“Un fenomeno resta inspiegabile finchè il campo di osservazione non è abbastanza ampio da includere il contesto in cui si verifica” (Watzlawick, Beavin e Jackson, 1971, p.7)

 

L’epistemologia può esser definita come “lo studio di quello che possiamo conoscere e di come arriviamo a farlo” (Glasersfeld, 1997; p.30).

Quindi, è una teoria della conoscenza, una meta-teoria, che fornisce la cornice di riferimento in cui si inseriscono le teorie, le metodologie e le tecniche relative alle diverse discipline scientifiche.

Le basi dell’epistemologia delle Terapie Brevi sono comprensibili all’interno della cornice storico culturale che negli anni ‘60 ha dato luogo alla “svolta post moderna” delle conoscenze scientifiche, sul tema realtà e scienza.

Fino a quel momento, la maggior parte delle visioni del mondo, per quanto diverse fra loro, partivano dal presupposto che una realtà reale esiste e che certe teorie, ideologie o convinzioni personali la riflettono, le corrispondono, più correttamente di altre.

L’epistemologia delle Terapie Brevi si contrappone nettamente alla posizione epistemologica tradizionale

Si passa da una visione lineare, di causa-effetto, ad una visione circolare, che include la complessità, a livello logico e sistemico.

All’interno di questa nuova prospettiva, la conoscenza non riguarda più una realtà ‘oggettiva’, ma viene intesa come ricerca di atteggiamenti e modi di pensare adattivi (Glasersfeld, 1988).

Viene introdotta quindi la riflessione sul “rapporto tra teorie e realtà, ovvero tra mappe e territorio” (Leonardi e Tinacci, 2021; p.29).

Si comprende, all’interno di questa cornice, come ogni descrizione implichi colui che la descrive e quindi ogni descrizione non possa che essere un’interpretazione (Foerster, 1988).

La presenza di un osservatore comporta la perdita di neutralità e dell’oggettività della scienza classica, e la rinuncia al mito di raggiungere la verità assoluta (Leonardi e Tinacci, 2021).

Il costruttivismo e il costruzionismo sociale sono i riferimenti epistemologici delle Terapie Brevi

In letteratura ci sono diverse prospettive sulla definizione di costruttivismo e costruzionismo sociale.

Leonardi e Tinacci (2021) propongono il termine composto “costruzionismo/costruttivismo” evidenziando un continuum nella concezione del processo attraverso cui si costruisce la realtà, continuum in cui da una parte viene posta maggior enfasi sui processi collettivi, mentre dall’altra si sottolineano maggiormente le connotazioni individuali di tale processo.

Il forte cambiamento epistemologico è stato reso possibile anche grazie ai contributi della cibernetica, “branca della matematica che si occupa dei problemi relativi al controllo, alla ricorsività e all’informazione” (Bateson, cit. in Foerster, 1997; p. 42).

All’interno dell’epistemologia delle Terapie Brevi si passa dalla posizione di chi si pone come osservatore distaccato di fronte a un mondo in sé, oggettivo, a quella di chi vede se stesso come attore immerso nel dramma delle interazioni reciproche delle relazioni umane (Foerster, 1997).

Ciò che viene osservato non sono cose, proprietà o relazioni di un mondo che esiste indipendentemente dall’osservatore, bensì delle distinzioni effettuate dall’osservatore stesso, in seguito alla propria attività nell’ambiente.

A tal fine, emerge l’utilità di espedienti esplicativi, riduttori di complessità, che permettono di distinguere due differenti livelli di realtà (Watzlawick, 1976): la realtà di primo ordine (relativa alle proprietà fisiche degli elementi) e la realtà di secondo ordine (propria dei significati dati alle realtà di I ordine).

Nella visione della realtà e della scienza promossa dall’epistemologia delle Terapie Brevi, si assumono posizioni interazioniste, sistemiche, pragmatiste e strategiche.

Dal momento che il “come conosciamo stabilisce cosa conosciamo”, si struttura la necessità di depatologizzare il linguaggio e si apre uno scenario metodologico impostato sulla diagnosi operativa e sulla ricerca-azione, al fine di lavorare sull’efficacia e sull’efficienza dell’intervento.

In conclusione…

Come si può intuire da questa breve descrizione, l’epistemologia delle Terapie Brevi ha avuto importanti impatti da un punto di vista teorico, metodologico e tecnico nell’ambito clinico, sovvertendo aspetti cardine della psicologia clinica tradizionale.

All’interno del contesto del Mental Research Institute di Palo Alto, a partire dagli anni ’60, si è iniziato a tradurre operativamente questa posizione epistemologica, riconsiderando la durata della terapia, la conoscenza/funzionamento del problema, la posizione e il ruolo del terapeuta nel percorso terapeutico.

Gli esordi del lavoro e della riflessione clinica si sono nutriti della linfa vitale delle intuizioni di Gregory Bateson e della pioneristica attività clinica portata avanti da Milton Erickson.

Gli studiosi della cosiddetta Scuola di Palo Alto, come ad esempio D. D. Jackson, Jay Haley, John Weakland, Paul Watzlawick, Richard Fisch, hanno arricchito, e fatto, la storia delle Terapie Brevi.

Hanno seminato un terreno sempre più fertile che è germogliato anche oltre i confini di Palo Alto ed è cresciuto con importanti evoluzioni.

 

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Bibliografia

Foerster, H. von (1988). Costruire una realtà. In P. Watzlawick (a cura di), La realtà inventata. Contributi al costruttivismo (pp. 37-56). Milano: Feltrinelli.

Foerster, H. von (1997). Etica e cibernetica di secondo ordine. In P. Watzlawick e G. Nardone (a cura di), Terapia breve strategica (pp. 41-52). Milano: Raffaello Cortina Editore.

Glasersfeld, E. von (1988). Introduzione al costruttivismo radicale. In P. Watzlawick (a cura di), La realtà inventata. Contributi al costruttivismo (pp. 17-36). Milano: Feltrinelli.

Glasersfeld, E. von (1997). Il costruttivismo radicale, ovvero la costruzione della conoscenza. In P. Watzlawick e G. Nardone (a cura di), Terapia breve strategica (pp. 19-30). Milano: Raffaello Cortina Editore.

Leonardi, F. e Tinacci, F. (2021). Manuale di Psicoterapia Strategica. 80 tecniche di intervento. Trento: Erickson.

Nardone, G. e Ray, W. A. (2007) (a cura di). Paul Watzlawick. Guardarsi dentro rende ciechi. Scritti scelti con cinque saggi inediti. Milano: Ponte alle Grazie.

Watzlawick, P. (1976). La Realtà della Realtà. Comunicazione, disinformazione, confusione. Roma: Astrolabio.

Watzlawick, P. (1988) (a cura di). La realtà inventata. Contributi al costruttivismo. Milano: Feltrinelli.

Watzlawick, P. (1997). La costruzione di “realtà” cliniche. In P. Watzlawick e G. Nardone (a cura di), Terapia breve strategica (pp. 5-17). Milano: Raffaello Cortina Editore.

Watzlawick, P., Beavin, J.H. e Jackson D.D. (1971). Pragmatica della comunicazione umana. Studio dei modelli interattivi delle patologie e dei paradossi. Roma: Astrolabio.

Watzlawick, P. e Nardone, G. (1997) (a cura di). Terapia breve strategica. Milano: Raffaello Cortina Editore.

Watzlawick, P., Weakland, J.H. e Fisch, R. (1974). Change. Sulla formazione e la soluzione dei problemi. Roma: Astrolabio.