Cosa sono le aspettative?

Le aspettative possono spaventare, a volte inchiodare, altre volte aprire nuovi scenari.

Rappresentano le nostre previsioni su ciò che verrà o sarà. Sono delle ipotesi.

Spesso nascono dalle esperienze passate, dai desideri e dalle conoscenze. Servono a prepararci al futuro e a orientarci in esso.

Possono darci la possibilità di adattamento nelle relazioni e nella realtà ma possono anche ostacolarci nella nostra realizzazione personale o relazionale.

Si muovono tra illusione e pretesa quando le coltiviamo con poca consapevolezza e senso di realtà. Si muovono invece tra possibilità e ambizione quando nascono da processi di riflessione e realistica costruzione.

Cosa significa avere delle aspettative?

Ci “aspettiamo” un comportamento, una qualità da noi stessi, dagli altri o un evento dalla realtà che ci circonda.

Un sogno, un desiderio, un’aspirazione.

Avere un’aspettativa significa prepararsi ad agire. Un vero e proprio piano d’azione che ci permette di non lasciarci cogliere del tutto impreparati dagli accadimenti futuri.

Immaginare la realtà significa iniziare a sentirsi parte attiva di essa. Prevedere le conseguenze delle nostre scelte e azioni serve a costruire una mappa mentale necessaria a muoverci nel mondo.

Si tende, molto di frequente, a considerare le aspettative in un’accezione negativa. La felicità si lega alla soddisfazione dei nostri desideri. La mancata realizzazione creerà inevitabilmente infelicità.

Questo accade perché si è portati a pensare che un desiderio, in quanto tale, debba realizzarsi. Senza buone ragioni, impegno, dedizione o senso di realtà. Ecco che l’aspettativa lascia spazio alla delusione.

Le aspettative falliscono quando non sono realistiche.

Cambiare una persona, rendere la vita meno ingiusta, pretendere che gli altri ci capiscano.

Desideri, probabilità che insoddisfatti creano frustrazione ma anche risentimento verso l’altro o verso la vita.

Il nostro impegno non deve concentrarsi nel mettere da parte le aspettative ma nell’imparare ad utilizzare quelle realistiche a nostro favore.

Le Aspettative in Terapia Breve Centrata sulla Soluzione

La Terapia Breve centrata sulla Soluzione utilizza le aspettative come elemento di esplorazione, di proiezione verso un futuro desiderato senza la difficoltà che la persona sta portando nel presente terapeutico.

Probabilità che hanno il potenziale di diventare fatti.

“Quale è la tua migliore aspettativa da questo nostro incontro?”

Questa è una delle domande chiave che il terapeuta pone e attraverso la quale guida la persona alla scoperta di risorse, strategie e obiettivi.

Fiducia nel nostro potenziale e conoscenza di noi stessi. Il passaporto per viaggiare nel nostro futuro prossimo e desiderato.

“Se queste aspettative si dovessero realizzare, cosa cambierebbe nella tua vita?”

Un processo di immaginazione attraverso cui il terapeuta guida la persona alla scoperta dei più profondi desideri e passioni. Ingredienti fondamentali per raggiungere un obiettivo e non lasciare che il presente sfugga.

Aspettativa e azione per non cadere nella trappola della paura del futuro.

“Cosa pensi stia già accadendo per rendere queste aspettative reali?”

Una visita guidata nelle opportunità del presente, per scoprire l’impegno e le capacità orientati al futuro.

Individuare una base solida dalla quale partire per investire su un futuro migliore.

Queste domande permettono alla persona e al terapeuta di individuare un obiettivo verso cui indirizzare il percorso terapeutico, utilizzando tutto quanto la persona ha nel proprio corredo personale. Strumenti, risorse e attribuzioni di significati.

La costruzione delle migliori aspettative in TBCS consente di lavorare per orientare gli eventi nella direzione che desideriamo. Ciò consentirà di influenzare la relazione con noi stessi, gli altri e il mondo, rendendoci più flessibili e centrati.

Migliori aspettative e cambiamento

Far lavorare la persona sulle migliori aspettative significa puntare l’attenzione al cambiamento. Significa seminare nella persona l’idea che il cambiamento sia un processo possibile e addirittura già in corso.

Il futuro desiderato e le risorse, elementi cardine della Terapia Breve centrata sulla Soluzione, non hanno bisogno di indagare il perché, le cause del problema. Mirano a costruire tra terapeuta e paziente, un legame collaborativo e di fiducia.

Un’alleanza terapeutica che permetterà di mettere a fuoco le strategie che la persona sta già utilizzando, individuare risorse non prese in considerazione, valorizzare capacità sottovalutate.

Le migliori aspettative guidano nella messa a punto di piccoli passi da fare verso la soluzione del problema.

La TBCS infatti è un approccio semplice che guarda al cambiamento, partendo da un primo e piccolo passo.

La descrizione dettagliata del futuro desiderato (Cosa farai? Cosa penserai? Come ti sentirai? Cosa penseranno gli altri?…etc.) si basa sul linguaggio della creazione della soluzione.

Indagare le migliori aspettative consente di definire cosa vuole la persona.

Individuare e visualizzare bene l’obiettivo.

Suddividerlo in piccoli obiettivi.

Puntare ad essi con fiducia, umiltà e fedeltà.

 

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Riferimenti bibliografici

https://www.terapiacentratasullasoluzione.it/terapia-breve/seduta-terapia-breve/

Cannistrà F., Piccirilli F. (2021) – Terapia Breve Centrata sulla Soluzione: principi e pratiche –Roma: EPC Editore