Il solo trattamento basato sul feedback (puoi leggere di che si tratta cliccando qui) ha una grande utilità ma non sembra essere sufficiente da solo per migliorare la pratica clinica. Sebbene il Feedback Informed Treatmente (FIT) fornisca dati utili per i clinici, non è necessariamente associato al miglioramento del cliente (Chow, 2017).
L’uso del FIT può aiutare a identificare i clienti a rischio di abbandono della terapia e problemi associati all’alleanza terapeutica, ma da solo non può produrre clinici migliori.
Risulta opportuno, a tal riguardo, introdurre il concetto di “pratica deliberata”.
Che cos’è?
Nella pratica deliberata, i professionisti utilizzano le loro prestazioni principali per fissare obiettivi e sviluppare i passaggi fondamentali per raggiungerli.
Allo stesso modo, l’utilizzo dei dati per identificare le aree di miglioramento implica il fissare un obiettivo ragionevole, personalizzare il lavoro con i clienti e tentare di soddisfare le loro esigenze in modo più efficace. Ci sono vari modi in cui i clinici possono reintegrare i dati nel loro lavoro.
Una volta raccolti i feedback, hanno diverse scelte su come utilizzare i dati.
Possono:
- utilizzare questi dati per monitorare, guidare o influenzare il corso della terapia o il trattamento stesso;
- condividere le considerazioni con i clienti e utilizzarle come punto di discussione iniziale durante le sessioni;
- facilitare il collegamento tra le sessioni o consolidare i progressi del trattamento.
I professionisti possono aggregare il feedback di tutti i loro clienti per facilitare il proprio miglioramento e quando le valutazioni dei clienti sembrano stabilizzarsi o peggiorare, potrebbe essere necessario modificare il trattamento fornito, aumentare la frequenza delle sessioni o modificare l’intensità del trattamento.
Perchè è così importante la pratica deliberata?
Molti professionisti della salute mentale sono restii all’adozione della pratica deliberata e all’inserimento del FIT nel loro lavoro clinico e, di conseguenza, dello spazio per la crescita di queste pratiche.
I clinici hanno la responsabilità nei confronti del pubblico di fornire ed erogare il proprio servizio in modo accurato. E possono diventare sempre più abili nel fare questo, esercitandosi in attività di pratica deliberata.
Se più clinici adottassero queste pratiche e condividessero i loro risultati con il pubblico, questo consentirebbe ai clienti di valutare l’operato dei professionisti nei loro trattamenti in modo più concreto, accurato e “misurabile”.
Il chiaro vantaggio per i clienti è la possibilità di scegliere il professionista in base a qualcosa di più concreto del passaparola.
Pratica deliberata e supervisione
Sono stati descritti in letteratura alcuni modelli per implementare la pratica deliberata e FIT nella supervisione. Burgmann (2017) descrive un processo per incorporare il feedback dei clienti nelle sedute di supervisione dei casi clinici.
Il processo di supervisione FIT di Bargmann è breve, ma il suo obiettivo è delineare passaggi specifici per aumentare l’efficacia della supervisione e di conseguenza dei professionisti.
Altri autori hanno sviluppato modelli complessi di supervisione che incorporano il FIT. Il modello di competenza-sviluppo (EDM) (Rousmaniere, Goodyear, Miller e Wampold, 2017) si basa sull’integrazione della pratica deliberata con gli attuali modelli di supervisione.
I supervisori che utilizzano l’EDM fanno in modo che i supervisori:
- raccolgano il feedback dei clienti per stabilire una linea di base,
- forniscano feedback basati sulla revisione video del lavoro dei supervisori
- lavorino con i supervisori per sviluppare routine pratiche che consentano loro di migliorare le proprie abilità e quindi migliorare i risultati dei loro clienti.
A causa del loro recente sviluppo, ci sono ancora prove di ricerca limitate sull’efficacia dell’EDM o di altri modelli di supervisione che utilizzano pratiche deliberate o FIT.
Pratica deliberata e formazione
L’integrazione della pratica deliberata potrebbe essere utile anche nei programmi delle università e scuole di specializzazione; questo avrebbe un impatto significativo sul processo di formazione.
L’evidenza dell’efficacia dei programmi di formazione per laureati è limitata e di conseguenza i risultati suggeriscono uno scarso miglioramento delle abilità cliniche (Erekson et al., 2015; Wen et al., 2016).
Sebbene la maggior parte dei corsi di laurea insegni agli studenti abilità di aiuto e costruzione di relazioni, i metodi sono stati oggetto di critiche (Rulley, Kelly e Mollen, 2011: Ridley. Mollen. & Kelly, 2011).
Integrando la pratica deliberata i corsi di laurea potrebbero fornire un insieme di competenze più efficaci fin dall’inizio.
In conclusione…
Negli ultimi quarant’anni l’efficacia della psicoterapia non è aumentata. C’è chi dice che la psicoterapia semplicemente ha raggiunto il suo limite, che più di così non si può fare, e chi invece è in disaccordo.
Da alcuni decenni, in particolare gli ultimi due-tre, si è iniziato a studiare con più insistenza l’influenza dei feedback sugli esiti della psicoterapia, concretamente il feedback del paziente a cui si chiede come sta andando la terapia per poter aggiustare la rotta. Per rendere sistematizzato questo processo, sono nati tutta una serie di strumenti.
In generale si parla di “routine outcome monitoring” o di “feedback informed treatment”, che si può tradurre come “monitoraggio continuo dei risultati” o “trattamenti informati dai feedback”.
È sconvolgente pensare che i professionisti della salute mentale hanno subito cambiamenti per decenni senza un miglioramento concretamente osservabile nei risultati dei clienti.
La pratica deliberata e il FIT promettono davvero di migliorare i risultati dei clienti consentendo loro, ma anche ai professionisti di fare un lavoro di squadra, di comunicare in modo più efficace rispetto ai progressi del trattamento e di aggiustare la rotta dove necessario.
La pratica deliberata fornisce un quadro per lo sviluppo delle prestazioni degli esperti ed il FIT completa questo quadro fornendo ai clinici istruzioni chiare su come impostare linee di base e monitorare il progresso o la regressione del cliente raccogliendo, analizzando e implementando sistematicamente i feedback forniti dal cliente stesso.
Nel complesso, l’uso di FIT sembra migliorare il trattamento in un’ampia varietà di contesti. Se abbinato a una pratica deliberata, le possibilità di ulteriore miglioramento appaiono significative. L’evidenza per entrambi gli approcci afferma la necessità di ulteriori indagini sulle possibilità dell’istruzione e dello sviluppo professionale.
Man mano che le prove di questi approcci diventano più consolidate, è responsabilità dei clinici adottare queste pratiche efficaci, responsabilità dei corsi di laurea per migliorare i propri processi e formare laureati più efficaci e responsabilità delle organizzazioni professionali di stabilire nuove aspettative per la formazione e la pratica.
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Bibliografia
Barkham M., Lutz W., Lambert M.J., Saxton D. (2017). Therapist effects, effective therapists, and the law ofvariability. In: Castonquay L., Hill C. (eds.), How and why are some therapists better than others? Understanding therapist effects. Washington, DC: American Psychological Association, pp. 13-36.
Chow, D. L.; Miller, S. D.; Thornton, J.; Kane, R. T. (2013). The study of supershrinks: Development and deliberate practices of highly effective psychotherapists. Paper presented at the Achieving Clinical Excellence (ACE) Conference, May 17, 2013, Amsterdam, Holland
Saxon D., Barkham M., Foster A., Parry G. (2017). The contribution of therapist effects to patient dropout and deterioration in the psychological therapies.