“…per il suo caso si rivolga ad uno psicoterapeuta!”. Questa, in genere, è la frase che una persona sente dopo aver esposto un suo problema in un consulto e dopo aver avuto una spiegazione, seppur ipotetica, del vissuto o della sintomatologia che riporta.
Dopo di che, la persona si troverà di fronte ad un ulteriore problema: quello di scegliere lo psicoterapeuta!
Quale? Esiste una psicoterapia più adeguata di altre per la risoluzione di certi tipi di problemi?
Tutti ormai siamo a conoscenza del fatto che le psicoterapie sono tutte efficaci ma come aiutare le persone che incontriamo nella scelta del percorso più adatto?
Partiamo da alcuni aspetti importanti che differenziano le Terapie Brevi da quelle Cognitivo-Comportamentali e Psicodinamiche.
Il processo
L’approccio cognitivo-comportamentale guida il paziente a comprendere e razionalizzare la disfunzionalità delle sue rappresentazioni, e da lì ad affrontare gradualmente le situazioni temute sino a padroneggiarle. La terapia cognitivo-comportamentale inizia con una fase di valutazione che occupa, in genere, due o più sessioni. Il terapeuta, probabilmente, richiederà anche la compilazione di una serie di questionari auto-redatti per rilevare la gamma dei possibili sintomi e problemi.
Secondo l’approccio psicodinamico, invece, le due istanze principali dell’essere umano sono l’Io e l’Inconscio. l’Io è tutto ciò che è attribuibile alla coscienza e alla volontà, l’inconscio invece è tutto ciò che sfugge al controllo del soggetto. Il processo terapeutico si sviluppa lavorando prevalentemente sul passato e nell’intento di rendere cosciente ciò che la persona ha depositato a livello inconscio.
Le terapie brevi si focalizzano sull’utilizzo di stratagemmi terapeutici che conducono il paziente, a sua insaputa, a superare il problema. Solo successivamente, dopo la scomparsa dei sintomi, la persona verrà condotta alla piena consapevolezza delle sue risorse personali. Le terapie brevi si concentrano sul presente, su com’è la vita della persona oggi, su come funziona il problema nel presente e su cosa fare di concreto, nella vita di tutti i giorni, per risolverlo.
Problemi e Soluzioni:
Le Terapie Cognitivo-Comportamentali sono terapie “orientate al problema”. Si tratta cioè di terapie che cercano di capire come funziona il problema e che vanno a smontarlo pezzo per pezzo. Ad esempio si può chiedere alla persona di mettere in discussione i pensieri problematici o di cambiare i comportamenti disadattivi.
Le Terapie psicodinamiche operano in modo non direttivo, ovvero lo psicoanalista dirige il processo di cura senza assegnare compiti e prescrizioni da svolgere fuori dallo studio. Egli lascia che sia il paziente a definire, con i suoi tempi, il problema. Il terapeuta psicodinamico non individua insieme al paziente le soluzioni ma lascia che sia quest’ultimo a farle emergere nel processo terapeutico senza fornire indicazione alcuna.
Le Terapie Brevi, invece, sono più o meno “focalizzate sulle soluzioni”. Significa che orientano parte o persino tutto il loro lavoro su ciò che funziona, sulle competenze della persona, sulle sue risorse, i suoi punti di forza, le capacità che le hanno permesso di fronteggiare fino a quel momento il problema e/o quelle che, coltivate, le permetteranno di superarlo definitivamente.
Terapeuta e Paziente:
La Terapia Cognitivo-Comportamentale privilegia una posizione in cui l’esperto è il terapeuta. È lui che sa come funziona il problema della persona e che sa cosa serve per sbloccarla, e il paziente deve collaborare seguendo l’impostazione terapeutica prevista.
Nelle terapia psicodinamiche permane l’assunto che la relazione terapeutica è asimmetrica, ovvero il terapeuta gestisce un potere più ampio del paziente che, per la sua stessa condizione di sofferenza è in una posizione di subordine. Il terapeuta assume un ruolo neutrale per non inficiare la terapia.
Nelle Terapie Brevi, invece, si cerca di privilegiare una co-costruzione del trattamento, e un adattamento di quest’ultimo ai bisogni di ogni singola persona. Quando si dice che “il paziente è l’esperto” si intende che il terapeuta non si pone come colui che “sa cosa è giusto per lui”. Quest’ultimo è piuttosto un “facilitatore” che deve aiutare la persona a definire i propri problemi, a individuare le proprie risorse, a bloccare i meccanismi disfunzionali e via dicendo.
Diagnosi
La Terapia Cognitivo-Comportamentale si rifà molto ad una diagnosi “categoriali” (cioè identifica delle categorie-disturbi composte da una serie di segni e sintomi). È molto simile alla diagnosi medica: suppone, cioè, che i disturbi psicologici siano descrivibili in categorie distinte, composti da segni e sintomi caratteristici.
Nelle Terapie psicodinamiche il processo diagnostico si basa sull’idea che il sintomo è un conflitto tra il desiderio (inaccettabile alla coscienza) e la sua difesa. Questo conflitto riguarda sempre il rapporto tra il Soggetto e l’Altro: altro familiare, altro sociale, il rapporto con il proprio corpo.
Le Terapie Brevi, invece, spesso non si rifanno alla diagnosi nosografica; quantomeno non a scopo di intervento. Molte preferiscono invece un tipo di diagnosi che, in certi casi, è stata definita “diagnosi operativa”. Si tratta di una diagnosi che si interessa a “come funziona il problema”. Non sono cioè interessate a categorizzare il problema della persona in una o nell’altra etichetta, rilevando un insieme di segni e sintomi. Preferiscono invece identificare (e far identificare alla persona) quei meccanismi (comportamenti, atteggiamenti, pensieri, rappresentazioni ecc.) che mantengono in vita il problema e/o quelli che possono sbloccarlo.
Il Tempo
Un recente studio ha mostrato che la Psicoanalisi dura in media 150-200 sedute(Gaskin, 2014).
Le Terapie Brevi, invece, durano spesso meno di 10 sedute e raramente oltre le 20. Quelle più “lunghe” (che peraltro sono quelle derivate originariamente dalla psicoanalisi) possono arrivare a 40-50 sedute.
Le Terapie cognitivo-comportamentali rispetto alla durata del processo hanno alcuni aspetti in comune. Lavorando anch’esse sul presente e non sul passato si caratterizzano generalmente per la realizzazione di trattamenti che si attestano tra le 20 e le 40 sedute.
Bibliografia
Lo studio dello psicologo: https://www.lostudiodellopsicologo.it/2018/07/05/8-differenze-tra-la-terapia-breve-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale-2/