Quando parliamo di disturbi alimentari, facciamo riferimento ad alterazioni delle abitudini alimentari caratterizzati da un’eccessiva preoccupazione riguardo la propria immagine, in particolare al peso e alle forme del corpo.
I quattro disturbi più frequenti e conosciuti in psicologia sono:
- L’Anoressia caratterizzata da un calo significativo del proprio peso corporeo, paura di ingrassare, ricorso a metodi compensativi come un’attività fisica intensa, lassativi e vomito
- La Bulimia caratterizzata da peso abbastanza stabile perché la persona alterna abbuffate (episodi in cui mangia più del necessario e in determinate circostanze) al vomito, per compensare quanto ingerito o periodi di digiuno.
- La bulimia e l’anoressia possono trasformarsi e strutturarsi in un disturbo differente, ovvero il Vomiting, dove la persona mangia per provare il piacere di vomitare e non usa più il vomito con l’unico scopo compensativo del cibo ingerito. Lo scopo adesso è vomitare e il cibo è diventato il mezzo per riuscirci.
- Infine il Binge Eating è caratterizzato anch’esso da ripetute abbuffate ma a differenza della Bulimia, non è presente l’uso di metodi compensativi come il vomito; spesso infatti sono persone sovrappeso.
I comportamenti quindi più tipici che vengono messi in atto possono essere:
- Digiunare
- Vomitare
- Fare attività fisica esagerata
- Usare condotte compensative come i lassativi
- Restringere l’alimentazione
Quali sono le Tentate Soluzioni più comuni nella ricerca di un equilibrio alimentare, che mantengono in vita il problema e lo peggiorano nel corso del tempo?
- EFFETTO TRASGRESSIONE: più me lo vieto, più lo desidero, più trasgredisco!
«Niente è più irresistibile di un divieto da trasgredire» O. Wilde
E’la tendenza a imporsi un divieto assoluto nei confronti dei cibi ritenuti calorici che nel corso del tempo esaspera il desiderio proprio di quei cibi assolutamente vietati.
- EFFETTO CONDANNA: il successo apparente che alimenta l’insuccesso!
Tutte le diete sono efficaci ma nessuna funziona sul lungo termine, perché, dopo un breve periodo in cui si riesce a mantenere il peso forma, si trasgredisce.
La persona cambia dieta e ricomincia, creando un circolo vizioso di diete e abbandoni, a cui è condannato!
E’ l’uso della dieta stessa ad alimentare il problema, creando il circolo vizioso dell’successo-insuccesso.
- EFFETTO EVITAMENTO: per evitare le sensazioni spiacevoli, rinuncio anche a quelle piacevoli!
La dieta si basa solitamente sul divieto dei cibi più calorici; alcune persone oltre a privarsi di questi cibi, si privano anche delle sensazioni connesse al cibo.
Mangiare è un piacere, un’esperienza positiva anche rispetto ai quei cibi proibiti che fanno ingrassare. Ma ogni cosa, se agita con equilibrio, non nuoce. In realtà, l’eccessivo controllo esercitato sull’impulso di cedere alla tentazione, porta a cedere oltre che a essere sgradevole e poco attraente.
- EFFETTO RIBELLIONE: poiché non ci riesco mi lascio andare!
Quando la persona non ha ottenuto i risultati sperati, si lascia andare al cibo; sperimenta così il senso di fallimento e inadeguatezza. Si ribella nei confronti del cibo e si arrendi nella battaglia di diventare magri.
- EFFETTO LOTTA CONTINUA: devo consumare più di quanto mangio!
Se fare sport in modo equilibrato fa bene, eccedere, può essere controproducente. In questo la persona a dieta crede è ossessionata dall’attività fisica e si sottopone a sessioni estenuanti. Ma lo sport aumenta la sensazione di fame, e quindi la persona mangia di più e più mangia e più avverte la necessità di allenarsi. Solitamente finisce per lasciare questi ritmi incredibilmente sostenuti e ingrassare.
- EFFETTO IDRAULICO: se mangio troppo, vomito!
Questa è una delle tentate soluzione più subdole visto che, se reiterata nel tempo, può trasformarsi in un rituale compulsivo basato sul piacere, una forma di disturbo assestante conosciuto come Vomiting a cui è molto difficile rinunciare proprio perché basata sulla sensazione del piacere.
