La pandemia ci ha dato la possibilità di mettere in atto una Terapia a Seduta Singola di Gruppo.

Questa è la nostra esperienza.

 

Tramite un contatto ci arriva la richiesta di un gruppo scout.

Vorrebbero avere più strumenti per gestire le conseguenze della pandemia e chiedono anche un supporto per guidare i ragazzi e le loro famiglie in questa difficile situazione.

Viene creato un gruppo di lavoro formato da 5 psicologhe studentesse della scuola di Psicoterapia Breve Strategica ICNOS che, vista la richiesta, decide di mettere in pratica una Terapia a Seduta Singola di Gruppo.

La richiesta

Siamo all’inizio dell’estate del 2021.

Non c’è ancora un vaccino, né una terapia efficace.

C’è ancora il distanziamento sociale, il coprifuoco alle 22:00 e l’isolamento, in caso di positività, dura oltre i 25 giorni con un forte rischio di ospedalizzazione e di avere conseguenze importanti dopo la malattia.

Il clima generale è teso: le persone sono stanche per tutto ciò che hanno affrontato, preoccupate per la malattia che miete ancora molte vittime e sfiduciate perché ancora non si vede una via d’uscita dall’emergenza.

Si aspetta l’estate, sperando che porti ad una riduzione delle restrizioni, un abbassamento dei contagi e un clima più sereno in generale.

La comunità capi di questo gruppo si è trovata, come molte altre realtà, a dover fronteggiare l’emergenza coronavirus che ha influenzato in maniera importante sia le loro attività che il rapporto stesso con i ragazzi e le loro famiglie.

La quarantena, l’isolamento, le varie positività e tutta una serie di problematiche che tutti noi ormai ben conosciamo hanno minato le loro consapevolezze e, dopo più di un anno dall’inizio della pandemia, si sentono stanchi e destabilizzati.

Il continuo autolimitarsi, dovendo sempre scendere a compromessi tra ciò che vorrebbero e ciò che ritengono giusto, sfinisce i capi, i ragazzi e anche le loro famiglie.

La richiesta iniziale è quindi su tre aspetti:

  • Un supporto per i capi nel gestire sé stessi ed il rapporto con i ragazzi
  • Strumenti pratici per aiutare i ragazzi a gestirsi
  • Indicazioni concrete per guidare i genitori ed essere un supporto alle famiglie che ruotano intorno al gruppo.

Pretrattamento

Seguendo il modello della Terapia a Seduta Singola di Gruppo abbiamo organizzato una serie di incontri con i capi, divisi in piccoli gruppi in base alla fascia d’età dei ragazzi che seguivano.

Per questi incontri è stata costruita un’intervista semi-strutturata per indagare la situazione, con tre obiettivi principali:

  • Dare una definizione operativa del problema,
  • Individuare obiettivi concreti da raggiungere,
  • Priorizzare le problematiche su cui lavorare,

Alla fine degli incontri è stata prodotta una relazione, inviata poi ai capi, nei quali veniva riassunto il percorso fatto, venivano elencati i temi affrontati e puntualizzati i desideri emersi.

In base ai punti emersi veniva fatta una proposta di attività dedicata ai capi ed agli obiettivi selezionati.

La Terapia a Seduta Singola di Gruppo

Seguendo il modello della Terapia a Seduta Singola di Gruppo il focus degli interventi è centrato sul “qui e ora” e il lavoro permette di promuovere un senso di padronanza e di efficacia nei partecipanti che si mettono in gioco in attività concrete correlate ai problemi individuati.

Il modello prevede un intervento strutturato in cui gli psicologi guidano attivamente il gruppo, coordinando la partecipazione di ciascuno.

Gli interventi sono incentrati nella costruzione di un mindset positivo di supporto, utilizzando i punti di forza e le risorse. Lo scopo generale è che il gruppo diventi una risorsa per ogni singolo membro che, a sua volta, diventa un sostegno per il gruppo stesso.

I due incontri sono strutturati come una seduta di Terapia a Seduta Singola di Gruppo diviso in due parti.

