“Se una cosa funziona, falla di più”

E’ la seconda regola della Terapia Breve Centrata sulla Soluzione (Steve de Shazer et al., 2007), e fondamento di uno dei suoi interventi primari: la Ricerca delle Eccezioni.

La Terapia Breve Centrata sulla Soluzione è una terapia evidence-based, tra le più usate al mondo.

Fu sviluppata da Steve de Shazer e dai suoi colleghi negli anni ‘80 (de Shazer et al., 1986) presso il Brief Family Therapy Center di Milwaukee, influenzata dal lavoro del team del Mental Research Institute di Palo Alto in California, a sua volta influenzato da Milton Erickson.

Se a Palo Alto l’attenzione fu sul funzionamento del problema e le soluzioni disfunzionali, che spesso ne causavano il mantenimento, a Milwaukee lo studio si concentrò sui momenti in cui il paziente stava meglio, il problema non si manifestava o era meno presente. Questi momenti furono definiti “eccezioni al problema” (Berg e Miller, 1992).

Oggi sappiamo bene che la Ricerca delle Eccezioni, e la loro descrizione nel dettaglio, permette di aprire narrazioni di soluzioni più potenzianti rispetto alla ricerca delle cause del problema.

Accertato che nessun problema si verifica continuamente, ma ha delle variazioni, le eccezioni allora esistono sempre, basta cercarle.

Una volta individuate, il terapeuta della Terapia Breve Centrata sulla Soluzione assisterà il paziente nel rafforzarle e amplificarle, per co-costruire obiettivi sostenibili e un futuro di benessere.

Una qualità di vita soddisfacente.

Ecco che la Ricerca delle Eccezioni, include soluzioni applicabili ad altri ambiti della vita.

La Terapia Breve Centrata sulla Soluzione pone al centro la persona, i suoi bisogni e i suoi obiettivi

Viene restituito al paziente il ruolo di “esperto” di contenuto e di significato, artefice del cambiamento, in grado di trovare soluzioni. Già attuate ma inconsapevolmente, spesso invece non le nota, poiché focalizzato sul problema.

La Terapia Breve Centrata sulla Soluzione preferisce “accendere una candela piuttosto che imprecare contro il buio” (O’Connell et al. 2014 pag. 10), motivo per cui pone l’accento su:

  • migliori aspettative e obiettivi
  • competenze latenti e non sulle disfunzioni e conflitti inconsci
  • punti di forza e le risorse, spesso trascurati e dimenticati
  • ciò che di giusto e utile sta già facendo il paziente rispetto alla problematica (eccezioni passate e presenti)
  • quello che funziona e non su quello che non va (eccezioni presenti)
  • che cosa il passato gli ha insegnato (eccezioni passate)
  • dettagli del futuro desiderato (Iveson, 1994) in assenza del problema (eccezioni future)

Tutte le eccezioni, passate/presenti/future, nella Terapia Breve Centrata sulla Soluzione possono emergere in qualsiasi momento del colloquio clinico. Seppur per ognuna esista un momento dedicato.

Il terapeuta con un “ascolto costruttivo” (Eve Lipchik, 1988) farà domande orientanti al cambiamento (solution talk), per far descrivere

  • scenari presenti, in cui la persona già vive senza il problema
  • scenari futuri, in cui le eccezioni sono da co-costruire (Blundo e Simon, 2016) sempre in descrizioni dettagliate.

Grazie al rispetto e alla certezza nelle abilità della persona, l’abbassamento delle difese e l’alleanza terapeutica sono agevolati.

Nella co-costruzione di alternativi futuri positivi, Paziente e Terapeuta vivono ottimismo, soddisfazione e benessere

Il linguaggio è “impregnato di fiducia e possibilità, rivolto al presente/futuro” (Blundo e Simon, 2016; e Shazer et al., 2007).

Si usano le parole del paziente, feedback positivi, complimenti e domande che facciano descrivere nel dettaglio le eccezioni trovate.

Lo psicologo accompagna la persona verso nuove consapevolezze di sé e dello stato problematico, senza spronare all’azione, per non influenzarla.

Già dettagliare i comportamenti alternativi, li inserisce nel repertorio delle sue scelte possibili, divenendo attuabili soluzioni. È così che il terapeuta lascia la piena responsabilità al paziente del suo cambiamento.

Nel Solution Talk il passato e il disagio, diventano utili in funzione della Ricerca delle Eccezioni presenti e passate, e non delle cause dell’eventuale patologia.

Per la Ricerca di Eccezioni future, esplorando il futuro senza il problema, la persona genera in modo automatico uno Stato Desiderato plausibile, un Futuro positivo opposto al futuro disagiato.

Si evoca ed amplifica quella che Hoyt (2002) definisce la “visione della soluzione” (solution sight).

“La domanda del Miracolo aggira alla radice l’automatismo che scatta affrontando il problema”

Si interrompono le convinzioni e il blocco delle risorse. Si accede, e si incrementano, altre capacità ed emergono realtà possibili da vivere, con risultati fattibili ed ecologici. Nuovi scenari si aprono anche su altri ambiti di vita della persona, fino a quel momento emarginati.

La persona così stimolata, è motivata a capire il bisogno presente e ad agire per soddisfarlo, co-costruendo possibili soluzioni.

Man mano si generano cambiamenti a cascata, sempre più efficaci. Aumenta ciò che funziona e diminuiscono comportamenti e pensieri inutili. Le credenze su di sé e il potere del problema si modificano.

Ma soprattutto, comprende che non è lei il problema (White 1992).

Le eccezioni allora, potrebbero essere considerate dei piccoli miracoli già in atto. Qualunque sia il disturbo.

Difatti tutte le eccezioni esplorate, amplificate e rafforzate aggiungono nuovi elementi alla storia dominante con cui è arrivato il paziente. Esse danno vita ad alternative narrazioni di sé, producendo “auto-comprensione” e “auto-modellamento” (Hutto, 2014) assegnando nuovi significati alla sua realtà. Si fanno spazio le altre dimensioni dell’individuo.

Dunque il problema diventa soltanto una parte dell’esistenza della persona.

Immaginiamo di vedere la nostra vita su uno schermo, come se fosse un film. Il problema è uno dei personaggi della storia. Forse è un personaggio importante, uno dei principali, forse invece è un personaggio secondario. Come ogni personaggio ha una storia nella storia. Eppure, se notiamo bene, non è il protagonista.

La persona è molto più del problema (O’Connell et al. 2014).

 

Scarica gratis l'ebook sulle Terapie Brevi

 

Riferimenti Bibliografici

Amatulli A., (2016). Terapia Solution Building. Antonio Amatulli

Cannistrà F., Piccirilli F. (2021). Terapia Breve Centrata Sulla Soluzione. Principi e pratiche. EPC Editore: Roma

Hoyt M. (2009). Brief Psychotherapies: Priniples and Pratices. Zeig, Tucker & Theisen (Tr. It.    Psicoterapie brevi. Principi e pratiche. CISU, 2018)

O’Connell B., Palmer S. (2014). Manuale di Terapia Centrata sulla Soluzione. Libri Liberi: Firenze.

https://www.lostudiodellopsicologo.it/psicologia/550846/ (consultato il 14.02.2022)

https://www.terapiacentratasullasoluzione.it/terapia-breve/eccezioni-il-pilastro-della-terapia-breve-centrata-sulla-soluzione/ (consultato il 13.02.2022)