Le principali correnti che hanno influenzato il lavoro del Mental Research Institute (MRI) sono:

  1. La cibernetica, portata principalmente da Don Jackson;
  2. La teoria della comunicazione, introdotta da Paul Watzlawick;
  3. L’ipnosi, portata da J. Weakland e J. Haley attraverso i loro numerosi contatti con M. Erickson a Phoenix,
  4. Il Costruttivismo, introdotto da Heinz Von Foerster e Ernst Von Glasersfeld.

In questo articolo ci soffermeremo su quest’ultima corrente e proveremo a riflettere su come i suoi principi giochino un ruolo importante nei processi terapeutici odierni, nei quali i pazienti sono sempre di più portatori di consapevolezze e saperi che non sempre li rendono disponibili ad adattarsi alle teorie del professionista.

 

Il costruttivismo radicale: le origini

Glasersfeld sintetizza così la definizione di Costruttivismo [von Glasersfeld, 1995, p. 25]:

“Che cos’è il costruttivismo? È un approccio non-convenzionale al problema della conoscenza e del conoscere. Parte dall’assunto che la conoscenza, indipendentemente da come venga definita, sta nella testa delle persone, e che il soggetto pensante non ha alternativa: può solo costruire ciò che sa sulla base della sua stessa esperienza. Ciò che noi capiamo dell’esperienza costituisce l’unico mondo in cui sappiamo di vivere.”

I principi fondamentali del suo costruttivismo radicale sono proposti in quattro punti:

  1. La conoscenza non viene ricevuta passivamente né attraverso i sensi né grazie alla comunicazione;
  2. La conoscenza viene attivamente costruita dal soggetto “conoscente”;
  3. La funzione della conoscenza è adattiva, nel senso biologico del termine, e tende verso l’adattezza o la “viabilità”;
  4. La conoscenza serve all’organizzazione del mondo esperienziale del soggetto, non alla scoperta di una realtà ontologicamente oggettiva.

 

Il costruttivismo nell’approccio strategico

L’approccio strategico (di cui parliamo anche nei nostri Open Day gratuiti) non si presenta come una verità assoluta ma come un modello che offre verità diverse a seconda delle differenti realtà. Le realtà che noi percepiamo sono il frutto del nostro modo di vedere, sentire, gustare, ragionare. E’ per questo che non esiste una sola realtà, unica, immutabile ma tante realtà determinate dalle svariate relazioni tra noi e il resto del mondo.

Come nell’ottica strategica, inoltre, il costruttivismo è interessato a “come” noi consociamo piuttosto che al “perché” o al ciò che conosciamo.

In linea con queste considerazioni, il costruttivismo sostiene che gli esseri umani costruiscono la conoscenza piuttosto che ottenerla osservando bene il mondo reale. Gli eventi e gli oggetti che gli uomini “percepiscono” e “conoscono” e a cui ci riferiamo nella comunicazione interpersonale, sono costruzioni che emergono come risultato dei modi specifici di vedere il mondo.

Ciò che le persone chiamano “realtà” è il risultato della comunicazione tra di noi. La realtà è quindi il risultato di come noi comunichiamo su quello che è attorno a noi.

La comunicazione diventa uno strumento per organizzare le azioni. Attraverso la comunicazione, infatti, il terapeuta costruttivista può:

  • Riconoscere le modalità attraverso cui le persone costruiscono la propria realtà (sistema percettivo/reattivo),
  • Trovare le risorse per rimodellare la realtà disfunzionale e individuare le parti di se stessi da integrare,
  • Mettere in atto cambiamenti positivi.

Il Costruttivismo radicale ci insegna come non c’è una verità o un unico mondo reale. Accettare che esistono diverse versioni della realtà e del mondo, tante quante sono le persone, permette al terapeuta di essere sempre dalla parte del paziente, costruttore attivo della propria la realtà, delle sue credenze e dei suoi valori.

 

Simonetta Bonadies
Psicologa, Psicoterapeuta

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