Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) il 4% della popolazione mondiale soffre di depressione. Si stima che entro il 2030 la depressione diventerà la prima causa al mondo di giornate di lavoro perse per disabilità, superando il primato storico delle malattie cardiovascolari.

Sebbene sia in crescita il numero di uomini che chiedono aiuto, la depressione resta un fenomeno con prevalenza femminile: 3 pazienti su 4 sono donne.

Una sofferenza che tocca ogni fase della vita e va oltre l’appartenenza socio-economica.

Sulle motivazioni che incidono sull’insorgenza della depressione troviamo fattori interni all’animo umano ed esterni, come ad esempio la povertà crescente, il fenomeno migratorio e la maggiore percezione del senso della paura e dell’incertezza.

Le fasi della vita più esposte a questa condizione sono l’adolescenza, il passaggio all’età adulta ed il traguardo della pensione.

In particolare nei giovani e giovanissimi l’aumento della depressione è spesso legato al pericolo di esposizione a fenomeni di dipendenza da sostanze e/o tecnologie, aumentando così il rischio di suicidio in età sempre più precoce. Le donne più esposte sono invece quelle con un carico familiare e lavorativo gravoso.

 

I meccanismi della depressione

Le Terapie Brevi sono efficaci nel trattamento della depressione, nelle sue varie forme più o meno gravi. In particolare, alcune ricerche, hanno messo in luce come le persone che si rivolgono ad uno specialista per problematiche relative all’umore depresso migliorano notevolmente, o risolvono completamente l’assetto sintomatologico, con un numero di sedute inferiore a dieci (Muriana et al. 2006).

Michael Yapko,  uno dei più esperti terapeuti brevi per la depressione, sostiene che essere fortemente concentrati sui propri limiti e vulnerabilità influenza lo sviluppo di problematiche legate al tono dell’umore.

L’autore, all’interno di uno dei suoi testi più noti intitolato “Rompere gli schemi della depressione”, parla di depressione riferendosi a tre azioni principali che caratterizzano tale condizione:

  1. Rinuncia: la persona smette di fare le cose, tutte o solo alcune di quelle che prima faceva abitualmente.
  2. Vittimismo: la persona si lamenta costantemente della propria infelicità, atteggiamento che non sempre si configura come un bisogno di comunicare.
  3. Delega: la persona rimanda ad altri compiti e responsabilità rinforzando così la percezione di sé stesso come depresso, incapace ed inconcludente.

 Depressione: Cosa non fare?

Quando un paziente con un problema di depressione varca la porta di uno studio di psicoterapia, il terapeuta breve strategico dovrà porsi subito alcune domande al fine di progettare insieme alla persona l’intervento più efficace.

Nella fase iniziale della terapia può essere rischioso per il clinico prospettare possibili soluzioni o vie d’uscita. I suggerimenti espliciti sono di solito fallimentari in questi casi. Piuttosto attraverso domande strategiche, parafrasi e riformulazioni cerchiamo di delimitare il terreno su cui muoverci.

Inoltre potrebbe rivelarsi rischioso per il terapeuta addentrarsi nelle cause del malessere del paziente. Tale atteggiamento clinico potrebbe, inconsapevolmente, andare a riprodurre le Tentate Soluzioni Disfunzionali che hanno messo la persona nel ruolo di vittima.

Depressione: Cosa Fare?

Come insegnano i docenti di ICNOS – Scuola di Specializzazione in  Psicoterapia Sistemico-Strategica, una delle prime questioni da affrontare è, ad esempio, quali altre persone sono coinvolte nel problema portato dal paziente. Spesso, infatti, la persona costruisce intorno ai sintomi depressivi una rete di Tentate Soluzioni Disfunzionali che possono coinvolgere altri membri della famiglia e/o della coppia (Loriedo, 2004). Questi, nel tentativo di aiutare la persona direttamente coinvolta dal punto di vista sintomatologico o di spingerlo all’azione (Nardone & Portelli, 2005), inevitabilmente provocano un nuovo fallimento.

Mantenendo un focus costante sul presente, il Terapeuta Breve Strategico non andrà alla ricerca delle presunte cause del malessere ma cercherà di comprendere come esso si manifesta e si alimenta. il Terapeuta Breve Strategico, infatti dovrà tenere a mente tre domande essenziali:

  1. Cos’è che, oggi, continua a mantenere in vita il problema?Quali comportamenti, quali atteggiamenti, quali percezioni trattengono la persona nel pantano depressivo, impedendole di uscirne fuori una volta per tutte?
  2. Cos’è che, oggi, sta funzionando e possiamo utilizzare?Quali sono quelle cose che la persona ha già fatto, e magari continua a fare, che in qualche modo possono essere utili a risolvere il problema, una volta che saranno adeguatamente migliorate e potenziate?
  3. Quali risorse personali il paziente può mettere in campo per far fronte al problema? Come può la persona riappropriarsi di quelle competenze che teme di aver perso o che pensa di non possedere affatto?

L’utilizzo di apposite tecniche di matrice strategica, si dovrebbe arrivare già alla fine della prima seduta con un risultato importante: aver ristrutturato il problema in un modo in cui il paziente possa riconoscerne la disfunzionalità.

 Conclusione

Un terapeuta che ha chiaro che strada intende percorrere, sarà in grado di guidare la persona verso un progressivo miglioramento, aiutandola ad interrompere le Tentate Soluzioni Disfunzionali e rispolverando, invece, risorse e competenze utili alla risoluzione del problema.

La depressione può essere definita come il male del nuovo millennio. Formarsi e dotarsi di strumenti terapeutici efficaci ci consente di rispondere in maniera efficace ad una domanda destinata ad aumentare sempre di più.

Le Terapie Brevi ad approccio strategico rappresentano un valido approccio per aiutare la persona a risolvere a guarire dalla depressione.  Lavorando sul presente ed in maniera focalizzata ma senza mai perdere di vista i bisogni del paziente.

 

Bibliografia

  • Yapko, M.(1998). Rompere gli schemi della depressione. Milano: Ponte alle Grazie, 2002.
  • Loriedo, C. Strategie e stratagemmi della psicoterapia. Tecniche ipnotiche e non ipnotiche per la soluzione, in tempi brevi, di problemi complessi. Franco Angeli, 2004.
  • Muriana, E. Pettenò,  L. Verbitz, T. (2004). Proposta di un protocollo strategico per la depressione. Rivista Europea di Terapia Breve Strategica e Sistemica.
  • Nardone, G. Portelli, C. (2015). Cambiare per conoscere. Lo sviluppo della Terapia strategica breve. TEA editore, 2015.