[Il caso clinico in questione NON è reale. Si tratta di un esempio che prende spunto da più situazioni modificate e rese irriconoscibili]
Giulio, è un uomo di 32 anni, che mi chiama dicendo: “Ho dei pensieri terribili, tutto il giorno. Non voglio più stare male, né rendere la vita difficile ai miei famigliari. Non so come fermarli. Sono già in cura da una psicoterapeuta, ma non passano, voglio essere libero! Può aiutarmi?”.
Definizione del problema
Al nostro appuntamento mi racconta che è seguito da uno psichiatra dall’età di 12 anni, quando sono iniziate crisi depressive e rimuginii. La madre è in cura psicofarmacologica sin da quando lui era piccino. “Lei spariva per giorni da casa e quando c’era dormiva…e papà ci ha lasciati”. Il medico diede a Giulio l’incombenza di accertarsi che la madre prendesse i farmaci. Aveva 7 anni.
Mi dice poi, che nel periodo universitario era convinto che i colleghi sentissero i suoi pensieri. Motivo per cui ha lasciato gli studi, iniziato la prima psicoterapia e cambiato la terapia farmacologica che l’ha aiutato.
Da qualche anno teme ed immagina ossessivamente che i suoi cari possano avere un incidente d’auto e che proprio perché lo pensa, lo causerá. Si definisce cattivo, “perchè i pensieri creano e ciò che accadrà sarà colpa mia. Sono più forti di me”.
Nonostante qualche progresso personale ottenuto con la seconda Psicologa, in tre anni, continua ad avere questi pensieri fin dal risveglio. Crede di aver causato la morte di uno zio con i suoi pensieri.
Giulio si vergogna e si sente in colpa, non ne parla con le persone, eccetto con la madre e la sorella, che ogni mattina tormenta quando esce per andare a lavorare, nella speranza che non prenda l’auto e lui non la uccida. Null’altro lo rassicura.
Si obbliga a non pensare ma è peggio. Dorme molto e di questo è contento così non pensa per qualche ora.
Afferma di avermi cercato perché è “stanco di parlare del passato, il mio obiettivo adesso è fermare i pensieri per vivere una vita come tutti. Libero”.
La ricerca delle eccezioni
Gli chiedo se avesse mai fermato i pensieri e poi sperimentato questa libertà.
Emerge che i sintomi diminuiscono o non si manifestano, quando:
– è partito da solo col padre, per andare al funerale del cugino a cui era legato. Era la prima volta che si staccava dalla madre e dalla sorella. I suoi pensieri erano attenti a ciò che viveva, senza paure. Durante il viaggio di ritorno verso casa, si sono riattivati. In quel momento si è accorto che non li aveva avuti tutto il giorno.
– nuota e fa le escursioni in montagna.
– dipinge il vetro.
Descrizione del Futuro Desiderato
Decido di virare verso il futuro ed esplorarne i dettagli.
“Supponi di aver raggiunto quanto desideri, una vita libera da questi pensieri, che riesci a fermare. Cosa ti farebbe dire che è avvenuto il cambiamento?”
Si commuove e piange per tutto il tempo. Si vede parlare con le persone senza imbarazzo, abbracciare la madre e dirle che vorrebbe andare a vivere fuori città, “senza temere che possa perdersi di nuovo”, parlare con la sorella del più e del meno e uscire con lei, cucinare, avere una ragazza, finire gli studi, suonare la chitarra…
“Respiro meglio, come se un blocco alla gola fosse sparito. La mente è tranquilla. Penso solo a queste cose belle”. Mi ringrazia perché non aveva mai provato questa bellissima esperienza di speranza e leggerezza.
Nei giorni successivi, i pensieri sono stati meno frequenti e meno intensi, tanto che Giulio è riuscito per la prima volta ad affrontarli pensando al suo futuro desiderato oppure facendoli passare senza dargli importanza. Per cui decide di continuare con me.
Con la Terapia breve Centrata sulla Soluzione ho lavorato per altre 12 sedute.
Il lavoro con le Scale
Al terzo appuntamento già riferisce che ha ripreso a fare escursioni, sperimentando nuove risorse e resistenza psicofisica. Frequenta una ragazza che gli piace molto. Ha iniziato un tempo di prova per un lavoro di magazziniere, “molto faticoso, ma in quelle ore, non ho pensieri. Sono molto contento di me. Nonostante sia pesante sono pieno di energia, dormo solo la notte, mangio e fumo meno”.
Gli faccio i complimenti per questo piccolo grande passo verso il futuro.
Purtroppo non ottiene il posto e poiché ha sempre pensato che fosse la fortuna a farlo stare meglio in quei giorni di lavoro, temeva di crollare e tornare indietro. Abbiamo lavorato su questa credenza con le Scale del Presente e del Progresso, e con la Lista. Ha mantenuto un buon livello di energia psicofisica ed iniziato a gestire il tempo attraverso un’agenda.
È riuscito così a studiare e a dare il 1° esame universitario con successo. Frequenta un amico. Parla con la madre senza paura di essere in disaccordo e invitandola a occuparsi della sua salute.
Dopo 8 sedute i pensieri sono meno frequenti e più gestibili: “Adesso sono così pochi e rapidi come mai accaduto prima, che sarei già felice, perché non disturbano la mia giornata”. Mi complimento con lui. La qualità della vita inizia a migliorare.
Il lavoro nelle settimane successive ha riguardato il mantenimento dei risultati, la gestione delle possibili e naturali ricadute, l’abilitazione al vivere quotidiano.
Dopo 12 incontri, Giulio mantiene i risultati e migliora le relazioni. Si dedica alla sua igiene, ad es. pettinarsi ogni giorno e lavarsi dopo aver sudato, attiva la sveglia e la sente, si lava e si veste dopo colazione, rifà il letto ecc.
È tenace, molto intelligente. E quando si rende conto di stare bene non per la fortuna ma per merito suo, seppur aiutato dal nostro percorso, si sente soddisfatto e acquista autostima e risolutezza.
Ora si sta preparando ad un nuovo esame.