Le “EARS questions“, nel contesto della Terapia Breve Centrata sulla Soluzione, rappresentano un insieme di domande specifiche che, nel loro complesso, costituiscono una vera e propria struttura per le “visite di ritorno” (secondo appuntamento e successivi), secondo quanto proposto da Insoo Kim Berg e Norm Reuss (1995).

Queste domande sono progettate per incoraggiare la riflessione, il cambiamento di prospettiva, la generazione di idee costruttive e partono dal principio (strettamente connesso all’approccio in questione) che ogni risposta del cliente è utile. Compito del terapeuta sarà quindi capire, insieme alla persona, come possono essere funzionali tali risposte al raggiungimento degli obiettivi e come replicare le soluzioni che stanno già funzionando.

La pre-condizione fondamentale affinchè questo sia possibile è data dalla capacità di ascolto dello specialista, ascoltare con le “giuste orecchie, da costruttori di soluzioni”: ecco dunque svelato, almeno in parte, l’utilizzo del termine EARS, nonchè l’ipotesi chiave sulla quale è stato costruito il modello che stiamo descrivendo. Se ascoltiamo attentamente, i clienti ci forniranno gran parte delle indicazioni utili per le soluzioni ai loro problemi.

Quali sono, quindi, le possibili utilità relative alle EARS questions nell’ambito del colloquio clinico, anche al di fuori del contesto strettamente Solution Focused?

1) avere uno schema su come impostare le sedute successive alla prima;

2) superare una situazione di impasse, in cui ci si sente bloccati;

3) trovare possibili soluzioni/obiettivi con le domande.

Il modello di cui stiamo discutendo rappresenta quindi uno strumento efficace per aiutare i clienti a esplorare le proprie risorse e prospettive in modo costruttivo, promuovendo il cambiamento e la soluzione dei problemi (non solo nella terapia Solution-Focused). Vediamo come.

 

 

Il modello delle EARS questions.

Il termine EARS, oltre a indicare le “orecchie”, in realtà rappresenta un acronimo ben preciso: Elicit – Amplify – Reinforce – Start again.

Queste 4 parole indicano la struttura vera e propria del modello, che si articola e si sviluppa esattamente come descritto di seguito:

1) Elicit Questions: queste domande si concentrano su momenti o situazioni in cui il problema non è stato presente o non è stato così grave, quindi su quali cambiamenti positivi ci sono stati nelle settimane precedenti. Ad esempio, “Cosa sta andando bene?”, “Cos’è migliorato nella tua vita (dalla precedente visita)?”.

2) Amplification Questions: queste domande aiutano il cliente a esplorare dettagli specifici dei momenti positivi o delle risorse personali elicitate in precedenza. Possono essere utilizzate per ottenere una visione più approfondita delle situazioni in cui il cliente ha avuto successo o si è sentito meglio. Ad esempio, “Posso sapere di più su cosa hai fatto in quel momento che ha funzionato così bene per te?”, “Chi o cosa ti ha aiutato?”, “Come hai fatto?”, “Come sapevi che era la cosa giusta da fare?”.

3) Reinforcing: in questa fase ci si concentra sui complimenti al cliente e sull’offrire rinforzi positivi, affinchè le soluzioni elicitate e amplificate nei precedenti 2 momenti vengano fissate e replicate nel futuro. Risulteranno quindi tecnicamente importanti sia i complimenti che gli incoraggiamenti verbali e non verbali da parte del terapeuta, nonchè tutte quelle azioni volte ad assicurarsi che la persona si accorga e apprezzi i cambiamenti positivi.

4) Start again: si ripete il processo fino a quando non saranno descritti ulteriori miglioramenti ed eccezioni. “E cos’altro sta andando meglio?”, “…Cos’altro?”.

 

 

Ulteriori informazioni sulle “EARS questions” nel contesto della Terapia Solution-Focused

Concludiamo questo articolo esplicitando 4 ulteriori punti di vista che, a nostro avviso, possono risultare interessanti per i professionisti del settore, soprattutto per coloro che volessero intraprendere una formazione specifica sul modello Solution-Focused.

  • Approccio Positivo: la terapia Solution-Focused si concentra sulle risorse del cliente e sulle soluzioni anziché sul problema stesso. Le domande EARS sono progettate per creare un ambiente terapeutico positivo in cui il cliente può esplorare i suoi punti di forza e trovare modi per affrontare le sfide.

 

  • Scelte e Controllo: le domande EARS incoraggiano il cliente a riflettere sulle scelte che ha a disposizione e sul grado di controllo che ha sulla sua situazione. Questo può aiutare il cliente a sentirsi maggiormente in grado di influenzare il proprio destino e a prendere decisioni.

 

  • Adattabilità: le domande EARS possono essere adattate alle esigenze specifiche del cliente e alla situazione terapeutica. Non esiste un elenco rigido di domande, ma sono piuttosto un insieme di principi guida che il terapeuta può utilizzare in modo flessibile.

 

  • Risorse e autonomia: le domande EARS sono uno strumento efficace per promuovere la consapevolezza, il cambiamento e la crescita nei clienti durante la terapia. Sono progettate per mettere in evidenza le risorse e le abilità del cliente, incoraggiandolo a esplorare nuove prospettive e trovare soluzioni ai problemi che sta affrontando.

 

 

Dr Pier Paolo D’Alia

Psicologo – Psicoterapeuta

 

 

 

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Riferimenti bibliografici

Bannink, F. P. (2010a). 1001 solution-focused questions: Handbook for solution-focused interviewing. New York: Norton.

Berg, I.K. & Reuss, N.H. (1995) Solutions Step by Step: A Substance Abuse Treatment Manual. New York: Norton.