Nell’immaginario collettivo domina ancora la figura dello psicologo che svolge terapie che durano anni.

Tuttavia grazie a ciò che emerge dalle ricerche sulle terapie brevi, sappiamo ormai da diversi anni che anche problemi complessi non necessitano per forza di percorsi lunghi e tortuosi.

In molti casi anche solo una seduta, se condotta con le giuste logiche, può innescare un cambiamento importante.

Terapie brevi: Le origini della terapia a seduta singola

La terapia a seduta singola deve le sue origini alle ricerche di Moshe Talmon, uno psicologo clinico che lavorava in un centro di riabilitazione psichiatrica.

Talmon si accorse che moltissimi pazienti effettuavano solo una seduta e deciso a comprenderne le motivazioni intervistò 200 pazienti.

Con sua grande sorpresa il 78% dei pazienti riferì che non era più tornato perché quella seduta era stata sufficiente per risolvere il problema o per innescare un cambiamento che poi ha portato alla risoluzione del problema.

Su queste basi nasce la Terapia a Seduta Singola (TSS).

Perché dovrei utilizzare la terapia a seduta singola?

Oggi la terapia a seduta singola ha molte ricerche a sostegno, sappiamo infatti che se una seduta è pianificata secondo le logiche della TSS l’efficacia si attesta tra il 60% e l’80%.

Sia il settore pubblico e privato richiedono ritmi sempre più veloci.

I servizi pubblici sono saturi, privi di risorse e presentano liste d’attesa lunghissime.

Sappiamo che il 54% delle persone non vuole fare lunghi spostamenti per accedere a cure, il 66% non vuole attendere a lungo per una visita e che 8 persone su 10 non vogliono sostenere spese elevate per curarsi.

Inoltre il numero più frequente di sedute in terapia è proprio una, da ciò che emerge dalle ricerche infatti il drop-out è tra il 19 e il 47%.

Quindi che lo vogliamo o no in molti casi ci troveremmo comunque a effettuare una terapia a seduta singola.

Perciò non è meglio renderla il più efficace possibile?

La TSS nasce proprio con questo scopo: immaginare ogni seduta come un incontro conclusivo che lascia qualcosa al paziente e massimizzarne l’efficacia.

I vantaggi della terapia a seduta singola

Oltre a massimizzare l’efficacia di ogni seduta la terapia a seduta singola ha numerosi vantaggi.

Si tratta di un metodo non di un approccio, perciò può essere utilizzata da qualunque psicologo a prescindere dall’approccio di base.

È adatta pressoché a qualsiasi problematica, disponiamo infatti di diverse ricerche condotte su diversi problemi.

Possiamo utilizzarla in diversi contesti, dallo studio privato, al settore pubblico, in contesti emergenziali, con famiglie, gruppi e coppie.

Si tratta perciò di uno strumento molto versatile.

Può offrire un’alternativa alle persona che hanno bisogno di un supporto, ma non chiedono aiuto perché spaventate dall’idea di un percorso troppo lungo e dispendioso.

Inoltre, ci permette di proporre facilmente prestazioni al bisogno dando al cliente la possibilità di richiedere un supporto quando vuole e ne sente il bisogno, anche in momenti diversi della propria vita.

 

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Bibliografia

Cannistrà, F., & Piccirilli, F. (2018). Terapia a Seduta Singola: Principi e pratiche. Giunti Editore.

Swift, J. K., & Greenberg, R. P. (2012). Premature discontinuation in adult psychotherapy: A meta-analysis. Journal of Consulting and Clinical Psychology, 80(4), 547–559.

Talmon, M. (1990). Single-Session Therapy. San Francisco: Jossey Bass (Tr. it. Psicoterapia a seduta singola. Trento: Erickson, 1996).