Il narcisismo può essere definita come una compulsione al successo un disturbo del potere.

Trattandosi di successo e potere  le persone sono disposte a fare qualsiasi cosa per posizionarsi all’interno di un ruolo in grado di garantire loro il successo.

Infatti, i ruoli di leadership sono ruoli molto ambiti anche se delicati, perché consegnano alle persone una grande quantità di potere.

Gestire il potere è difficile.

Avere un ruolo di potere e di comando nel poter comandare gli altri può dare molto piacere.

Il potere mette  la persona nelle condizioni di operare come un capobranco, un predatore facendo emergere anche le parti più nascoste della propria personalità, come ad esempio strategie narcisiste per conquistare la propria preda.

L’eccesso di potere,  tanto quanto quello di successo e  denaro possono diventare dei piaceri perversi, patologici.

Questo è il motivo per cui nei ruoli di potere dovrebbero andare nelle mani di persone equilibrate invece persone che non disturbi di narcisismo.

Abuso Narcisistico nelle organizzazioni

L’abuso narcisistico è un abuso di potere e si verifica quando c’è una asimmetria all’interno di una relazione in una coppia, in un gruppo o in una organizzazione.

Il primo ingrediente è un abuso da parte di una persona con un disturbo narcisistico di personalità. Un capo, un dirigente, un titolare di un’azienda o comunque una persona di potere a capo di un’organizzazione.

Questa persona oltre a considerare le persone o i suoi dipendenti – collaboratori come delle pedine sulla propria scacchiera o come dei figuranti che appaiono sul proprio teatro da lui magistralmente costruito mettere ha l’unico obiettivo  costantemente di mettere in risalto se stesso.

Il secondo elemento è quello del sistema che mantiene l’abuso narcisistico composto proprio dalle persone che negano la realtà abusante che vivono sotto i loro occhi.

Questo fenomeno si presenta anche davanti a palesi comportamenti negativi del leader nei confronti dei suoi “sudditi”. Il sistema, contesto in cui l’abuso narcisistico si consuma, normalizza questi comportamenti abusanti, alimentandoli

Come terzo elemento abbiamo la vittima dell’abuso narcisistico che può essere un dipendente, una persona dell’organizzazione ma anche un socio, un fornitore che per paura ma di non poter avere chance lavorative o di non poter fare carriera all’interno dell’organizzazione sottostà a questi abusi di potere.

Il quarto elemento, ciliegina sulla torta del processo, sono gli spettatori, cioè persone adiacenti al sistema abusante ma sempre parte di esso.

Queste persone (unità o pluralità) sono nel mezzo tra il leader narcisistico abusante  e la vittima di abuso narcisistico,  persone non fanno niente, anche loro normalizzano, ma è proprio il loro non fare che peggiora la situazione.

Infatti, davanti ad un gesto di abuso, normalizzano restando omertosi.

È come se stessero in uno stato di mancato soccorso, non agiscono là dove potrebbero segnalare, riportare o comunicare differentemente.

Queste persone confermano il sistema come un sistema che “promuove” una cultura abusante, narcisista con regole non dette, indirette, informali che mantengono però il problema.

Che differenza c’è tra abuso narcisistico e abuso di potere?

La prima differenza sostanziale è che l’abuso è derivante da una persona con disturbo narcisistico di personalità.

La seconda, invece, è che la vittima di abuso narcisistico sviluppa una sindrome, non ancora inserita nel DSM, che ha delle caratteristiche molto simile al disturbo post traumatico da stress: depersonalizzazione, derealizzazione, insonnia, confusione mentale, sensi di colpa un quadro clinico molto complicato.

Per entrambe queste categorie di persone, abusante e persona abusata, è consigliabile un percorso psicoterapeutico che può anche richiedere un certo tempo per riuscire ad uscire dal quadro sintomatologico.

È importante parlare di narcisismo nelle organizzazioni perché, se fatto bene, potrebbe promuovere un atteggiamento contro culturale in grado di promuovere il benessere all’interno delle organizzazioni.

Infatti, chi soffre di narcisismo ama circondarsi da persone che sono convincibili, facilmente manipolabili, aggirabili e che comunque facilmente cedono la ragione all’altro.

Le conseguenze di questo atteggiamento sono il vittimismo, la non responsabilizzazione, la centralizzazione del potere, la perdita di interesse o  motivazione e la non espressione completa del talento e delle virtù di ogni singolo individuo.

Molto spesso una persona con disturbo narcisistico di personalità nemmeno si rende conto della propria difficoltà.

Però possiamo trovare delle modalità interattive comunicative per far fronte a questo tipo di problematica.

All’interno delle organizzazioni, infatti, è molto più facile o naturale riuscita ad agganciare una persona con questo tipo di disturbo perché i momenti informali che si vengono a creare per poter fare luce sulle sue strategie narcisistiche sono maggiori rispetto a quelle della terapia, dove difficilmente il narcisista si presenterà con una aperta richiesta di aiuto

Equilibri relazionali: relazione simmetrica e complementare

All’interno delle organizzazioni esistono sempre dei sistemi relazionali con delle alterazioni, degli squilibri che oscillano tra il  simmetrico e il complementare.

Ci sono persone che hanno una tendenza, una facilità  o meno di sentirsi comodi all’interno di una di queste due forme relazionali.

Le relazioni simmetriche tendono ad essere più instabili a differenza di quelle complementari che puntano ad una stabilità.

Il rischio delle prime e quello di una costante ricerca della superiorità, e del conflitto.

Nel secondo tipo invece il rischio è quella di una forte rigidità One – up o one – down.

Per un narcisista è molto utile stare in una relazione lavorativa in cui si dialoga, si negozia e si stabiliscono di volta in volta obiettivi in comune proprio per non cadere in una rigidità di controllo di abuso di potere.

Che tipo di comunicazione utilizzare?

Che tipo di comunicazione è consigliabile utilizzare con questo tipo di persone?

In azienda, ma anche nei contesti di vita quotidiana, bisogna utilizzare una comunicazione assertiva.

Cioè non cercare di manipolare aggirare o scavalcare né fare i piani strategici per ottenere l’approvazione dall’altro perché non si riceverà mai.

Bisogna esprimere i propri bisogni, necessità e punti di vista in modo minimalista, chiaro e consistente.

Comunicare, insomma,  disinteressandosi di come il messaggio verrà interpretato e mantenendo saldo l’obiettivo che si vuole ottenere comunicando.

La cultura del Lavoro moderna occidentale ha due tendenze ( vizi di forma) che non aiutano molto da questo punto di vista.

Da un lato, spinge nel promuove strategie narcisistiche quindi è molto probabile notare strategie narcisistiche di questo tipo all’interno delle organizzazioni.

Dall’altro lato, incoraggia forme di “comunicazione strategica” per manipolare, aggirare i membri del sistema con l’unico scopo di avere un tornaconto personale e di “vincere sull’altro” a cui però Il narcisista risponderà in modo altrettanto adeguato affinando ancora di più le sue strategie narcisistiche

 

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Paoli, B., (2021). Il piccolo paranoico. Trento: New-Book Edizioni

Paoli, B., (2019). La sottile arte di incasinarsi la vita.  Milano: Mondadori

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