La terapia breve si è dimostrata un valido strumento nel trattamento della depressione, nelle sue varie forme più o meno gravi, e le recenti ricerche continuano ad avvalorare la sua efficacia.

In particolare alcune ricerche hanno messo in luce come le persone che si rivolgono ad uno specialista per problematiche relative all’umore depresso migliorano notevolmente, o risolvono completamente l’assetto sintomatologico, con un numero di sedute inferiore a dieci.

Parliamo di depressione

Secondo l’OMS il 4% della popolazione mondiale soffre di depressione e la percentuale è destinata a salire nelle ultime fasi di questa pandemia.

Inoltre crea un disagio importante e sostanziale nei soggetti che ne soffrono, tanto che è una delle principali cause di richiesta di giustificazioni sul lavoro, dopo aver superato lo storico primato delle malattie cardiovascolari.

Nonostante sia in crescita anche tra gli uomini, resta un fenomeno femminile, si stima infatti che 3 pazienti su 4 siano donne, appesantite soprattutto da un carico familiare e lavorativo gravoso.

Mentre, per quanto riguarda il ciclo di vita, non incide solo nell’età adulta, quando si cercano di stabilire i propri obiettivi personali e professionali, ma anche nell’adolescenza, correlato alla ricerca della propria identità, e nella terza età, quando ci si deve reinventare, di solito come risposta al pensionamento.

Per quanto riguarda le cause della depressione, una ricerca condotta da David Curtis presso l’ULC Genetics Institute, University College London, ha sfatato il mito del gene in grado di predire la malattia.

E il risultato è in linea con le ricerche precedenti, tanto che si stima che la genetica spieghi meno del 1%, o al massimo il 2,28%, delle varie diagnosi psichiatriche.

Tuttavia la pandemia è uno scenario globale senza precedenti ed a permesso di sviluppare nuove teorie e ricerche. Sono stati sviluppati nuovi trattamenti biologici per la depressione, tra cui MeRT (Terapia di e-Resonanza Magnetica) e il SAINT (Stanford Accelerated Intelligent Neuromodulation Therapy).

Mentre per la psicoterapia si è affermato in maniera omogenea il valore dei trattamenti esperienziali, inclusi metodi di focalizzazione come la mindfulness e l’ipnosi.

Per non parlare del grande salto delle telemedicine e della terapia on-line.

Il valore aggiunto della terapia breve

Michael Yapko, uno dei maggiori esperti mondiali sulla depressione, sottolinea che ci sono tantissimi approcci che possono funzionare nel trattamento di questo disturbo.

Da un lato perché si è visto nel tempo che la depressione ha alti tassi di risposta a una grande varietà di interventi, inclusi quelli che non dovrebbero affatto funzionare, come l’uso di anfetamine, mangiare cioccolato fondente o la crioterapia su tutto il corpo.

Dall’altro perché il termine “depressione” è un termine globale, ultimamente anche abusato, che rappresenta diversi pattern strutturali e diversi fattori di rischio.

Riconoscerli e trattarli in maniera mirata è ciò che fa la differenza nell’efficacia del trattamento.

In questo panorama, la terapia breve si caratterizza come una strategia estremamente efficace con un valore aggiunto: l’attenzione alle azioni concrete e il ruolo attivo della persona permette di trarre il massimo da ogni seduta, anche dalla prima.

Un dato importante se si considera che le principali problematiche, lavorando con soggetti depressi, riguardano la compliance e il rischio di drop out.

Comunicare la necessità di agire è fondamentale per trattare la depressione e coinvolgere la persona in maniera attiva nel suo percorso di guarigione, ma non tutti i compiti hanno lo stesso valore nel raggiungimento degli obiettivi.

In questo senso Yapko identifica cinque caratteristiche essenziali relative all’assegnazione dei compiti:

  • È’ sicuro da realizzare
  • Promuove un orientamento all’azione e un apprendimento esperienziale
  • L’alleanza terapeutica favorisce il suo uso
  • Ha la potenzialità di sfidare le convinzioni, chiarire le prospettive e/o insegnare nuove abilità
  • È vissuto come rafforzante

Perchè sono importanti i compiti?

I terapeuti brevi, attraverso l’assegnazione dei compiti, aiutano la persona a sviluppare abilità-chiave in queste aree per consentire loro di vivere in modo efficace la propria vita:

  • Delle abilità di coping più efficaci
  • Stili esplicativi più realistici
  • Stili relazionali più sani
  • Abilità cognitive più flessibili e discriminanti
  • Abilità sofisticate di problem – solving
  • Strategie di decision-making più efficaci
  • Come costruire e mantenere una rete di supporto
  • In che modo trascendere da una storia personale avversa
  • Strategie per costruire un futuro realistico e motivante

La depressione continua ad essere il male di questo millennio. Come psicologi, formarsi ed apprendere gli strumenti terapeutici più efficaci è fondamentale per essere pronti a rispondere ad una domanda destinata a crescere sempre più.

La terapia breve rappresenta un valido approccio in grado di aiutare la persona, prima bloccando le tentate soluzioni disfunzionali e poi riscoprendo e integrando risorse e competenze utili alla persona nella gestione del disturbo.

In particolare lavorando sul presente, attuando un approccio attivo e utilizzando quello che Yapko chiama “il linguaggio della speranza” si possono rompere i meccanismi della depressione, ossia si possono bloccare tutti quei comportamennti che mantengono in vita il problema e guidare la persona nel riprendere in mano attivamente la propria vita.

Bibliografia  

Yapko, M.(1998). Rompere gli schemi della depressione. Milano: Ponte alle Grazie, 2002.