Il potere delle Aspettative

Abbiamo tutti un progetto, un’idea da attuare, un desiderio da realizzare.

Avere un’aspettativa sul mondo, sull’amore, sul lavoro è prerogativa di ciascun individuo impegnato nella progettazione del proprio futuro.

Avere un “sogno nel cassetto” significa avere un desiderio che ci portiamo dentro e che cerchiamo in tutti i modi e con tutte le nostre forze di realizzare. Esistono poi sogni che idealizziamo e che ci raccontano di un futuro irraggiungibile, non autentico. Sogni che definiscono aspettative impossibili.

Le aspettative sono impossibili quando non accorciano la distanza tra i sogni e la realtà.

Le aspettative hanno il grande potere di influenzare, talvolta accendere la nostra motivazione

Impegnare le nostre energie nella realizzazione di un sogno ideale ma non possibile da concretizzare, significa creare illusione e delusione. Significa perdere tempo, boicottare la nostra ricerca di equilibrio e costruzione.

I nostri sogni, le nostre aspettative sono una guida, la stella cometa nel nostro viaggio verso la felicità e la realizzazione personale.

Sono alimentati dalla speranza e la speranza rende l’uomo differente dagli altri esseri viventi, a pari del linguaggio, della cultura, della razionalità.

I sogni nascono dalle esperienze passate, dai desideri e dalle conoscenze. Servono a prepararci al futuro e a orientarci in esso.

Le aspettative devono muoversi in una dimensione realistica e razionale per diventare obiettivo e quindi azione. Un punto di partenza su cui costruire e modellare scelte concrete.

Il nostro impegno deve concentrarsi nell’imparare ad utilizzare quelle realistiche a nostro favore.

Il potere delle aspettative lo si osserva e lo si vive anche nel percorso terapeutico. Esse guidano e muovono la persona verso il cambiamento.

La creazione di un nuovo ordine nel disordine del conflitto e della difficoltà che porta la persona ad una richiesta di aiuto.

Più concreta è la difficoltà, più concreto sarà il bisogno di definire aspettative possibili e realizzabili.

Cosa accade quando le Aspettative sono vaghe o irrealistiche?

La Terapia Breve centrata sulla Soluzione utilizza le aspettative come elemento di esplorazione, di proiezione verso un futuro desiderato senza il disagio che la persona sta portando nel presente terapeutico.

Individuare una base solida dalla quale partire per investire sul cambiamento.

“Qual è la tua migliore aspettativa da questo nostro incontro di oggi?”

Una domanda che permette al terapeuta, fin dalle prime “battute” relazionali, di individuare e immaginare un obiettivo verso cui indirizzare il percorso terapeutico, utilizzando tutto quanto la persona ha nel proprio bagaglio personale. Strumenti, risorse e attribuzioni di significati.

Individuare le nostre migliori aspettative, definendole, immaginandole, visualizzandole significa essere in movimento. Significa imparare il valore della flessibilità.

La costruzione delle migliori aspettative consente di lavorare per orientare gli eventi nella direzione che desideriamo. Ciò permetterà di influenzare la relazione con noi stessi, gli altri e il mondo, rendendoci più centrati e determinati.

Le aspettative sono un “incantesimo” che possiamo decidere di attuare nel nostro percorso e diventare protagonisti del nostro destino.

Spesso le aspettative definite dalla persona sono vaghe o addirittura irrealistiche.

Vaghe quando si ha difficoltà a visualizzarle, individuarle.

Irrealizzabili perché fuori dal nostro controllo: la pace nel mondo, la fine della guerra, cambiare una persona. La non realizzabilità condanna inevitabilmente all’insuccesso, alla frustrazione, all’infelicità. Ma soprattutto condanna alla non riuscita di un buon lavoro terapeutico.

Il ruolo del terapeuta sarà quello di aiutare la persona a riconoscere le aspettative irrealistiche per poterle gestire e indirizzare adeguatamente. Indirizzare le aspettative in maniera adeguata può rappresentare un cambio di passo e di rotta significativo e determinante all’interno del percorso della persona.

Il terapeuta ha la capacità di guidare la persona nella fantastica scoperta delle proprie risorse, rendendo concrete le aspettative vaghe.

Aiutare la persona a indirizzare le aspettative

Far lavorare la persona sulle migliori aspettative significa puntare l’attenzione al cambiamento. Significa seminare nella persona l’idea che il cambiamento sia un processo possibile e addirittura già in corso.

Un lavoro di consapevolezza e di costruzione incentrato sulle strategie che la persona sta già utilizzando, sulla individuazione delle risorse non prese in considerazione, sulla valorizzazione delle capacità sottovalutate.

Le migliori aspettative guidano nella messa a punto di piccoli passi da fare verso la soluzione del problema.

La descrizione dettagliata del futuro desiderato (Cosa farai? Cosa penserai? Come ti sentirai? Cosa penseranno gli altri?) si basa sul linguaggio della creazione della soluzione e rappresenta uno strumento necessario per permettere alla persona di costruire e modellare la propria realtà.

Indagare le migliori aspettative consente di definire cosa vuole la persona. Quale è la sua direzione. Cosa è disposta a fare o non fare per raggiungere i suoi obiettivi.

Lavorare sulle aspettative e renderle realistiche significa:

  • Definire il problema in modo operativo;
  • Individuare obiettivi concreti da raggiungere;
  • Priorizzare le difficoltà su cui lavorare.

Sembra complesso?

Certamente lo è, ma la complessità può essere affrontata scomponendola in tanti piccoli traguardi con l’aiuto di un professionista.

 

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 Bibliografia:

Cannistrà F., Piccirilli F. (2021) – Terapia Breve Centrata sulla Soluzione. Principi e pratiche –Roma: EPC Editore

https://www.istitutoicnos.it/terapie-brevi/le-migliori-aspettative-in-terapia-breve-centrata-sulla-soluzione/