Anche se non diventa un rituale e viene utilizzata some mero strumento per regolare il peso, andrebbe comunque incontro a effetti collaterali: l’organismo si difende dagli effetti del vomito assimilando e trattenendo tutto ciò che può senza più selezionare tra ciò che fa bene e ciò che fa male (in pratica s’intossica). Quindi anche cibo in quantità minima, può far ingrassare.
- EFFETTO DELEGA: la pasticca “miracolosa” o l’intervento “risolutivo”
Ci sono persone che cercano una scorciatoia, un escamotage con cui raggiungere gli stessi obiettivi ma senza lo svantaggio della dieta. Ma tutto ciò non fa altro che incrementare un senso di incapacità personale e di sfiducia nelle proprie risorse, in quanto, non esiste nessuna “pillola magica”.
Come interviene la Terapia Strategica con questi Disturbi?
L’Anoressia è un disturbo piuttosto “resistente” ed è facile che si assista a un drop out nell’intervento; ciò dipende molto dalla relazione che il terapeuta è riuscito a instaurare con la persona, poiché da questa dipende l’esito della terapia; se la relazione è assente, la persona non seguirà le indicazioni, né si affiderà al professionista.
Il linguaggio terapeutico è ambivalente ed è bene definire il patto terapeutico con la persona rispetto al peso da raggiungere.
Si ristruttura la paura di ingrassare con una paura più grande, sottolineando come la persona-se dovesse continuare così- subirò un alimentazione forzata, perdendo totalmente il controllo finora raggiunto.
Se la persona è un adolescente, è bene intervenire anche sul sistema famiglie e dove possibile, eleggere i genitori a co-terapeuti per bloccare le tentate soluzioni disfunzionali familiari che mantengono in vita il problema.
Invece con il Vomiting?
Il vomiting si è trasformato in un disturbo assestante caratterizzato dal piacere di vomitare; la persona usa il cibo per sperimentare poi il vomito.
Due sono le tecniche principali di sblocco:
- La tecnica dell’intervallo che consiste nel chiedere alla persona di posticipare di un’ora la vomitata; può vomitare ma deve farlo dopo un’ora. In questo modo si interrompe la sequenza piacevole del mangiare vomitare, trasformando la compulsione in qualcosa di sgradevole.
- L’abbuffata perfetta che consiste nel chiedere alla persona di perfezionare ancora di più il momento dell’abbuffata, dal momento che ancora non si è goduta a sufficienza quel momento così importante; si definiscono i cibi da mangiare, l’ora, il luogo in cui deve avvenire.
Ma tutti e quattro i disturbi hanno come obiettivo il raggiungimento di un equilibrio alimentare, attraverso la Dieta Paradossale
Come funziona?
- Lasciarsi andare alle piacevoli fantasie: soffermarsi tutte le mattine su fantasie piacevoli riguardanti il cibo, pensando ai colori , ai sapore e alle sensazioni che lo accompagnano.
- Controllare il cibo, concendendoselo: per evitare di avere un controllo eccessivo del cibo, la persona deve imparare a concederselo per evitare di scadere nella perdita del controllo eccessiva (abbuffate)
- Restringere senza restrizioni: si invita la persona a concedersi ciò che più le piace, ma esclusivamente all’interno dei tre pasti principali (colazione, pranzo e cena)
- Curare il contesto: per rendere il pasto un evento veramente piacevole è importante curare i dettagli della situazioni in cui avviene, preoccupandosi del dove, come e con chi si mangia. Più l’atmosfera è piacevole, più mangiare diventa soddisfacente.
- Rendere sano il piacere: inserire le tentazioni una volta recuperato il controllo equilibrato del cibo, proprio per evitare che il controllo venga nuovamente perso.
La Terapia Strategica offre delle manovre di sblocco apposite per sciogliere questi disturbi e riportare la persona a sperimentare un alimentazione sana.
Il terapeuta deve essere capace a instaurare una relazione, comunicare in modo strategico, evocativo e ristrutturante e saper costruire con la persona la prescrizione più efficace e adatta a lei.
Bibliografia:
Nardone, G (2007) La Dieta Paradossale: sciogliere i blocchi psicologici che impediscono di dimagrire e mantenersi in forma, Ponte delle Grazie
Nardone, G (2011)Uscire dalla Trappola: Abbuffarsi vomitare torturarsi: la terapia in tempi brevi, Ponte delle Grazie.