Terapia a Seduta Singola e Terapia Breve Centrata sulla soluzione sono due modalità di intervento breve, entrambe presenti nell’offerta formativa dell’Istituto ICNOS. Nell’articolo di oggi andremo ad analizzare cosa le accomuna, e cosa invece le differenzia.

“Non una seduta più del necessario”

Così de Shazer definiva la lunghezza di una “Terapia breve”. (de Shazer, 1991)

Sia la Terapia a Seduta Singola che la Terapia Breve Centrata sulla Soluzione perseguono lo stesso scopo: aiutare la persona nel più breve tempo possibile.
Per farlo, impostano il lavoro con il paziente su i seguenti presupposti comuni:

  1. Non è necessario conoscere a fondo il problema per poterlo risolvere. Il terapeuta predilige una diagnosi di tipo operativo piuttosto che nosografico, evitando etichettamenti. La diagnosi operativa indaga la percezione soggettiva del problema, il modo in cui questo influisce nella vita della persona, e non l’aderenza a particolari criteri diagnostici. In questo modo si lavorerà con la persona e non con la sua diagnosi, ponendosi come facilitatore del cambiamento.
  2. Grandi problemi non necessitano di grandi soluzioni: al contrario, un piccolo cambiamento nell’individuo o nel suo sistema può portare a cambiamenti via via sempre più grandi, creando un effetto domino.
  3. Gli individui dispongono delle risorse necessarie per risolvere le proprie difficoltà: la vita è la migliore insegnante. Nelle avversità quotidiane, le persone sono in grado di usufruire delle loro risorse e strategie di coping: prendere consapevolezza di questi strumenti aiuterà la persona a servirsene per risolvere il problema portato in terapia.
  4. Nessun vento è a favore del marinaio che non sa dove andare (Seneca): per poter creare il cambiamento è necessario avere ben chiara la direzione in cui si vuole andare. Già nei primi momenti della seduta, paziente e terapeuta contrattano un obiettivo univoco e raggiungibile.

Andiamo ora ad analizzare, invece, in cosa si differenziano Terapia a Seduta Singola e Terapia Breve Centrata sulla soluzione.

Parlare del problema

Definire in termini operativi il problema è il primo passo di una Terapia a Seduta Singola: in quali contesti si presenta, come, con chi?

La definizione del problema in termini operativi non solo aiuta il terapeuta a comprendere il vissuto della persona, ponendo le basi per la definizione dell’obiettivo da perseguire, ma spesso si può rivelare utile anche al paziente stesso, arrivando a produrre già dai primi momenti degli importanti cambiamenti, grazie alle ristrutturazioni e ai feedback proposti dal terapeuta.

Al contrario, nella Terapia Breve Centrata sulla Soluzione il discorso sul problema non viene affrontato: fin dai primi minuti si guarda a una meta, alle migliori aspettative, ad un futuro dove il problema non esisterà più.

Steve De Shazer e Insoo Kim Berg si resero infatti conto che semplicemente parlando di scenari senza il problema la persona arriva a mettere in atto nuovi comportamenti di soluzione.

Le tentate soluzioni disfunzionali

L’indagine sul problema della Terapia a Seduta Singola andrà anche a concentrarsi sui tentativi messi in atto dalla persona per risolverlo, che però si sono mostrati fallimentari: le cosiddette tentate soluzioni disfunzionali.

Questi comportamenti vanno individuati al fine di farli estinguere, sostituendoli con comportamenti più adatti.

Nel colloquio orientato alla soluzione, invece, la conversazione è focalizzata sul far emergere gli episodi di successo piuttosto che quelli di fallimento, al fine di rendere cosciente la persona dei propri punti di forza.

La ricerca delle eccezioni e le risorse a disposizione

Pur lavorando guardando al futuro, il passato non è ignorato, ma è utilizzato come miniera in cui scavare per trovare dei momenti in cui il problema che porta la persona in terapia non esisteva, o esisteva meno, in modo meno fastidioso e più gestibile.

Nella terapia a seduta singola queste eccezioni vengono ricercate attivamente: il terapeuta indaga alla ricerca delle eccezioni e la persona è invitata a fare memoria di questi momenti.

Il rimando dello psicologo nei confronti di questa narrazione sarà focalizzato sulle risorse e sui punti di forza che hanno permesso in passato al paziente di riuscire ad affrontare situazioni simili a quella portata in terapia.

Con la Terapia Breve Centrata sulla Soluzione, invece, grazie alla tecnica della scala (che posiziona la situazione vissuta attualmente su una scala da 0 a 10, dove 10 rappresenta il futuro desiderato precedentemente descritto e 0 il completo opposto), il paziente è invitato a descrivere cosa, secondo lui, già sta compiendo per creare il futuro desiderato.

Attraverso questa descrizione la persona si può rendere conto autonomamente dei momenti in cui il problema è più facilmente gestibile; grazie poi alle identity question la persona sarà portata a prendere coscienza delle proprie risorse e punti di forza.

Prescrizioni

E’ frequente che, a conclusione di un colloquio di Terapia a Seduta Singola, il terapeuta dia delle prescrizioni al cliente che lo aiuteranno ad affrontare il problema nella sua quotidianità.

Queste prescrizioni servono a creare nuovi comportamenti, basandosi sul funzionamento del problema e sulle risorse personali che sono emerse durante il colloquio.

Nella conclusione di una Terapia Breve Centrata sulla soluzione, invece, il terapeuta riassume quanto emerso durante la seduta, con l’unica prescrizione di notare i miglioramenti che ci saranno di lì in avanti e di riportarli nell’eventuale colloquio successivo.

Concludendo, TSS e TBCS perseguono lo scopo comune di aiutare le persone nel più breve tempo possibile; entrambe lo fanno mettendo al centro la persona e le sue risorse ed evitando etichettamenti.

Le modalità di lavoro sono però diverse: nella TSS il terapeuta assume un ruolo più attivo, collaborando con la persona alla ricerca delle eccezioni e delle risorse, invitandolo a mettere in atto determinati comportamenti per risolvere la situazione.

La TBCS appare invece più come un dialogo maieutico: la persona è guidata, attraverso puntuali domande, a sviluppare una narrazione dalla quale, in autonomia, potrà far emergere nuovi comportamenti che possano risolvere la sua situazione.

Bibliografia

Cannistrà F., Piccirilli F. (2018), Terapia a seduta singola. Principi e pratiche. Giunti editore

Hoyt M. F. (2018), Psicoterapie brevi. Principi e pratiche. CISU editore

https://www.terapiasedutasingola.it/blog-post/come-trasformare-la-terapia-breve-centrata-sulla-soluzione-in-un-intervento-a-seduta-singola-tecniche-e-suggerimenti-pratici/

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