Dopo la fine di una relazione sembra che il mondo ci crolli addosso. La persona che fino a poco
prima era co-protagonista della nostra vita ora non ne fa più parte, e sembra tutto estremamente
difficile.

Proprio per affrontare la fine della sua relazione mi contatta Marco (nome di fantasia). Marco ha 25
anni e un paio di mesi fa ha dovuto affrontare la fine della relazione, durata tre anni, con la sua
ormai ex compagna.

Mi presenta un ampio quadro problematico: non mangia quasi più, non riesce a dormire, piange
spesso.

Le sue giornate trascorrono tutte uguali. La sua principale compagnia sono i pensieri che gli
ricordano di lei, e tutti i dubbi su cosa avrebbe potuto fare per evitare che la relazione finisse.

Il futuro desiderato

Apro la seduta chiedendo a Marco quali siano le migliori aspettative dal nostro incontro.

M: Vorrei riuscire a pensare di più a me stesso, essere più spensierato, nonostante la sofferenza per
la fine della mia relazione. Vorrei tornare ad essere la persona che sa quello che le piace fare e che
ha voglia di fare tutte queste cose. Voglio essere nuovamente aperto e spigliato come sono sempre
stato.

T: Se domani ti svegliassi e le tue migliori aspettative fossero realizzate, quali cambiamenti
noteresti?

Da questo momento la discussione si sposta dalla sofferenza per la fine della relazione ad un nuovo
scenario, fatto di possibilità.

Marco fa una descrizione molto dettagliata del suo futuro desiderato.

M: Se domattina mi svegliassi e le mie aspettative fossero realizzate comincerei la giornata
interrogandomi su ciò che voglio fare perché avrei la mente più libera. Una volta pensato e
individuato ciò che vorrei fare durante quella giornata la programmerei e cercherei della compagnia
per condividere l’esperienza con me.
Andrei poi al lavoro e lì le cose sarebbero decisamente diverse. Sarei più concentrato e più loquace
con i miei colleghi. Sorriderei di più. Condividerei le mie proposte con i colleghi, sarei più attivo e
uscirei a pranzo con loro. La passione per il lavoro mi accompagnerebbe anche a casa. Farei dei
corsi di aggiornamento, avrei voglia di studiare per migliorarmi.
Una volta uscito dal lavoro le possibilità sarebbero diverse. Un giorno mi farei un giro in bicicletta,
un giorno vedrei qualche amico e lo inviterei a cena, un giorno mi rilasserei guardandomi un film,
riuscendo a godermelo.

La descrizione del futuro desiderato era già molto ampia, e ha fatto sì che Marco potesse guardare
oltre al problema della fine della sua relazione.

Per ampliarla maggiormente, ho chiesto a Marco di descrivermi il suo futuro desiderato con gli
occhi delle persone che lo circondano.

T. : da cosa si accorgerebbero i tuoi colleghi, i tuoi familiari e i tuoi amici del fatto che stai vivendo
il tuo futuro desiderato?

M. : sono certo che la cosa principale che gli altri potrebbero notare è che sarei più loquace. Sia sul
lavoro che nei rapporti sociali al momento sono diventato più chiuso. Tornerei a parlare più
volentieri, a sorridere di più, e sarebbe la cosa più grande che gli altri noterebbero.

Evidenziare i progressi

Il futuro desiderato è stato ampiamente descritto da Marco.

Decido quindi di utilizzare la scala per verificare cosa sta già funzionando e cosa invece farà quando sarà un passo più avanti.

Ponendo a 10 il futuro desiderato, Marco al momento si colloca a 4. Questo perché dopo il
primissimo periodo dalla fine della sua relazione, in cui per giorni non ha mangiato né dormito,
piano piano la situazione sta migliorando. Piange meno frequentemente, mangia più regolarmente,
cerca di andare a dormire ad orari più adeguati.

Andiamo quindi ad analizzare cosa noterà nel momento in cui si troverà un gradino più in su nella
scala.

Marco riferisce che quando sarà a cinque noterà di essere più organizzato rispetto ai suoi
impegni. Un altro cambiamento che sicuramente noterebbe è che ricomincerebbe a fare due
chiacchiere con la sua coinquilina, bevendo magari un bicchiere di vino insieme e interessandosi a
lei.

Ci salutiamo dopo questa seduta con la richiesta da parte mia di notare tutti i più piccoli cambiamenti che gli faranno dire di essere un gradino più in su sulla scala.

La seduta successiva

Apro la seduta successiva chiedendo a Marco quali segni di cambiamento ha potuto notare nelle due
settimane trascorse dal colloquio precedente.

La risposta è sorprendente.

Marco ha attuato una serie di cambiamenti che lo hanno fatto sentire meglio. Ha bevuto un
bicchiere di vino con la sua coinquilina, scambiandoci due chiacchiere, ma non solo.

Ha pure ritrovato la passione per lo sport. Ha quindi iniziato ad andare a giocare a pallavolo un paio di volte a settimana con delle persone conosciute sui social.

Riferisce inoltre di “aver cambiato lenti con cui vedevo il mondo” e di porre molta più attenzione sulle cose che vanno bene. Queste non sono poche e danno un gusto più saporito alle sue giornate.
Sebbene la sofferenza per la fine della sua relazione non sia ancora alleviata del tutto, Marco ha le
carte giuste per poter raggiungere il suo futuro desiderato!

Riferimenti bibliografici

Cannistrà, F., Piccirilli, F. (2021). Terapia breve centrata sulla soluzione. Principi e pratiche.
Roma: EPC editore.