L’influenza del Costruttivismo sulle Terapie Brevi

L’influenza del Costruttivismo sulle Terapie Brevi

A partire dagli anni Ottanta, un gran numero di concetti filosofici riuniti sotto il nome di “Costruttivismo” hanno influenzato notevolmente la psicoterapia, non soltanto le scuole di terapia individuale più tradizionali, come il Comportamentismo o la Psicoanalisi, ma anche alcuni fra i modelli terapeutici interazionisti, come il modello del Mental Research Institute (Weakland et al., 1974), il modello strategico di Jay Haley (1973,1976), il modello focalizzato sulla soluzione di de Shazer (1982a, 1988a), e il modello strategico-costruttivista (Nardone, Watzlawick, 1990).

 

I principi del Costruttivismo Radicale

Con l’introduzione di concetti costruzionisti, gli operatori del nostro campo hanno iniziato a porsi domande su alcune problematiche teoriche, interessandosi sempre di più al concetto di “realtà” e al modo in cui ciascuno di noi entra in relazione con essa, la influenza e a sua volta ne subisce le influenze.

La risposta costruttivista a tali domande è costituita dall’affermazione che la realtà in cui viviamo è il risultato della costruzione di un organismo che si autoregola e che non ha alcuna particolare relazione con una qualunque realtà ontologica “là fuori” (Maturana, Varela, 1980).

Glasersfeld fornisce una definizione interessante del concetto di Costruttivismo (von Glasersfeld, 1995, p. 25) che viene così riassunta:

“Che cos’è il costruttivismo? È un approccio non-convenzionale al problema della conoscenza e del conoscere. Parte dall’assunto che la conoscenza, indipendentemente da come venga definita, sta nella testa delle persone, e che il soggetto pensante non ha alternativa: può solo costruire ciò che sa sulla base della sua stessa esperienza. Ciò che noi capiamo dell’esperienza costituisce l’unico mondo in cui sappiamo di vivere.”

Lo stesso autore racchiude in 4 punti i principi fondamentali di tale modello:

1. La conoscenza non viene ricevuta passivamente né attraverso i sensi né grazie alla comunicazione;
2. La conoscenza viene attivamente costruita dal soggetto “conoscente”;
3. La funzione della conoscenza è adattiva, nel senso biologico del termine, e tende verso l’adattezza o la “viabilità”;
4. La conoscenza serve all’organizzazione del mondo esperienziale del soggetto, non alla scoperta di una realtà ontologicamente oggettiva.

Il Costruttivismo nelle Terapie Brevi

Come accennato nella parte iniziale di questo breve articolo, notevoli sono state le influenze che il Costruttivismo ha esercitato sulla psicoterapia. Nello specifico ci focalizzeremo sulle Terapie Brevi e su quanto queste siano caratterizzate da un modo di pensare condiviso con il Costruttivismo.

Le Terapie Brevi non operano nella convinzione che esista un’unica verità assoluta, al contrario, come insegnano i docenti di Istituto ICNOS – Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Breve Sistemico-Strategica, ne esistono svariate e regolano le relazioni tra noi e il resto del mondo.

Con questa ottica epistemologica si assume l’idea che noi costruiamo la realtà attraverso le nostre percezioni, le nostre teorie ed il nostro comunicare. Quindi si abbandona la rassicurante tesi positivista di una conoscenza “scientificamente vera” e si studiano i modi più “funzionali” di conoscere ed agire.

Non ci si interessa alla possibilità di conoscere le “verità profonde” ed il “perché” delle cose, ma solo del “come” funzionano e del come farle funzionare nel modo migliore possibile. Nella operatività che caratterizza le Terapie Brevi, ciò significa lavorare al fine di adattare la nostra conoscenza alle “realtà” parziali, mettendo a punto, di fronte ai problemi, strategie che si fondino ogni volta sugli obiettivi che c si pone e che si adattino, passo dopo passo, all’evolversi di tali “realtà”.

Gli approcci di Terapia Breve hanno adattato questo modo di pensare anche a ciò che in termini clinici potrebbe essere considerato ed etichettato come “patologico”.

A riguardo, infatti, si parte dalla convinzione che il “disturbo” sia determinato dall’interazione tra individui, e soprattutto, da come ognuno di essi percepisce la realtà. Ossia, quel punto di osservazione che costringe la persona ad avere una visione distorta e non funzionale della realtà e che, di conseguenza, lo conduce a comportarsi in maniera cosiddetta “psicopatologica” (questo processo viene definito sistema percettivo-reattivo).

Da questa prospettiva l’intervento terapeutico è rappresentato dallo spostamento del punto di osservazione della persona da una rigida posizione verso un’altra non rigida e funzionale. In termini costruttivisti si tratta di dare alle persone la possibilità di cambiare prospettiva rispetto al proprio problema, ovvero comprendere che non esista una sola realtà, quella problematica e patologica, ma possono esisterne diverse. Tale spostamento di ottica, produce il cambiamento consequenziale del modo di percepire se stesso, gli altri, il mondo.

Poiché crediamo che il modello Costruttivista sia una modalità di pensiero che ogni terapeuta deve acquisire per poter essere efficace nella pratica clinica, è ampiamente trattato all’interno dei moduli formativi previsti dalla nostra scuola.

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Bibliografia

  • Nardone G., Suggestione, Ristrutturazione e Cambiamento. L’approccio strategico e costruttivista alla psicoterapia breve. Giuffrè Editore – Milano, 1991.
  • Watzlawick P., Nardone G., Terapia Breve Strategica. Raffaello Cortina Editore, 1997.

 

 

 

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