La Dipendenza Affettiva è un disagio della sfera emotiva e relazionale caratterizzato  dalla centralità di un “oggetto d’amore” verso il quale il soggetto dipendente nutre sentimenti disfunzionali di esclusività. L’amore diventa ossessione e sofferenza perciò la persona si sente incapace di interrompere la relazione e fare a meno dell’altro.

Come accade per le dipendenze da sostanze e in altre dipendenze “senza droga” (internet, shopping ecc…), si evidenziano fenomeni di astinenza, assuefazione, tolleranza e di craving  con conseguenze sul piano cognitivo, emozionale e del comportamento.

Gli schemi della dipendenza affettiva

E.M.Secci, terapeuta ad approccio strategico esperto di dipendenze, descrive la Dipendenza Affettiva attraverso 4 schemi:

  1. Dipendenza basata sul rifiuto: il rifiuto si configura come una tentata soluzione attraverso la quale la persona cerca di farsi accettare dall’altro.
  2. Dipendenza distimica: si basa sull’idea della persona di non valere nulla e di non meritare nulla.  Tendenzialmente la scelta ricade su partner svalutanti.
  3. Dipendenza da senso di colpa: il partner viene percepito come incapace e bisognoso di aiuto. Questo produce senso di colpa che genera a sua volta un circolo vizioso che impedisce alla persona di separarsi.
  4. Dipendenza compensatoria: I partner si scelgono per compensare o nascondere un problema/un segreto mai reso noto. Si tratta spesso di partner molto invischiati con le proprie famiglie di origine.

Una lettura sistemico-strategica

Molte ricerche mostrano l’esistenza di fattori predisponenti alla dipendenza affettiva. Parliamo ad esempio di relazioni conflittuali tra i genitori, esperienze d’abuso infantile, precoce genitorializzazione del bambino, abuso di sostanze, dismorfismo corporeo ecc.

Come insegnano i docenti di Istituto Icnos, nel trattamento di questo disagio il terapeuta sistemico-strategico non sottopone la persona ad un’indagine minuziosa del proprio passato, dell’infanzia e della propria famiglia, con l’obiettivo di individuare una causa originaria che possa guarirla dal malessere esperito nel presente.

Il cercare continuamente “spiegazioni” innesca sentimenti di colpa, vergogna e rassegnazione, condizioni che alimentano lo stato di deprivazione affettiva e di sottomissione esperita.

Non vi è dubbio però che la dipendenza affettiva non è un problema individuale ma relazionale. Per un terapeuta sistemico-strategico questo è un aspetto rilevante! Se, infatti, la chiave di lettura che offriamo alla persona è quella della disposizione individuale alla malattia psichica, rischiamo di aggravare la sua condizione di sofferenza.

E’ importante quindi che il terapeuta veda nella dipendenza affettiva un problema alimentato dal sistema coppia e non dal singolo individuo portatore del malessere.

Suggerimenti per un intervento efficace

Il comportamento di dipendenza rappresenta una “tentata soluzione” che non risolve il problema ma lo alimenta dando vita ad un circolo vizioso.

La persona sente che ha un bisogno assoluto e continuo dell’altro. Concentrandosi su questo bisogno si allontana gradualmente sempre più da sé stessa, dalle sue potenzialità, dalle sue risorse, dalle sue capacità, dai suoi progetti. In questo modo aumenta sempre più il senso di vuoto e quindi il bisogno dell’altro. Così si rafforza un circolo vizioso che fa incrementare la dipendenza.

Cosa è utile fare:

  1. Valorizzare le risorse: finchè vediamo nella dipendenza solo un problema probabilmente non riusciremo ad aiutare la persona ad uscire dalla sua condizione di sofferenza. La dipendenza è infatti un atteggiamento che ci racconta molto dolore ma anche la forza e la perseveranza con cui una persona si aggrappa a cose e/o situazioni.
  2. Alleanza terapeutica: costruire una buona alleanza terapeutica con una persona che soffre di una dipendenza affettiva rappresenta già un primo passo verso il successo poiché la aiuterà a fare esperienza pratica di una relazione sana, quella appunto con il terapeuta.
  3. Obiettivi: stabilire gli obiettivi del percorso è importante! La persona potrebbe aver bisogno di muoversi per piccoli passi per raggiungere così piccoli traguardi alla volta prima di arrivare alla separazione definitiva dalla persona da cui dipende.
  4. Prescrizioni: le prescrizioni sono azioni molto utili che in alcuni casi aiutano a distrarre la persona dipendente dal bisogno di fare ricorso all’ ”oggetto d’amore”. Ad esempio: “Ogni volta che sentirai il bisogno di mandare un messaggio a quella persona, prendi carta e penna, scrivi il messaggio a mano e poi ricopialo due o tre volte” oppure, in forma paradossale “Chiamerai quella persona ogni volta che sul tuo orologio comparirà un 7 (ovvero alle 7, alle 7 e 07, alle 7 e 17, alle 7 e 27 ecc..).

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Simonetta Bonadies
Psicologa, Psicoterapeuta

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Bibliografia

E. M. Secci (2014) I narcisisti perversi e le unioni impossibili: sopravvivere alla dipendenza affettiva e ritrovare sè stessi. Youcanprint Editore