La Terapia Breve Centrata sulla Soluzione rappresenta senza dubbio un modello che si discosta enormemente dalla maggior parte degli approcci tradizionali di trattamento utilizzati in psicoterapia.

Questo non solo perché, a differenza della maggior parte degli approcci in psicoterapia che analizzano le cause del problema per provare a favorire il cambiamento, la TBCS mira allo sviluppo di soluzioni.

In che modo?

Sposando una visione del cliente come portatore di tutte le risorse necessarie per avviare il cambiamento.

Al cliente viene anche riconosciuto il potere e la creatività necessari per poter cambiare prospettiva e sviluppare nuovi modi di interagire con i suoi contesti di vita.

Il problema non viene ignorato, viene piuttosto utilizzato per aiutare il cliente a definire il risultato che intende perseguire.

Questo è possibile perché la TBCS si fonda su principi costruttivisti e costruzionisti che utilizzano il dialogo come principale fonte e veicolo di cambiamento.

Questo significa che il modo in cui le persone parlano della loro vita, il linguaggio e le parole che utilizzano, rappresentano gli strumenti principali per attivare e produrre il cambiamento.

Ascoltare con “orecchio costruttivo”

Quindi, dal punto di vista del terapeuta diventa quanto mai indispensabile sviluppare e predisporsi con un “orecchio costruttivo” rispetto a ciò che il cliente dice e alle parole che utilizza.

Il terapeuta non può e non deve limitarsi solo ascoltare ciò che il cliente dice, ma dovrà ascoltarlo focalizzando l’attenzione su ciò che il paziente sa fare e che magari sta già facendo piuttosto che su ciò che non sa fare.

Come portare, allora, il cliente a costruire le sue soluzioni a partire dalle proprie risorse?

Grazie all’utilizzo delle domande da parte del terapeuta: domande che non sono orientate ad analizzare il problema, a capirne le cause o finalizzate ad interpretare ciò il cliente dice.

Le domande poste dal terapeuta hanno la finalità di aiutare il cliente ad identificare ciò che sta già funzionando nella sua vita oltre che ciò che farà quando il problema non ci sarà più.

Domande che mirano a mobilitare i punti di forza e le risorse necessari a co-costruire la soluzione; dunque, le domande che il terapeuta utilizzerà, le parole che userà, determineranno gran parte degli effetti nella TBCS.

Tutto ciò contribuisce a rendere la Terapia Breve Centrata sulla Soluzione, oltre che una terapia basata principalmente sulla “conversazione”, un approccio sempre più apprezzato nell’ambito della salute mentale, sia per il suo carattere decisamente pratico e concreto, sia per la possibilità che offre alle persone di poter costruire un cambiamento rapido nelle loro vite.

 

Scarica gratis l'ebook sulle Terapie Brevi

 

Bibliografia

F.Cannistrà-  F.Piccirili (2021) –  Terapia Breve Centrata sulla Soluzione. Principi e Pratiche – EPC Editore