

 

TERAPIA A SEDUTA SINGOLA E ALLENZA TERAPEUTICA

La terapia a seduta singola (TSS) lavora con e in una sola seduta.

È una terapia efficace e valida e si svolge in un unico incontro e parte dal presupposto per cui anche in una sola seduta si può verificare un cambiamento, cambiamento che potrà essere durevole nel tempo e positivo nella vita del paziente, lavorando su un problema contestuale o con un problema datato indifferentemente.

La TSS lavora sui punti di forza e sulle risorse del paziente, a fare da collante all’intervento sicuramente lo stabilirsi di una alleanza terapeutica, che come dicevamo sopra, a prescindere dal paradigma o dall’orientamento teorico, si poggia sulla relazione terapeutica.

 

COSA FA IL TERAPEUTA IN TERAPIA A SEDUTA SINGOLA?

Nella TSS terapeuta e paziente esplicitamente condividono l’obiettivo della seduta, cosa che nella TSS crea sin da subito una alleanza terapeutica, creare insieme sposta l’asse di pensiero nel considerare il cliente come un attore coprotagonista della soluzione, in un processo sinergico.

Il terapeuta nella TSS chiederà al paziente dei feedback costanti che permetteranno di comprendere se il lavoro che si sta facendo è sulla rotta giusta, in linea con quello su cui si era deciso di lavorare, questi feedback consistono nel porre domande su ciò che si sta affrontando perché solo aggiustando la rotta o controllando che non si sta andando fuori rotta, si può fare un lavoro migliore.

Il terapeuta pone domande in cui interpella direttamente il paziente per sapere se ciò che si sta facendo ha un senso per lui e lo sta aiutando rispetto ai temi prefissati, questa modalità serve anche a evitare che si possano creare incomprensioni.

Oltre a questo obiettivo con l’uso del feedback si restituisce alla persona il ruolo di esperto dei contenuti portati in seduta ed esperto della sua teoria del cambiamento.

Nella TSS il terapeuta può considerarsi un facilitatore, perché chiede costantemente una verifica di cosa possa essere più utile al paziente, con una strada di apertura e collaborazione per cercare la migliore strategia di intervento.

STRUMENTI DEL TERAPEUTA IN TERAPIA A SEDUTA SINGOLA

Come facilitatore il terapeuta restituisce nella seduta tre tipologie di feedback diversi.

Essi consistono nei complimenti, nelle osservazioni e nei suggerimenti.

I primi sono esplicitati proprio nel complimentarsi con il paziente rispetto agli aspetti legati alle risorse dimostrate e alla forza dimostrata nel far fronte alle situazioni, viene ricordato al paziente quanto già abbia fatto fino quel momento e quanto sia stato bravo.

Le osservazioni invece si riferiscono agli interventi del terapeuta nel rivolgere al positivo eccezioni al problema e restituire magari una immagine positiva.

Con i suggerimenti invece il terapeuta suggerisce alcuni comportamenti.

Tutte e tre le modalità rafforzano l’alleanza in seduta, il paziente si sente guidato e rinforzato e in un dialogo costante.

Un altro elemento che rafforza la alleanza è l’esplicitazione iniziale del terapeuta rispetto al metodo adottato e nello specifico quando Il terapeuta dirà al paziente che la sua porta rimane aperta qualora un solo incontro non fosse sufficiente per quel problema.

Con la formula della porta aperta si dà già uno spiraglio al paziente su un eventuale proseguo del percorso e ciò ha lo scopo di farlo sentire più libero e protetto.

Da quanto riportato in ciò che è stato detto emerge in modo nitido come nella TSS e in tutta la durata dell’incontro si costruisce una alleanza destinata a mantenersi nella seduta.

 

BIBLIOGRAFIA

Paul Watzlawick e Giorgio Nardone, 1997. Terapia breve strategica. Raffaello Cortina Editore

Anolli, L., 2002. Psicologia della comunicazione. Edizione Il Mulino

Flavio Cannistrà-Federico Piccirilli, 2018. Terapia a seduta singola-Principi e pratiche-Giunti Editore

Bernardo Paoli, 2014.Come parla un terapeuta. Franco Angeli editore

Talmon, M. (1990). Single -Session Therapy. San Francisco. JOSSEY Bass (Tr. It. Psicoterapia a seduta singola. Trento: Erikson, 1996)

 

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