Il primo incontro

Vengono accolti i partecipanti, circa 25/30 persone, viene riassunto quanto emerso dalle interviste semistrutturate e vengono presentate le attività dei due incontri.

Sempre in linea con il modello, vengono chiesti feedback costanti ai partecipanti e vengono rimarcate le risorse positive e le strategie efficaci messe in atto.

La prima attività consiste nel definire gli obiettivi e lo scopo del gruppo.

Per far questo viene chiesto ad ogni membro di formulare un proprio obiettivo individuale e ciò che desidera ottenere dall’incontro. Questi obiettivi, scritti su un post-it, vengono poi disposti dallo psicologo su una lavagna e ri-organizzati per categorie, creando un’agenda omogenea e priorizzando nel contempo gli obiettivi stessi.

L’attività successiva è un momento di psicoeducazione nel quale gli psicologi presentano al gruppo un’analisi delle principali difficoltà rilevate, durante e subito dopo la quarantena, nei bambini e nei ragazzi secondo l’osservatorio dell’Istituto Superiore di Sanità.

La terza e ultima attività è inerente alle emozioni estrapolate dal documento di cui sopra e osservate nei ragazzi.

Ogni partecipante deve identificare 3 emozioni osservate nei ragazzi e condividerle in plenaria.

Queste vengono scritte su una seconda lavagna, divisa in due colonne: positivo e negativo, ossia problematiche e risorse.

L’incontro si chiude con una richiesta di un ulteriore feedback sulle attività svolte e su cosa si portano a casa. Viene inoltre anticipato loro che il materiale scritto sulle due lavagne sarà al centro dell’attività dell’incontro successivo.

Il secondo incontro

Il secondo incontro inizia con un riassunto delle attività svolte la volta precedente. Vengono ripresentate le lavagne e riletti gli obiettivi, le problematiche e le risorse.

A questo punto il gruppo, supportato dagli psicologi, individua 4 argomenti principali su cui concentrarsi e, per ognuno di essi, ogni partecipante propone un consiglio o una possibile soluzione.

L’attività successiva è una discussione tra i partecipanti suddivisi in gruppi.

Si creano 4 gruppi e ognuno prende in carico uno dei quattro problemi evidenziati, con l’obiettivo di individuare risorse, possibilità di soluzione e tecniche applicabili, in base ai consigli individuali emersi.

Tornati in plenaria ogni sottogruppo espone i propri risultati e vengono condivise le opinioni fino a costruire un piano d’azione completo di punti di monitoraggio e feedback.

L’ultimo step è un confronto diretto che prevede il contributo sia degli psicologi che dei partecipanti per rispondere alla domanda che “cosa abbiamo imparato in questi incontri e che cosa ci portiamo a casa?”

Conclusioni

Gestire un gruppo così eterogeneo di 25-30 persone è stato sicuramente impegnativo ma anche entusiasmante.

La Terapia a Seduta Singola di Gruppo si è dimostrato uno strumento valido ed efficace sia nel gestire le attività che nel riuscire a convogliare le energie di tutti in obiettivi e risultati concreti e soddisfacenti.

È stato previsto anche un questionario per i partecipanti, alla fine del secondo incontro, per valutare la qualità delle informazioni, l’efficacia percepita delle attività e la soddisfazione delle aspettative sugli incontri fatti.

I risultati sono stati davvero entusiasmanti.

Anche le psicologhe, dal loro punto di vista, hanno vissuto un’esperienza positiva e formativa sotto diversi aspetti, sia individuali che di team working, e sono rimaste piacevolmente sorprese dal grado di efficacia raggiunto.

 

Linda Fioroni

Monica Grassi

Rosita Del Medico

Silvia De Sanctis

Simona Iachetta

 

 

Bibliografia

Cannistrà, F., & Piccirilli, F. (2018). Terapia a Seduta Singola: Principi e pratiche. Giunti Editore.

 

Scarica gratis l'ebook sulle Terapie Brevi