La terapia online può essere definita come:

Una nuova modalità terapeutica improntata all’assistenza e alla cura della sofferenza psichica attraverso vie virtuali, sincroniche o asincroniche. Si tratta di un processo di interazione tra terapeuta e paziente mirato al trattamento di problematiche di vita, con la particolarità che i due attori sono in luoghi separati o remoti ed utilizzano la via digitale per comunicare tra di loro” (Olasupo e Atiri 2013).

La via asincrona utilizza le tecniche di start/stop, ovvero non è necessario che mittente e destinatario siano contemporaneamente attivi o collegati per la trasmissione di un messaggio. Tra gli strumenti più utilizzati che rientrano in questa modalità comunicativa troviamo l’e-mail e gli sms.

Per quanto riguarda la via sincrona, i due partecipanti interagiscono tra loro simulatamente. Per esempio, attraverso le live chat (interazione in tempo reale), conferenze audio-video, strumenti che permettono il contatto visivo, come Skype e simili.

La consulenza telefonica ha rappresentato la prima forma di contatto indiretto ed è ancora oggi utilizzata, ad esempio, dai centri di ascolto e di sostegno. È possibile condurre la terapia online in più modalità, come ad esempio la videoconferenza, che permette una comunicazione di tipo sincronico o la chat e le e-mail, di tipo asincronico.

Già Suler nel 2000 classificò gli strumenti utilizzati per la terapia a distanza in:

a) Conferenze audio-video

b) Telefonate in internet

c) Chat multimediale

d) E-mail

f) Chat, messaggi istantanei

La terapia online può essere inoltre fornita non solo come unica modalità di “incontro”, ma anche in aggiunta al tradizionale lavoro clinico.

La terapia online permette di superare alcune problematiche di tipo logistico, raggiungendo persone che hanno difficoltà a rivolgersi personalmente ad un professionista

Secondo Rochlen et al. (2004), i servizi di supporto psicologico online presentano un gran numero di benefici, i quali permettono di superare i limiti insiti nelle sedute faccia a faccia.

Attraverso la terapia online, è possibile incrementare la possibilità di accesso all’assistenza psicologica, allargando l’offerta anche a quelle persone che hanno una mobilità limitata, restrizioni temporali e di vario genere. Offre la possibilità di espressione in più canali: un solo canale potrebbe non essere l’ideale per le esigenze di comunicazione di un paziente. Attraverso la terapia online è possibile adottare mezzi di comunicazione asincronici e sincronici, anche alternandoli tra loro.

La terapia online potrebbe anche permettere di porre fine a quelle lunghe liste d’attesa dei servizi pubblici ed evitare il peggioramento di alcune diagnosi nel caso di impossibilità di recarsi ad un terapeuta in presenza

Inoltre, attraverso la modalità online è possibile superare situazioni di timore, di giudizio e di stigmatizzazione, sul web gli individui tendono ad esprimersi di più che di persona.

Lo schermo si frappone tra l’individuo e il mondo online, creando una barriera di protezione.

In questo caso è generalmente più facile per un paziente aprirsi con un professionista della salute mentale, in quanto la distanza fittizia data dalla modalità online permette di percepire meno l’eventuale difficoltà del confronto con il professionista, più evidente in un incontro dal vivo.

Dunque, la rete ci permette di accedere ad un servizio di supporto in maniera veloce e senza spostamenti ulteriori, si può entrare in contatto con esperti anche molto lontani, facilitando anche il processo di scelta del professionista più adatto alle proprie esigenze.

 

Bibliografia

Olasupo MO, Atiri OS (2013). E-therapy: contemporary tool in psychotherapy: child & adolescent therapy and e-therapy. IFE PsychologIA: An International Journal 21, 3, 277-280.

Suler JR (2000). Psychotherapy in cyberspace: A 5-dimensional model of online and computermediated psychotherapy. CyberPsychology and Behavior 3, 2, 151-159.

Roclen AB, Zack JS, Speyer C (2004). Online therapy: Review of relevant definitions, debates, and current empirical support. Journal of clinical psychology 60, 3, 269-283.